28 giu 2017 – Pensate ad andare in discesa forte, fortissimo, più di sessanta all’ora, più di settanta e oltre. Avete mai osato? Avete presente quella sensazione di alleggerimento della bicicletta che si inizia a percepire con l’aumentare della velocità? Ecco, sì: proprio quella.
Fa paura e porta a frenare.
Noi siamo saliti sulla nuova Tarmac di Specialized. Edizione 2018 e ce ne siamo dimenticati. Anche lasciando andare i freni nelle valli del New Jersey dove Specialized ha presentato alla stampa internazionale la bicicletta. E l’abbiamo sentita docile e precisa anche sulle curve.
La nuova bicicletta sta per arrivare sul mercato. È la versione numero sei del modello di punta stradale di Specialized, quello che ha come obiettivo leggerezza e performance senza compromessi, ma anche aerodinamica come vedremo nelle prossime righe.
Il lavoro degli ingegneri americani è stato indirizzato sul peso e sulla maneggevolezza: «L’idea era di fare una bicicletta più veloce possibile – ha spiegato all’esordio della presentazione Kevin Franks, brand manager di Specizlied – perseguendo sempre il progetto Rider First Engineered e realizzando un prodotto che potesse spingere oltre il limite». Il Rider First Engineered è il concetto che vuole uno sviluppo geometrico e una elaborazione del telaio ex novo per ogni taglia, così che il rendimento sia identico a prescindere dalla misura.
Una rielaborazione evidente, basta dare un’occhiata alla nuova Tarmac per capire che è qualcosa di diverso dal modello precedente. Più simile al Venge?
«Il senso di abbassare i foderi posteriori è proprio quello di migliorare l’aerodinamica – ha spiegato Chris Yu, che nella casa americana si occupa proprio della valutazione aerodinamica di ogni progetto – e nell’elaborazione della fibra di carbonio abbiamo visto che l’irrobustimento per la diversa disposizione geometrica del carro aveva un aumento ponderale trascurabile».
Al tempo stesso è stata rielaborata completamente la forcella per renderla più aerodinamica e in grado di accogliere coperture di grande dimensione. La scelta verso i freni direct mount è andata in questa direzione.
Fibra di carbonio elaborata
Se la forma geometrica è la prima a saltare alla vista come novità evidente della nuova Tarmac, non da meno è l’elaborazione della fibra di carbonio. Ogni parte di carbonio viene inserita nello stampo con precisione certosina, perché ogni pelle di fibra ha una funzione ben definita. Il progetto si è spinto così avanti che si è passati dalle 300 pelli totali di carbonio del Tarmac SL5 (sì, è stato definitivamente identificata con questo nome la versione precedente) alle 500 dell’ultima versione. Il tutto in un peso totale di 733 grammi per un telaio che non trascura certo la robustezza.
Il carbonio FACT 12R è il massimo assoluto offerto da Specialized.
Linea pulita e filante
Si è alleggerita parecchio la linea del telaio Tarmac. Da segnalare, in questo senso, la scatola del movimento centrale. Rielaborata e semplificata è risultata alleggerita di 30 grammi rispetto alla precedente. La linea più semplice è dovuta anche alla scelta di prediligere il passaggio dei cavi elettrici più che quelli meccanici dei sistemi di trasmissione tradizionale. Da Specialized non fanno mistero che questo telaio è pensato più per i gruppi elettronici che per quelli meccanici (che rimangono, comunque, perfettamente compatibili e “montabili” su questo telaio). La forma rimane asimmetrica, come nella versione precedente.
Il tubo di sterzo misura, nella parte superiore, un pollice e un ottavo, mentre la parte inferiore si allarga a un pollice e mezzo. Anche in questo caso l’elaborazione delle misure ha portato a una rivisitazione dello sterzo a seconda della taglia. Nelle misure più grandi si riduce gradatamente, nelle più piccole parte largo e poi chiude e prosegue verso la parte superiore.
