Una decina di anni fa, quando il fenomeno e-bike decollò, ci interrogavamo sulla matrice di questo nuovo segmento: ci chiedevamo se a investire a livello industriale e commerciale sarebbero state le realtà della bike-industry; o se al contrario a “entrare in partita” sarebbe stato anche il mondo motoristico a due ruote, quantomeno perché il motore diventava elemento nevralgico connaturato a questo nuovo ambito merceologico.
Si capì sin da subito che fu il mondo bici ad arrivare per primo, più che altro perché forte di tutta l’esperienza e il know-how necessari a livello telaistico e strutturale di questo nuovo “filone” delle due ruote a pedali.
In realtà ciò che abbiamo detto è vero solo a livello quantitativo: esistono interessanti eccezioni che quanto appena scritto lo contraddicono anche in termini cronologici.
Una di queste eccezioni – probabilmente la più illustre – è rappresentata da Yamaha, lei che già a metà degli anni Novanta aveva sviluppato una sua bici a pedalata assistita, con un suo sistema di assistenza e un suo telaio.
Yamaha non ha mai smesso di credere e investire nell’e-biking, come conferma il fatto che oggi, 2024, stiamo qui a dirvi del test di un modello che rappresenta solo una delle e-bike della nutrita gamma e-bike del marchio giapponese.
In occasione di un evento BCA in Toscana abbiamo infatti avuto il modo di provare una e-bike Yamaha, la Wabash RT. Si tratta di una e-gravel, modello che nella collezione affianca altre bici a pedalata assistita dedicate al mondo urban, al trekking e soprattutto alla mtb.
Le caratteristiche delle e-bike Yamaha
Le caratteristiche tecniche del sistema di assistenza sono simili per tutti i modelli Yamaha: la drive unit di tipo brushless posizionata nella zona movimento, la batteria è alloggiata nel tubo diagonale (tranne che nel modello Booster Easy, con destinazione urban), infine l’unità di controllo è dedicata ed è in grado di gestire i livelli e le modalità di assistenza.
Ciò che cambia tra i modelli sono invece le prestazioni del motore e della batteria, commisurate alle specifiche esigenze adatte alla diversa destinazione d’uso del modello in questione.
Nel caso della e-gravel Wabash RT che abbiamo provato, ad esempio, i Newton/metro di potenza di coppia erogabili sono 70, un po’ meno degli 85 N/m di cui sono capaci i modelli della piattaforma da mtb chiamata Moro 07.
Caratteristiche, queste, che non sembrano poi così distanti dalle “normali” e-bike, o se preferite da tante di quelle con matrice estratta dal mondo ciclistico.
Sì, questo è vero, in parte è così: ma ci sono importanti distinguo che caratterizzano il mondo e-bike siglato Yamaha.
Cosa c’è di diverso dalle altre
Non troverete mai una e-bike Yamaha esposta presso un negozio di bici; la si può trovare solo nei concessionari ufficiali Yamaha. «È un modo – ci ha spiegato il coordinatore del settore e-bike di Yamaha Motor Europa Simone Curti – per rivolgersi prima di tutti al nostro pubblico di appassionati Yamaha, ma anche a tutti gli altri, che forse identificheranno il nostro come un marchio storico per i motori e per la qualità».
La qualità delle parti, appunto: pur se ci è stato chiesto di non fotografarli per motivi di riservatezza industriale, possiamo assicurarvi che tutti gli ingranaggi interni, il sistema di ruota libera e tutti i meccanismi di ingaggio trasmissione dei motori Yamaha sono realizzati e sagomati con materiali e grazie a processi che riducono al minimo le frizioni: aumenta così la durata delle parti e soprattutto diminuisce il rumore.
A quanto? A nostro avviso il motore Yamaha ha effettivamente una buona silenziosità rispetto ad altri motori brushless di altre e-bike con motorizzazione centrale, ma ovviamente la presenza del motore si sente, sopratutto quando si richiede il massimo dell’assistenza possibile.
Ancora, diversamente da motori simili, la scocca in acciaio pressofuso del motore Yamaha ha una valvola che ne facilita il raffreddamento e che è progettata per impedire l’accesso dell’acqua.
