26 lug 2019 – Caos è la parola che ci viene in mente immediatamente. Difficile descrivere diversamente la situazione che si è creata al Tour de France nella seconda tappa alpina, la penultima di montagna. Dopo il Col de l’Iseran arriva la notizia: più avanti ha fatto una grandinata che sembra neve. C’è stata anche una piccola frana.
Non si passa, si finisce così.
La tappa viene battezzata conclusa in cima a l’Iseran. Valgono i tempi sul Gran Premio della Montagna e si fermano tutti. Tappa corta e ancora più accorciata, ma tanto è bastato per rivoluzionare anche la classifica.
Bernal, che era all’attacco, ha preso la maglia gialla sfilandola ad Alaphilippe.
Il francese puntava a recuperare tempo in discesa ed era molto contrariato per lo stop forzato. C’è da dire che nel tratto di discesa fatto prima di fermare la corsa non aveva recuperato nemmeno un secondo e forse per lui è andata pure bene così. Nella salita finale avrebbe potuto perdere ancora di più di quanto dice oggi la classifica a fine tappa.
C’era l’Iseran, lì, nel finale a fare paura. Ma per Pinot la tappa è finita prima della metà. Percorso di soli 126 chilometri ma un dislivello da tappone alpino. Thibaut Pinot è stato opaco anche nella tappa di ieri. Stanco? giornate di crisi? No, un problema muscolare rimediato in un incidente. Addirittura si parla di una lesione muscolare che alla fine non lo ha lasciato pedalare come voleva. Anzi, non l’ha lasciato pedalare proprio fino a costringerlo, in lacrime, col piede a terra in quel copione che fa da spauracchio ai corridori: il meccanico che carica la bicicletta in auto, le mani a nascondere gli occhi, il casco ancora in testa.
Un pezzo di spettacolo, c’è da scommetterci, finisce qui in questo Tour.
Sono fatti di corsa, si dice, mentre in fuga ci sono Nibali e Caruso.
È l’Iseran che fa la storia, come è giusto nella letteratura ciclistica del Tour de France. Il primo ad attaccare è Thomas, non fortissimo, poi risponde Kruijswijk e anche Landa. Alaphilippe perde via via le ruote ma non salta per aria. Rimane lì ad inseguire mentre davanti a lui si forma un gruppetto di attaccanti, c’è anche Bernal che è quello che parte più forte di tutti e con la sua azione riassorbe completamente la fuga.
L’attacco di Bernal è micidiale, trova alleato di strada in Barguil (che poi si stacca) e continua a guadagnare su Alpahilippe. Una sgroppata che gli vale una maglia gialla virtuale che diventa reale per la decisione della giuria.
Si conclude così la tappa più corta di questo Tour de France, forse una delle più intense dal punto di vista umano e sportivo. Ce ne sarà da scrivere ancora. Per ora ci fermiamo qui a riordinare le idee.
Aggiornamento
Al contrario di quanto detto in precedenza, pur aggiornando la classifica generale, non è stato nominato un vincitore di tappa.
Redazione Cyclinside