Dire che questa prima tappa con i suoi 20 km scarsi è i 100 metri di dislivello stimoli l’appetito e ci dia l’alibi per abboffarci, a noi che la guardiamo senza cronometro ma al massimo con in mano uno spritz, è un po’ tirata per i capelli… È una tappa simbolica per noi spettatori, questa, di apertura, una passerella lungo la costa, per godersi i trabocchi e l’aria di mare. Le località di arrivo e di partenza però inducono in tentazione. Fossacesia e Ortona son luoghi di olio e di vino, di terra e di mare. Di sapori genuini e forti, quasi mai “minimalisti”. e quindi da annaffiare coi vini del territorio, così buoni e generosi, come i vari Montepulciano d’Abruzzo, Pecorino e Passerina. Ma cediamo, cediamo pure alle calorie non bruciate. Faticheremo domani.
Partenza: FOSSACESIA MARINA
Pizz e Foje
Questa ricetta, tipica delle zone collinari e montane, è una pizza non lievitata di granoturco, che si può definire vegetariana o anche vegana, volendo, se si evita di guarnirla con le sardelle. Si accompagna infatti con la verdura cotta e ripassata in padella con Aglio rosso di Sulmona e Peperone dolce di Altino. Un piatto gustoso e semplice, tipico delle zone collinari e montane d’Abruzzo.
Innanzitutto bisogna preparare l’impasto con la farina di mais e l’acqua bollente, da far cuocere in una pirofila di coccio rivestita con carta da forno, a 180° per 20 minuti.
Poi bisogna soffriggere in padella con un buon olio extravergine che da quelle parti non manca, e un peperoncino le verdure precedentemente sbollentate, ma appena, che restino orgogliose: bieta, cicoria e rape selvatiche. Saltare poi in padella anche le sarde e il peperone dolce di Altino. Dopo un breve riposo unite tutti gli ingredienti e gustateli con la focaccia. Nota, si può mangiare a fette, guarnita, o sbriciolata dentro alle verdure e alle sarde.
Arrivo. ORTONA
Brodetto ortonese
il brodetto di Ortona è un piatto semplice che prevede pesce tipico dell’Adriatico: seppie, scampetti, cicale, granchio, tracine, scorfanetti, triglie, merluzzo e le cianghette che sono delle piccole sogliole (quelle che si trovano anche nelle fritture di paranza). La tradizione vuole che si cucini nel tegame di terracotta. Si fa soffriggere l’aglio in olio abbondante, si mettono pomodori maturi a pezzi, pelati e si aggiunge un peperone rosso. Si fa andare un po’ (15/20 minuti) e quindi si cominciano ad aggiungere i pesci partendo da quelli più duri come la seppia, poi, pian piano si aggiungono scampetti, cicale e
granchio (sono granchietti piccoli, locali) Poi a seguire la gallinella, la tracina, gli scorfanetti o la pescatrice. Alla fine triglie, merluzzi e cianghette.. Si fa sobbollire, ma attenzione: mai usare il cucchiaio per girarlo! Si muove un po’ il tegame.
A fine cottura si aggiusta di sale, prezzemolo e, un po’ di peperoncino, e vi si immerge una bruschetta di pane croccante.
Appena dopo aggiungeva 1 bicchiere di acqua di mare ed il pomodoro rosso “mezzotempo” ; dopo circa mezz’ora cominciava ad aggiungere i pesci iniziando da quelli a più lungo tempo di cottura e, prima di fine cottura regolava di sale e toglieva il coperchio per lasciar evaporare e far rapprendere il sugo.
Attenzione, non fate irritare la nonna e quindi non girate il brodetto ma scuotete delicatamente l’intero tegame; il pesce non si deve frantumare.
Lasciate riposare per qualche minuto, aggiungere prezzemolo e peperoncino e prepariamoci ad essere travolti da un antico sapore che premia massimamente le nostre papille gustative.