21 giu 2019 – Dopo la caduta che ha rovinato la stagione a Froome e la paure per Thomas, ritornano in mente le stesse polemiche sull’impostare un’intera stagione su di un obiettivo unico.
Erano le polemiche che circondavano a suo tempo Miguel Indurain, ma che hanno seguito poi svariati campioni. Quelli che puntano tutto sul Tour de France.
Se Thomas avesse saltato il Tour, per lui sarebbe stato un problema superabile. È un corridore affermato, ha vinto il Tour l’anno scorso. Magari se non avesse un palmares del genere, avrebbe avuto qualche complicazione in più. Certo per il nuovo sponsor Ineos sarebbe stato un danno immenso.
Quanto è realmente rischioso quindi puntare tutto su di un solo appuntamento annuo? Tantissimo, si rischia di chiudere una stagione intera con uno zero assoluto. Il gioco ne vale la candela? La risposta è sì perché a tutt’oggi, nonostante l’Uci abbia cercato di creare ranking vari e dare più importanza a chi corre da protagonista tutta la stagione, nel ciclismo il Tour de France domina e spadroneggia. Lo sport è un veicolo pubblicitario ed il Tour in questo senso ha numeri da paura. Il seguito del Tour è circa 10 volte maggiore di quello di altre corse blasonate. Non si tratta di una corsa migliore, si tratta di una corsa senza paragoni con le altre.
Il ciclismo ruota intorno al Tour. Cambiare questo modo di vedere spetta all’Uci, ma al momento è un’operazione impossibile. Tutte le classifiche che si possono creare non reggono il confronto. Anche un possibile ripristino della World Cup, che non si corre più da 20 anni, cambierebbe poco.
In pratica i migliori corridori al mondo in questo momento possono correre solo a Luglio il Tour allenandosi per tutto il resto dell’anno, e guadagnare in termini sia economici che di prestigio come per un’intera stagione corsa al top. A patto di non cadere e rompersi un osso un mese prima della gara, e perdere un anno intero.
Ho sentito alcune persone in America informarsi sul Giro d’Italia, che oltreoceano non è trasmesso in TV, chiedendo cos’è, e la risposta è stata: “hai presente il Tour de France? Più o meno la stessa cosa, ma fatto in Italia”. Denigrante per il Giro e per la storia del ciclismo in generale, ma lo stato attuale delle cose è questo, e poco importa se molte edizioni del Giro d’Italia sono state più belle del miglior Tour mai corso.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)