4 set 2016 – Se è vero che nella vita, come in bicicletta, vince chi ci prova, Gianluca Brambilla oggi ha dimostrato che prendere l’iniziativa paga. Soprattutto se metti i professionisti a correre una frazione da dilettanti e ci soffi dentro un po’ di confusione. Un attacco da lontano, una squadra colta di sorpresa che va un po’ nel pallone (la Sky), un’altra che probabilmente aveva pianificato tutto (la Movistar) e quel diavolo di Contador, che quando c’è da giocare a scacchi se la cava niente male e il divertimento è assicurato. Botte da orbi a una settimana dalla fine dell’edizione 2016 della Vuelta. Spettacolo da lontano. Da lontano!
Roba che nel ciclismo che guarda al misuratore di potenza sembrava di non poterne vedere più. Brambilla resiste e si gode una vittoria super bella e pazienza se i riflettori sono un po’ più dietro, c’è da sorridere al ciclismo oggi anche se non completamente.
La corsa infuocata ha fatto più di 90 vittime. I corridori del “gruppetto” sono ben presto diventati un gruppone e hanno smesso pure di guardare l’orologio finendo tutti fuori tempo massimo. Tappa dura? Con 118 chilometri insomma… certo fatti a tutta ci sta. Ma le facce tranquille sul traguardo sanno un po’ troppo di chi se l’è presa comoda che tanto figurati se mandano a casa tutti. E infatti li hanno ripescati, con buona pace di chi è arrivato nei tempi corretti magari faticando pure tanto. E sì ci sarebbe stata tutta, come lo sberleffo di Oleg Tinkoff (quanto ci mancherà) al Team Sky. Dei professionisti possono fare più di 30 di media su una tappa di 118 chilometri, no? E non c’è durezza che tenga.
GR