Non finisce qui, perché il motore che Yamaha ha sviluppato specificamente per le sue e-bike (o quelle degli altri costruttori per cui lavora da terzista) ha un’architettura interna dove tutte le parti si montano e si smontano completamente a mano. Questo al fine di facilitare o ridurre i tempi di eventuale assistenza.
Yamaha eBike Systems Service
Ereditato dalla migliore tradizione e filosofia aziendale Yamaha è anche il sistema di assistenza che è dietro alle e-bike del marchio giapponese.
Esattamente come per le moto, lo Yamaha Bike Systems Service è basato sui quattro elementi chiave del supporto tecnico, della garanzia, dei ricambi e della formazione.
I motori Yamaha sono progettati e pensati per durare a lungo; ed è per questo che tutti i ricambi eventualmente necessari sono facilmente disponibili, e lo sono per un tempo ampio, che va ben oltre (7 anni) la vita produttiva di ogni singolo modello.
La formazione di cui parla Yamaha è infine quella dedicata ai concessionari di tutta Europa, con una corsistica che forma venditori competenti e aggiornati.
Cosa abbiamo provato
Nel nostro test svolto sulle belle strade sterrate dell’Alta Maremma nei pressi della tenuta Il Cicalino abbiamo testato una Wabash RT: è una e-gravel che il sistema di assistenza lo innesta su un robusto telaio in alluminio e che completa il tutto con un allestimento adatto per affrontare un gravel biking anche impegnato o in genere anche il trekking o il cicloturismo con frequenti incursioni in fuoristrada.
La bici, che ha un peso di poco superiore ai venti chili (21.4 dichiarati dal produttore), è equipaggiata di serie con un reggisella telescopico ed è perfattamente predisposta per il bikepacking.
I livelli di assistenza possibili sono quattro: sono tutti ergonomicamente gestibili tramite il comando a manubrio, che integra un display LCD sufficientemente ampio per visualizzare i livelli impostati e il livello di autonomia residua.
Non è possibile personalizzare i livelli di assistenza o intervenire sul software, ma è bene ricordare che il software delle e-bike Yamaha include una quinta modalità di gestione automatica dell’assistenza: incrociando e interpretando le informazioni di velocità, cadenza, pendenza e forza applicata, la modalità Auto sceglie automaticamente quanta spinta erogare.
Infine la batteria: anche questa è prodotta da Yamaha ed ha una potenza di 500 Wh.
Spinta adattiva
Non è un caso che il feeling percepito alla guida sulla Wabash RT sia stato molto simile a quello provato circa un anno fa su una Liv AMiti E+, e-bike da donna del gruppo Giant, che non a caso è equipaggiata con un motore Yamaha: esattamente come in quel caso, anche qui l’assistenza si adegua in modo estremamente rapido al tipo di spinta e al terreno che stai solcando (con una certa propensione ad aumentare la coppia al crescere della cadenza applicata).
Il livello massimo di assistenza è decisamente importante, probabilmente fuori luogo per ogni tipo di interpretazione dell’ebiking; ma sicuramente la modalità “High” è una carta in più per i tanti potenziali utenti di una e-bike come questa, che come abbiamo detto è promossa prima di tutto attraverso canali “non ciclistici”.
A chi è destinata e quanto costa
Quel che abbiamo appena detto assolutamente non significa che le e-bike Yamaha non facciano al caso di chi ha già esperienza ciclistica: tutt’altro.
Anche se il telaio non è di livello premium (ma i responsabili Yamaha ci hanno confidato che in futuro arriverà anche un modello in carbonio) il telaio in alluminio della Wabash RT ha una geometria equilibrata, comoda ma non troppo rilassata e soprattutto ha parti ciclistiche di qualità (prima tra tutte una valida trasmissione e un impianto frenate Shimano Grx, specifico per il gravel) soprattutto se rapportate al prezzo al pubblico a cui è proposta: 3.499 euro, per questa che è la e-gravel Yamaha proposta con un solo allestimento (e tre misure: S, M, L); lo stesso telaio è però usatosi anche per allestire la Crossfire, interessante proposta e-urban in vendita a 2.499 euro.
Photocredits: Road Bike Connection Spring – Rupert Fowler
Ulteriori informazioni: Yamaha