di Guido P. Rubino
Ha scelto la sua Messina per dirlo chiaramente: smetto di correre. Il Giro d’Italia 2022 diventa, quindi, l’ultimo Giro di Vincenzo Nibali che si è commosso in mezzo alla sua gente (le telecamere Rai oltre ai genitori sono andate a pescare anche una compagna delle elementari!) secondo un copione che aveva immaginato.
Ma ora il suo Giro d’Italia – lo ha conquistato due volte con altrettanti podi – diventa un lungo addio. A partire dalla sua gente siciliana. Da domani in poi ogni passaggio sulle strade sarà per il popolo del ciclismo l’occasione di salutare Vincenzo Nibali corridore e campione. Poi tutte le altre corse cui il siciliano parteciperà non solo in Italia. Insomma, un’immagine molto romantica che fa bene a un ciclismo che vive di fiammate e urla ma soprattutto di silenzi. Quelli che chi pedala ha imparato ad ascoltare mentre passano i chilometri, fatti di alti e bassi come salite che non sempre premiano. E se in cima è pieno di bellezza, non è detto che poi ci sarà una discesa.
Invece Nibali ha scelto così, di godersi la sua passerella per le strade d’Italia che ora diventano più leggere e senza pressioni. Altro che puntare al Giro d’Italia, Nibali si pedala il Giro d’onore, strameritato e, potremmo scommetterci qualcosa, con l’animo leggero – pure se continuano a ricordarci che è sempre stato stimolato a fare bene proprio dalle critiche – si toglierà anche qualche soddisfazione. Nel caso, sarà un passo d’addio con trionfo. Altrimenti con pubblico in piedi, come quello del ciclismo.
E finalmente si azzittiranno anche i critici. Quelli che “Nibali ha vinto per mancanza di avversari”. Come se vincere Giro, Tour e Vuelta fosse imputabile a fortuna, così come quello scatto giusto alla Milano Sanremo. E poi il Lombardia e tutte le altre corse messe in bacheca.
Che poi critici, dai, lo siamo stati tutti. Perché quando si ha di fronte un campione così lo vorresti vedere sempre davanti, sempre campione.
Il campione, per definizione, vince.
Vederlo dietro, ad attendere il momento buono non è cosa facile da capire. Il pubblico sulla strada vorrebbe vedere il campione davanti, proprio lì dove è ad attenderlo, per tutti i tremila e passa chilometri di un Giro d’Italia. Perché non attacca? Perché non li stacca tutti? Erano le domande che innervosivano. A sfogliare quelle pagine, oggi, le ritroviamo come tributi alla gloria. Non ti aspetti mica un brocco ad attaccare. Un campione sì. Uno come Nibali.
Grazie di tutto Vincenzo. Saremo sulle strade, d’ora in poi non più a chiedere, ma a ringraziare.
Ci hai fatto divertire un bel po’, non ce lo dimenticheremo.
11 mag 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside