Non serve andare troppo indietro nel tempo per dire che una prova come questa, qualche anno fa sarebbe stata impensabile, quasi folle: montare una copertura da 30 millimetri su una bici da corsa e su ruote con destinazione espressamente agonistica era cosa impossibile fino a sei, sette anni fa; era impossibile fare una cosa simile anche per i pro che a quei tempi andavano a correre la Parigi-Roubaix o un “Fiandre”.
Oggi no: oggi le sezioni generose sono diventate lo standard, tanto che la larghezza di pneumatico più diffusa tra i pro rider è la 28 millimetri (e la fetta minore del “plotone” sceglie la “25”).
Dietro a questo cambiamento c’è l’evoluzione dei cerchi, ormai tutti con canale di alloggio copertura molto più ampio che in passato, lo stesso che consiglia, anzi in molti casi impone, di sovradimensionare la sezione della gomma montata.
L’avanzata dello standard tubeless ha dato poi un’ulteriore spinta a questa tendenza, la stessa che insegna che sezioni maggiori non necessariamente significano minore scorrevolezza, nonostante pressioni di esercizio decisamente più basse di quelle usate un tempo, che a loro volta producono un significativo incremento di comfort.
Un test “estremo”
Con il test di cui vi andiamo a parlare abbiamo estremizzato questa tendenza: appunto, abbiamo utilizzato a lungo una copertura da 30 millimetri su una ruota che nasce per la competizione pura.
La ruota era una Shimano Dura-Ace C36 (qui il test di queste ruote effettuato qualche mese fa), mentre la copertura era appunto una Schwalbe Pro One da 30c, ovvero la copertura top della gamma Schwalbe, quella destinata alle corse, quella prodotta in più sezioni, inclusa questa da 30c, a conferma del fatto che anche i produttori hanno chiara consapevolezza di quanto le gomme generose possano oggi essere utili in contesti agonistici di alto livello, magari in situazioni o su terreni particolari (Parigi-Roubaix in primis, ma non solo questa).
Tornando a noi, la nostra non è certo stata prova fatta con le gambe di un pro: piuttosto abbiamo utilizzato questa gomma di livello “premium” pensando ai vantaggi che una copertura di questo tipo potesse garantire in un contesto climatico e tecnico particolare come è quello cui obbliga l’inverno, con le strade spesso bagnate, con gli asfalti sporchi e – ahi noi – con le strade dissestate che spesso accompagnano, anche troppo, le nostre uscite.
Ma prima di andare a scoprire i nostri feedback, ecco le specifiche tecniche di quel che abbiamo testato e di come lo abbiamo utilizzato.
Il test delle Pro One in versione tubeless
Pro One è uno pneumatico che Schwalbe produce sia in versione copertoncino che in quella tubelss che abbiamo testato: in questo caso la dicitura in casa Schwalbe è TLE, che sta per “tubeless easy”, diversamente dai modelli per copertoncino che sono classificati con la sigla “Tube Type“.
La versione attualmente in commercio è stata introdotta nel 2020: assicura prestazioni ancora superiori rispetto al Pro One della prima ora, rispetto alla quale ha ridotto di ben il 13% la resistenza al rotolamento, ha aumentato del 22 per cento il grip in curva, garantisce maggiore protezione contro le forature, maggiore durata e si pregia di un profilo che ha ottimizzato la resa aerodinamica.
Tutto questo su uno pneumatico con profilo adeguato ai moderni cerchi con gola maggiorata, esattamente come le Shimano Dura-Ace C36 sulle quali li abbiamo testati, queste e il loro canale da 21 mm.
A proposito di gola: come tutti gli pneumatici TLE di Schwalbe anche il Pro One TLE è utilizzabile tranquillamente su tutti i cerchi tubeless con “uncino” (con gola minima di 17 mm); la compatibilità con i cerchi hookless? La nuova generazione di coperture Pro One TLE ha talloni che sono stati rinforzati soprattutto per questa esigenza; riprendendo le parole di Schwalbe possiamo pertanto dire che questa copertura è “fondamentalmente compatibile con tutte le ruote hookless” (con gola minima di 19 mm). Rimane però sempre valida la raccomandazione di guardare prima di tutto alle raccomandazioni che in merito di compatibilità da il produttore di ruota.
La carcassa, anche lei, è il meglio di quel che Scwhalbe propone in ambito di coperture da strada: è la Super Race, che assieme alla mescola di livello premium chiamata Addix Race (un composto multiplo di polimeri di ultima generazione, con elevata percentuali di silice e con composti centrali posti al centro e sui fianchi) permette di raggiungere quel livello di performance che Schwalbe esprime con il termine souplesse.
In questa declinazione “ciclistica” il termine souplesse esprime quella capacità che ha lo pneumatico di essere allo stesso tempo scorrevole, morbido nel feeling, preciso nella guida; in poche parole la gomma rimane sempre “viva” sotto gli impulsi del rider che la sta conducendo.
