L’altra Milano Sanremo è partita prima. Cento anni fa o solo due giorni in anticipo. Epoca e strade che si sono confuse con il tempo e alla vista. Se Stephen Hawking cercava gli universi paralleli avrebbe potuto trovarne una conferma qui, tra un manipolo di coraggiosi, anzi di eroi.
Quelli della Gran Corsa.
Sono partiti al giovedì mattina, tra piogge e foschie della bassa Lombardia, lungo un percorso diviso in tre tappe e pure in tre climi. Pioggia, poi un po’ di sole, poi un po’ misto. Hanno pedalato sul percorso della vecchia Milano Sanremo come vecchie erano le biciclette. Si arrivava al massimo a modelli degli anni ’30 che te li immagini tu a pedalare senza rapporti? Se proprio la salita diventa dura si scende e si gira la ruota per cercare il rapporto più agile. Mica era arrivato ancora Tullio Campagnolo a cambiar “qualcosa de drio”. E i rapporti, comunque, sono quelli che sono, 44×18 quando vai veloce o 46×20. In salita un non troppo agile 44×22, ma quello c’era e quello ti devi far bastare.
Che poi alla Gran Corsa si pedala tutti assieme. A Milano sono partiti una settantina, dall’Arco della Pace, perfetti con bici a posto e abbigliamento pure, o quasi. Con la pioggia qualcosa si concede. Ma l’abbigliamento è quello di quegli anni perché è una rievocazione storica ma magari un sacchetto dentro lo scarpini si mette pure. In fondo ci si ingegna proprio come una volta, con quel che si trova per via. Sul Turchino si va ognuno per sé e chi vuole può sfidarsi, prima di aspettare gli altri in un’organizzazione che si perfeziona anno dopo anno.
Si pedala così, dalle 9.30 alle 17.30, più o meno. Dove si può non si va nemmeno piano e giù a pestare di brutto, che ok Sagan e Nibali, ma con queste bici ce ne vuole pure un po’ di forza.
Qualche pausa, per ritemprarsi e scrutare il cielo e le biciclette, magari orgogliosi di quel po’ di fango che ora le sporca, dopo averle lucidate per mesi in attesa dell’impresa. È questa che crea un filo a legare tutti. Si parte anche da sconosciuti, si arriva che ci si conosce tutti, come è pure normale in queste occasioni, ma con una passione in più e ricordi per il futuro.
Nel mondo parallelo della Gran Corsa si pedala su un percorso che ricalca quello della vecchia Sanremo ma si valorizza il territorio, sfruttandone le piste ciclabili e gli argini. Strade fatte per le biciclette fatte e pronte da far conoscere a tutti, che se ci si pedala con queste biciclette, tanto più potranno quelle moderne. A volte le alternative ci sono e sfuggono via se si ragiona con la carta stradale automobilistica.
Quest’anno, poi, la Gran Corsa ha avuto un servizio in più: la possibilità di affittare una bicicletta d’epoca per partecipare alla manifestazione grazie al supporto di http://www.bikesretro.com.
Il tempo di arrivare e poi vedere Nibali e tutti gli altri.
La bicicletta da riporre, con cura, e pensare già all’anno prossimo.
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Redazione Cyclinside (con Stefano Roman)