12 giu 2016 – “Hanno voluto distruggere Marco, ma i suoi tifosi e gli italiani adesso hanno capito”. Tonina e Paolo Pantani continuano nella loro battaglia per cercare la verità sulla morte del loro figlio, del loro campione, Marco Pantani. Ribadiscono il loro credo anche a Rassina, in Casentino (Arezzo), nel giardino adiacente alla Chiesa del paese da ieri dedicato al “Pirata”. Il Comune di Castel Focognano ha onorato la memoria di Pantani con una targa di struttura molto semplice, basta una parola per raccontare Marco ed è quel “campione” che campeggia sul marmo bianco. Il sindaco Massimiliano Sestini ha parlato di “piccolo riconoscimento” e si è augurato che Pantani abbia assistito alla cerimonia dal cielo “seduto su una nuvola”, lui che le sue imprese più belle le ha realizzate scalandole quelle nuvole.
Sono passate da poco le undici quando un piccolo corteo si incammina dalla piazza del paese lungo il borgo antico, fino alla chiesa, fino a quel giardino pubblico destinato a diventare un luogo di ritrovo per molti ciclisti. È a due passi dalla pista ciclabile che nei progetti a breve termine della Regione Toscana dovrà congiungere Stia (Arezzo) con Marina di Pisa, giù lungo le sponde dell’Arno, giù tra piccoli centri come Rassina, ma anche piccolissimi villaggi come Santa Mama e Ponte Buriano. Quel giardino diventerà una specie di oasi per chi fa del cicloturismo uno stile vita. L’assessore allo Sport, Christian Gambineri, ha spiegato: «Questo è un giardino pubblico frequentato da tanti bimbi. Ci porterò anche i miei e un giorno vedendo questa targa mi chiederanno chi era questo Pantani e raccontandolo inizierà una nuova storia».
Pantani con le sue imprese ha messo d’accordo generazioni in conflitto. «Con mio padre ho avuto un rapporto contrastato – ha raccontato il sindaco Sestini regalando un commovente aneddoto – Un giorno tornai a casa con un videoregistratore. Fu motivo di litigio con mio padre che non ne capiva l’utilità, gli sembrava una spesa superflua. Poi, mi chiese un favore, di registrargli il Giro d’Italia, le imprese di Pantani. La sera ci ritrovammo a rivedere una tappa, con quel ragazzo esile e con pochi capelli in testa, ma al commando della corsa. Tra me e mio padre si instaurò un rapporto inedito e decisamente più profondo».
Un drappo giallo da tirare giù. Sorridente, Tonina Pantani non ha esitato a scoprire la targa dedicata al figlio. È stata avvolta dall’applauso sincero della gente. Poi tante foto, un brindisi, due chiacchiere con chiunque si volesse avvicinare, con la cortesia di una persona semplice.
«È la gente che rende giustizia ad un campione amatissimo da tutti noi – ha sostenuto Vincenzo Ceccarelli, Assessore della Regione Toscana alle Infrastrutture e sostenitore del progetto della pista lungo l’Arno – Marco non era un campione da un giorno, da uno sprint solitario, ma il ciclismo aveva trovato uno dei suoi migliori eredi» ha concluso.
Lorenza Cerbini