La Vinaria racconta il mondo del ciclismo di Roberto “Carube” Lencioni. Carube è il meccanico, il direttore sportivo, l’amico. Quello che trova le soluzioni, ti aggiusta la bicicletta quando proprio non vuole saperne e se non c’è niente da fare ti recupera se resti a piedi. Dà anche i consigli ai costruttori, forte della sua esperienza nelle squadre professionistiche che continua a seguire in giro per il mondo.
Carube sa metterti la bicicletta in ordine di marcia anche se manca un pezzo di ricambio. Al traguardo ci si arriva sempre. Ha dato biciclette del suo team a corridori di altre squadre.
Nell’ammiraglia della “sua” Vinaria, ci trovi Grabriele Mugnaini, ex corridore, storico massaggiatore, seduto dietro, come un meccanico pronto a balzar fuori con la ruota da sostituire al ciclista in panne.
Ma alla Vinaria si pedala lenti e non c’è fretta. Alle ciclostoriche si guarda lo spazio, il tempo è secondario e ce lo si prende tutto se no finisce troppo presto il divertimento. I numeri sono quelli di una volta, e dove non arrivano si scrive a mano con un pennarello, prima di attaccarlo con le spille da balia sulla lana infeltrita.
Pedalare a testa bassa sarebbe un peccato poi.
A quello ci pensano i corridori e Carube si prende cura non solo dei professionisti ma anche dei giovani da far crescere. Dopo la pandemia molte squadre hanno stretto la cinghia, tanti corridori si son ritrovati appiedati. Carube si è mosso, ha brigato per trovare le soluzioni e aggiustare le storture non solo meccaniche. Ha recuperato ragazzini che si sarebbero dedicati ad altro e ne ha garantito le pedalate in gruppo, tra allievi e altre categorie, perché il ciclismo insegna a cavarsela sempre e a non arrendersi anche quando non si tratta solo di salite.
Che poi sulle salite c’è da agire bene e per tempo sui manettini di cambio e deragliatore. I dislivelli non sono importanti, ma alcune rampe non perdonano e guai a farsi trovare impreparati dalla strada.
La Vinaria parte dal mercato di Marlia messo a festa da bancarelle e vino. Lo stand culinario che sfama gli amici nella cena del sabato distribuisce caffelatte e “brioscia” per tutti dalla mattina presto. Non devi nemmeno preoccuparti se nel tuo albergo servono per tempo la colazione. Trovi tutto lì, anche il compressore per le gomme dei ritardatari e una cassetta di attrezzi alla bisogna.
Partenza a spasso, tutti insieme, perché c’è da attraversare Lucca, nella piazza del mercato, poi fuori, alla spicciolata, verso la salita con pendenze e strade che invogliano al piede a terra ma premiano col ristoro de La Badiola. L’orchestrina a festeggiare il sudore. Vino e merenda abbondante prima di andare a pedalare sulle colline attorno a Lucca per ammirarne il paesaggio e illudersi di un po’ di fresco.
Già, la Vinaria è la ciclostorica di Ferragosto, quella che fa più eroica le maglie di lana e torna al passato assieme alle staffette d’epoca che l’accompagnano.
Ciclostorica sì, ma con un occhio al futuro. Qualcuno sorrideva a vedere Giancarlo Brocci (l’ideatore dell’Eroica) in sella a una e-bike ma il legame con la bici a motore ha il senso della scoperta del territorio per tutti e delle centrali elettriche che producono energia pulita sulle sponde del fiume Serchio. In fondo il senso delle ciclostoriche è anche quello di far riscoprire i valori del ciclismo per il futuro ma parlare anche di come si pedala sempre più tutti quanti, ciclisti e meno ciclisti.
L’appuntamento fisso ormai è una tradizione dal 2016. La sesta edizione è andata. L’acciaio delle vecchie signore ha da tintinnare un po’. L’ultimo timbro è una bottiglia di vino rosso.
22 ago 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside