Si dice che ne abbiano quattro, di occhi, i velocisti. Due, per forza di cose, sono dietro. Eppure nelle volate ci accorgiamo che non hanno solo occhi, ma sensori più sofisticati dell’elettronica di un’automobile moderna. I velocisti hanno percezioni, radar. Roba da supereroi praticamente. E un po’ devono esserlo supereroi questi acrobati che riescono a lanciarsi a ottanta all’ora in bicicletta riuscendo pure a controllare posizioni e tattica per sfruttare al meglio la scia e la propria esplosività.
Gli occhi dei velocisti hanno un riferimento millimetrico, o forse anche più preciso, che gli fa sapere istantaneamente se hanno vinto o hanno perso. Se glielo chiedete non sanno neanche spiegarvelo bene. Ma è così. Prima ancora di un eventuale fotofinish, loro già sanno. Poi, a volte, sperano di sbagliarsi.
Gli occhi dei corridori sono un calcolo gelido a volte. Guardate quelli di Gaviria, in stile pistard che controlla gli avversari non girando la testa ma guardando in basso, tra le gambe, per avere una visione più ampia di quel che avviene dietro e attorno a lui (guardate la foto d’apertura).
Poi ci sono gli occhi di Dainese. Uno che quasi non se l’aspettava di essere lì. A dire il vero, a un certo punto, non si aspettava neanche più di essere in bicicletta, tanto meno al Giro d’Italia. Tanto meno a vincerne una tappa. E invece ci ha creduto più di tutti e ha infilzato i velocisti di calibro con un’azione capolavoro tra tattica e potenza.
Fanno il paio con gli occhi di Stefano Oldani. Che si è giocato la sua volata a tre nel modo migliore prima di scoppiare a piangere come un bambino. Anzi no, come un uomo che ha visto avverarsi un sogno. Perché i velocisti sono gente tosta, ma i ciclisti, dopo l’arrivo, riattaccano la spina delle emozioni e si lasciano andare.
L’occhio del velocista è anche quello di Girmay, centrato in pieno dal tappo della bottiglia di spumante volutamente lasciato a temperatura ambiente per “facilitare l’apertura”. Ecco, d’ora in poi, a scanso di equivoci, si festeggerà con una bottiglia già aperta. Girmay, in ogni caso, dovrà fare un corso accelerato poiché pare essere proprio un predestinato per molti futuri podi.
Gli occhi dei velocisti a volte fanno conti che non ci piacciono. Sorridono alla vittoria e poi tanti saluti, quando non possono più dire la loro. Peccato per la loro immagine. Certe corse vanno onorate fino alla fine.
A dire il vero, vanno onorate tutte.
20 mag 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside