È una serata così, la settima edizione di Beat Yesterday Award 22 di Garmin: tutta al contrario.
A partire dalla location, Villa Necchi Campiglio, un esempio perfetto di italico razionalismo che dà invece l’irrazionale e un po’ onirica sensazione di essere fuori dal tempo e dallo spazio. Un non posto, in centro a Milano, ma isolato dal mondo.
E lì, ospitati da Garmin Italia, campioni dello sport e comuni mortali si scambiano i ruoli e i primi applaudono e premiano i secondi. Un mondo capovolto in cui onorare e celebrare chi è caduto e si è rialzato, chi si è salvato aiutando gli altri. Chi non ha mollato, e chi rinunciando ha vinto la scommessa della vita. Perseveranza, resilienza, saggezza, responsabilità, passione e altruismo.
Sono queste le parole che si susseguono sul grande schermo, niente tempi, record, punteggi, classifiche. Solo vite e vittorie personali e famigliari. Drammi, stop improvvisi, inceppi trasformati in riscatti, rivincite, rinascite.
C’è Laura Broglio, che ha sfidato bias di genere e di tutti gli altri tipi per guidare i camion.
E c’è Cristina Nuti, che ha cominciato a correre forte per lasciare indietro la sclerosi multipla e ha finito per diventare triatleta, anzi, “donna di ferro”, facendo l’ironman e ha vinto il pudore e fatto coming out sulla malattia solo per poter aiutare gli altri con il suo esempio.
Cristina, il cui motto non è “se vuoi, puoi” ma “se vuoi e ci provi, ce l’hai già fatta”, dice che a volte andare dalla cucina al bagno può essere roba da supereroi.
E Marcello Villani: rinunciare a una vetta e portare casa una vittoria molto più grande: la pelle. Ma per fermarsi ci vuole tantissimo coraggio, ed è un eroismo silente, un gesto per cui non si finisce sui giornali.
E poi Daniele Pescuma appassionato di vela, il cui sogno sportivo di entrare in Luna Rossa si infrange, proprio come il suo ginocchio. Ma lui invece di smettere di sognare, cambia sogno e in Luna Rossa ci entra lo stesso, come responsabile idraulico dello Shore Team.
E infine, Sabrina Schillaci che chiude questa antologia di Spoon River che invece che dei morti parla dei nati due volte, con una storia di coraggio e generosità. Un marito che diventa tetraplegico, un mondo che crolla e Sabrina che pian piano impara a farsi forte aiutando gli altri e prova a cambiare il mondo pedalando. Una forza della natura, Sabrina, che ispira gli altri e infonde speranza e energia solo a guardarla.
Un premio speciale dato da Stefano Viganò, Ceo di Garmin Italia e dal grande Vincenzo Nibali va al Dottor Oreste Gentilini, Primario Ch. Mammella,
Responsabile Breast Unit presso IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano e Presidente EUBREAST Italy ETS, per il suo impegno nella ricerca scientifica contro il cancro al seno. Perchè a volte ci serve qualcuno che dia speranza ai nostri sogni.
E alla fine tra uno spritz e l’altro, ci passano davanti celebrità di tutti i tipi, da Linus a Antonella Palmisano, da Ghemon a Elia Viviani, da Pippo Ganna a Simone Moro, fino a Vincenzo Nibali, mischiati ai veri eroi della serata, Laura, Cristina, Marcello, Davide, Sabrina e Oreste, che con loro condividono la fatica di puntare a un obiettivo e non mollare. E ci sembra che brillino tutti della stessa luce.
Una dedica speciale va all’amica Erica Fre, vincitrice del Beat Yesterday Award 2020, che a causa del Covid non ha potuto essere festeggiata. Erica ha saputo rinascere in sella a una bicicletta, trasformando i chili di troppo in forza, i pedali in libertà. Da quella bici non è più scesa e continua a pedalare, lasciandosi indietro i propri limiti, i pregiudizi, le critiche.
Su quel palco, stasera, c’era anche lei.
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