E nella prova di cui tra poco vi parleremo, abbiamo riscontrato in pieno queste impressioni.
Se non bastasse, Pro One TLE (ma anche quello Tube Type) è provvisto di cintura di protezione antiforatura V-Guard: è una fettuccia di 14 mm realizzata con una apposita fibra polimerica ad alta tecnologia, che assicura eccellente protezione contro tagli e perforazioni, è estremamente leggera e non inficia sule caratteristiche di elasticità dello pneumatico. A beneficio della resistenza, ci sono inoltre fianchi a tre strati, estremamente resistenti ai tagli.
Sezioni disponibili e prezzo
Terminiamo la descrizione tecnica segnalando che oltre alla “30” che abbiamo testato Pro One TLE è disponibile nelle sezioni 25, 28, 32 e addirittura 34c. Infine il prezzo: Pro One TLE 700×30 è in vendita a un prezzo indicativo al pubblico di 74,90 euro.
Peso e montaggio
Il Pro One TLE da 30c che abbiamo testato ha fatto segnare 328 grammi sulla bilancia elettronica, ovvero un peso in linea con altri pneumatici stradistici di livello premium della stessa sezione.
I talloni sono davvero molto morbidi, come ha poi confermato la fase di installazione sulla gola hooked (ovvero con “uncino”) delle ruote tubeless Shimano Dura-Ace C36: l’installazione sul cerchio è stata davvero agevole, fatta tutta a mano (solo nella fase di inserimento della porzione terminale è servita un po’ di forza in più).
Sulla gola hooked delle Dura-Ace C36 le Pro One TLE 30c hanno prodotto una sezione reale di 30.5 mm.
Terminata l’installazione abbiamo poi tublessizzato le Pro One utilizzando 50 cl di liquido sigillante Schwalbe Doc Blue inserito in ogni pneumatico.
La tenuta nel tempo della pressione è stata ottima: solo dopo quattro/cinque giorni, abbiamo rilevato un calo di pressione di circa 0,3/0,5 bar.
A proposito di pressione: la determinazione di questa ovviamente è essenziale per giudicare le qualità e le caratteristiche di uno pneumatico. Utilizzando le varie guide che si possono trovare on line e inserendo tutti i parametri utili (peso del ciclista, peso della bici, dimensioni di cerchio e pneumatico, superficie dell’asfalto) abbiamo trovato il livello di pressione giusta attorno al valore di 4,00 bar, che tra l’altro è anche il valore di pressione minimo consigliato dal costruttore per questo pneumatico (min. 4,00 massimo 5,50 bar).
Addirittura, in caso di uscite sul bagnato o su terreni particolarmente dissestati, abbiamo anche rischiato un po’ scendendo anche di uno/due decimi sotto questo limite (3.80 bar davanti, 4.00 dietro), trovando in questo modo una copertura ancora più morbida, superconfortevole ed estremamente aderente in tutte quelle situazioni “bagnate” o “viscide” nelle quali le particolarità del fondo obbligano a stare lontani dalle alte pressioni.
A proposito di alte pressioni: a detta di chi scrive (e rispetto al suo peso di 66 chili e all’equipaggiamento utilizzato), a regimi più elevati di 4.60/4.70 bar una copertura di questo tipo e di questa sezione ha poca ragione di essere, perde gran parte del senso per cui è stata progettata: la sensazione di reattività e di rigidità è sì elevata (paragonabile a quella di un “classico” 25c) ma la gomma perde tutto il suo bagaglio di comfort che invece è il punto forte nel momento in cui si sceglie di montare una copertura così generosa su una bici da corsa.
Oltre quei regimi la ruota diventa decisamente troppo rigida e in più cha tutto il “fardello” di grammi in più che non può non avere una “30c” rispetto a una “25” o a volte anche a una “28”.
Perfetta copertura per l’inverno
Per concludere, a nostro avviso la Pro One TLE da 30 millimetri può rivelarsi la scelta perfetta per l’agonista alle prese con condizioni del fondo particolarmente sconnesse o scomode, ma oltre a questo è senza dubbio una perfetta compagna di avventure per l’agonista alla ricerca di una gomma per tutte le situazioni (asfalto liscio oppure ruvido, asfalto pulito oppure con detriti) e per tutte le condizioni di asfalto (asciutte o bagnate) che caratterizzano tipicamente la guida invernale.
Una copertura come la Pro One TLE da “30” la puoi montare a ottobre e poi toglierla a marzo (quando ad esempio la ripresa delle corse ti obbliga a gommare il tuo set con qualcosa di più leggero), ma comunque ti assicura tutto il feeling, tutta la morbidezza e tutta la scorrevolezza di una copertura di livello premium, che a livello costruttivo adotta il meglio della tecnologia di cui è oggi in possesso Scwhalbe.
Ulteriori informazioni:Schwalbe.com
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