Il supporto del cambio posteriore è stato rinnovato e reso più rigido per rispondere meglio alle esigenze di precisione dei cambi moderni. Anche gli altri dettagli e i passacavi sono stati rielaborati, così come i forcellini.
Aerodinamica a tutta
Filante all’aria? Sì, ma le sezioni non sono schiacciate e aerodinamiche come in altri telai dedicati.
Il pensiero lo abbiamo fatto quando abbiamo sentito parlare Chris Yu dell’aerodinamica della Tarmac.
«In realtà c’è stato uno studio molto laborioso sulle linee di questo telaio – ci ha corretto il responsabile dell’aerodinamica – se tocchi il tubo obliquo ti accorgi che non è affatto a sezione tonda ma, anzi, va a modificarsi per tutta la lunghezza. L’aerodinamica è anche in queste scelte meno evidenti».
Tre sono i punti fondamentali che fanno della Tarmac una bicicletta aerodinamica:
1. La forcella
Lo abbiamo scritto: è stata rielaborata, ma il rendere la testa più sottile, oltre che poter accogliere coperture di sezione maggiore rende anche più filante il telaio. In termini percentuali la differenza è notevole.
Anche i foderi della forcella concorrono all’aerodinamica. La linea è stata pensata anche tenendo conto delle turbolenze generate dalla ruota e i foderi scendono giù verticali verso il mozzo anteriore.
Inoltre è stata avvicinata la ruota anteriore al tubo obliquo per ridurre le turbolenze.
2. I foderi posteriori
«Abbiamo ripreso il disegno già visto con la Shiv, la bicicletta da cronometro – spiega Chris Yu quasi ad anticipare l’appunto di biciclette molto simili sul mercato in questo senso – e si modificano nel punto di innesto sul piantone a seconda delle misure del telaio. Più che pensare a un’imitazione tra aziende penso si tratti semplicemente i essere arrivati a conclusioni analoghe».
L’importanza dei foderi posteriori nell’aerodinamica è risultata notevole. Poi, il carro così compatto risulta anche più rigido.
3. Forma del reggisella e del piantone
Tubo sella e cannotto non sono tondi ma sono stati elaborati in modo da avere lo stesso peso, come se lo fossero. Nei test effettuati sulle forme i vantaggi aerodinamici si sono attestati al livello della vecchia Venge ma con, in più, il vantaggio della comodità. Il reggisella è stato alleggerito di 20 grammi ed ha un peso di 120 grammi per la versione più corta (che diventano 180 per il modello più lungo) ed è disponibile con offset da 20 millimetri oppure a zero.
«Realizzare la forma del reggisella che proseguisse quella del tubo piantone è stato il terzo dei vantaggi aerodinamici della Tarmac – conferma Yu – inoltre il reggisella è progettato in due sezioni distinte tra loro: la parte inferiore deve essere rigida e in grado di sostenere la pressione del bloccaggio mentre la parte superiore permette di avere le caratteristiche necessarie al comfort in sella».
Quella che si appresta ad esordire sul mercato (in corsa l’abbiamo già vista anche se non “dichiarata” ufficialmente – date un’occhiata ad alcuni arrivi vincenti di corridori Specialized alle ultime gare importanti) è una bicicletta davvero leggerissima. I pesi del top di gamma parlano di appena 6,2 chilogrammi per la versione rim brake (cioè con freni tradizionali). Entrambi i valori fanno riferimenti al montaggio con ruote per copertoncini e misuratore di potenza completo (di cui vi racconteremo prossimamente).
Galleria fotografica
Guido P. Rubino
non è che la bmc li accusa di plagio
In realtà da casa Specialized avevano subito chiarito di essersi ispirati alla loro stessa Shiv, la bicicletta da cronometro. E infatti la soluzione dei foderi bassi è voluta proprio per l’aerodinamica.