1 giu 2019 – Sul Manghen la bella notizia è stata che sulla Cima Coppi è passato un Fausto. Chissà se ha sorriso Fausto, quell’altro, da lassù a guardare il suo omonimo che di cognome fa Masnada.
La brutta notizia è stata vedere Nibali e Roglic fare la fine dei gregari spremuti negli ultimi chilometri di salita. Un segnale che è suonato subito chiaro: non avremmo visto una rimonta oggi.
Distacco calcolato forse, per non ammazzarsi a cento chilometri dall’arrivo e magari risparmiarsi dopo?
Sul Rolle i migliori passano tutti insieme, con la Movistar fa paura. L’Astana è l’unica che ha provato a mettere in crisi Carapaz e la sua squadra, ma su vede che le forze in campo sono quelle e sul Croce d’Aune la Movistar rischia di fare cappotto. E quando, nel finale, sono ancora loro a tirare e pure a scattare con Landa il risultato è chiaro. Anche vedere Carapaz che a un certo punto sposta Landa per mettersi lui a tirare è un messaggio chiaro: qui comando io, il Giro d’Italia è mio.
La classifica finale parla chiaro ormai. Compresi i dieci secondi in più pagati da Roglic per un tifoso che pensava di fargli un favore e invece ha fatto un dispetto. Il regolamento parla chiaro: niente spinte. Oltretutto sono pericolose: con i corridori così vicini è un attimo fare un disastro.
1 – Richard Carapaz (Movistar Team)
2 – Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) a 1’54”
3 – Mikel Landa (Movistar Team) a 2’53”
4 – Primoz Roglic (Team Jumbo – Visma) a 3’16”
5 – Bauke Mollema (Trek – Segafredo) a 5’51”
Cambieranno i valori domani, nella cronometro di Verona? Il più a rischio, tra i primi, è Landa, insidiato da un Roglic che partirà più deciso che mai e che ha già vinto le due cronometro a disposizione del Giro e vorrà lasciare un altro segno. Se ne avrà le gambe.
Qualcuno ipotizzava anche un assalto di Nibali a cronometro. Ma l’onore delle armi dello stesso Nibali è apparso piuttosto chiara e anche bello a vedersi: dopo l’arrivo è andato a complimentarsi con Landa e Carapaz, come a dire “siete i più forti”. Non vedeteci pretattica insomma, ma solo un abbracci tra fratelli di fatica.
Intanto, sul traguardo, si impone Bilbao, un bel bis dopo la vittoria a L’Aquila, nella settima tappa. Conferma di una Astana solida e cattiva che pure le ha provate tutte e con più carte.
L’ultimo applauso di oggi, permettetecelo, va a Giulio Ciccone. Giovane e protagonista e oggi coi primi fino alla fine. La sua Maglia Azzurra è la consacrazione di un talento non solo da scattini a racimolare punti, ma di un campione vero che ha ancora margini di miglioramento. Ci farà divertire un bel po’ prossimamente.
Per ora applaudiamoli tutti, compostamente, prima dello spettacolo di domani a Verona.
Dove tutto è scontato, ma insomma. Voi ci credete davvero?
Guido P. Rubino