16 set 2020 – Il Col de la Loze è l’ultimo arrivo in salita del Tour de France e lo scontro non poteva che essere diretto. Solo che ha confermato ancora una volta la leadership di Primoz Roglic che pare davvero essere arrivato alla maturità atletica e mentale per meritare la vittoria in Grande Giro.
E non è certo stata una gara noiosa. Abbiamo più di un corridore gettare il cuore oltre l’ostacolo. Tra tutti vanno segnalati Carapaz e Landa. Il primo nel tentativo – ormai disperato – di risollevare le sorti della Ineos Granadier in un Tour che è diventato il contrario di tutto. Il ritiro, annunciato in mattinata, prima del via, di Bernal ha sancito definitivamente la delusione del team inglese. Ora è un assalto continuo per conquistare almeno una tappa e salvare il Tour nella dicitura sconfitta senza farlo scivolare nella disfatta (e ci sentiremmo comunque buoni a concedergli solo la parola “sconfitta”).
Landa è stato quasi commovente nel suo mettere a lavorare la squadra. Così forte da far saltare piano piano anche alcuni pezzi della corazzata Jumbo Visma. Peccato che nel finale tosto più che a mai abbia dovuto tirare i remi in barca anche Landa. Abbiamo già letto commenti di derisione, quasi, per il povero capitano della Baharhain Mc Laren, invece applaudiamolo. Uno che in tempi di misuratori di potenza e corridori supercontrollati voglia provare ancora a bluffare sperando in una sorpresa è oro colato nella logica delle super tattiche di oggi. Il risultato però non è cambiato. Roglic ha dimostrato di reggere bene e nemmeno di andare in crisi. Forse non sta stravincendo ma questa è pure una risposta a troppe domande sciocche sul suo stato di grazia. Pogacar ci ha pure provato, tanto di cappello e 15 secondi persi. Sul traguardo ha vinto Lopez, quello che Roglic ha deciso che potesse andare via anche senza lasciare che si allontanasse troppo. Per lui giusto il regalino di 15 secondi in attivo. Poca roba in termini di classifica generale. Tanta per la vittoria di tappa.
La classifica generale continua a scolpirsi sempre di più a favore di Roglic. Pogacar, ora, è a quasi un minuto dalla maglia gialla. Lopez, terzo, a un minuto e 26 secondi. Un applauso anche ad Alaphilippe. Ci prova, scatta, si scatena, poi scoppia e si arrende. Ma ci prova e prende applausi.
Da domani niente arrivi in salita (a parte la cronometro, ma è altra cosa) ma tappe insidiose in cui chissà, qualcuno può sperare ancora. I compagni di Roglic oggi sono sembrati un po’ più vulnerabili ma, diciamoci la verità, hanno resistito fin quasi all’ultimo. Magari, in quella corazzata, qualche falla si potrà pure aprire se gli attacchi saranno coordinati e ben studiati. Ma siamo all’ultima settimana, quella dove la tattica e gli accordi tra ammiraglie potrebbero fare la differenza. Oppure arrendersi alla forza di chi sta meritando ampiamente il primato.
GR