24 mag 2018 – Squadra che vince non si cambia, si suole dire, e oggi Simon Yates è apparso, per la prima volta, in difficoltà rispetto agli attacchi dei rivali nel finale della tappa con arrivo a Prato Nevoso.
Stanchezza che arriva e Giro tutto da giocare ancora? Evidentemente sì, almeno per il tutto da giocare, visto che il vantaggio del britannico sugli avversari si è fatto più esiguo ed ora Dumoulin è a soli 28 secondi dalla maglia rosa. Le prossime due tappe saranno decisive insomma.
Cos’è successo a Yates rispetto ai giorni scorsi? Al di là delle dichiarazioni di circostanza (“oggi ero un po’ più stanco” ha sorriso il britannico all’arrivo, apparentemente con la stessa calma di sempre) sarà ovviamente la maglia rosa con la sua squadra a fare il punto e certo non diranno se ci possa essere davvero qualcosa che non vada a livello di forma fisica. Lo scopriremo domani, in ogni caso.
Però una cosa l’abbiamo notata rispetto ai giorni scorsi e anche a ieri: Yates ha cambiato gli scarpini. Nota non da poco perché la maglia rosa ha fatto un cambio drastico, non ha solo cambiato calzature, cosa normale: in un Grande Giro ogni corridore ha diverse paia di scarpe da utilizzare come ricambio in caso di problemi o rotture – e tutte scarpe già rodate che normalmente vengono utilizzate alternandole proprio per essere sicuri di avere subito le stesse sensazioni una volta in sella.
Simon Yates oggi lo abbiamo visto con delle calzature nuovissime e di modello differente rispetto a quelle impiegate nei giorni scorsi.
Calzature diverse: che succede?
Scendendo nel particolare, fino a ieri la maglia rosa ha utilizzato le Road RC Lace di Scott. Un modello anche piuttosto particolare perché dotato dei classici lacci per la chiusura. Oggi Yates è partito con le calzature top di gamma (con tanto di personalizzazione con il suo nome): le Road RC Ultimate.
Il cambio di modello porta a due conseguenze. La prima è proprio una sensazione diversa nella calzata. Chi ha esperienza di biomeccanica sa che in un Grande Giro non ha senso cambiare modello di calzatura a meno di problemi conclamati – e visto come ha pedalato Simon Yates nei giorni scorsi, evidentemente, le cose non andavano male. Ma il dubbio che pure è stato buttato lì è: sicuri che le tacchette fossero assolutamente perfette?
Sappiamo per esperienza che spesso i meccanici dei professionisti utilizzano un sistema di misurazione esterna della calzatura per posizionare le tacchette su più scarpini dello stesso corridore. Si tratta di un metodo corretto con calzature di uguale modello, ma che può diventare impreciso con modelli di calzatura diversi anche all’interno dello stesso marchio, poiché le conformazioni delle calzature cambiano da un modello e l’altro e allora la stessa posizione della tacchetta rispetto alle misure esterne non è detto (anzi è altamente improbabile) che corrisponda allo stesso posizionamento rispetto al piede che è all’interno. In più, appunto, occorre considerare il diverso “feeling” che si ha con calzature diverse di cui abbiamo detto (tra i due modelli, in particolare, cambia la rigidità della suola).
Anche se la crisi di oggi, come è probabile anzi, non ha a che vedere con questo dettaglio, è certamente un comportamento curioso quello del capo classifica generale del Giro d’Italia 2018. Almeno avrebbe potuto provare ieri il nuovo modello, con una tappa decisamente meno impegnativa, visto l’arrivo in volata, piuttosto che in una frazione con una salita finale impegnativa con quasi 200 chilometri nelle gambe.
Aggiornamento
La condizione di Yates, evidentemente, non era certo un problema di scarpe, come abbiamo visto nella tappa del 25 maggio con il Colle delle Finestre. Però abbiamo notato come il britannico e ormai ex maglia rosa, sia tornato…. suoi suoi passi andando a calzare di nuovo gli scarpini con cui aveva corso praticamente tutto il Giro d’Italia.
Si è accorto dell’errore o è stata semplice scaramanzia?
Guido P. Rubino
pubblicità alle scarpe, nulla di più. tutto il resto non stà in piedi
Avesse vinto…
Crisi o non crisi, ha fatto un errore da principiante! Cambiare modello di scarpa, in un giro a tappe, può portare conseguenze gravi.Un plantare, ache se leggermente diverso, cambia l’assetto in bici e fa lavorare tutta la catena cinetica in modo diverso .Se poi aggiungiamo, come dice l’articolo, il fattore tacchetta…la frittata è completa.
Però non vi siete accorti del cambiamento più importante nella scelta del materiale tacnico che ha fatto il vincitore dell Giro propio prima delle tappe di montagna ….froome 3 giorni fa ha cambiato sella passando dalla storica fizik arione 00 alla power specialized (quella corta), inoltre ha avanzato e alzato la posizione sella…come mai questo cambiamento nel modello della sella utilizzato e proprio alla vigilia delle tappe più importanti? non è strano?
Grazie della segnalazione Dennis. Ecco qui:
https://cyclinside.it/froome-ha-cambiato-marcia-posizione-e-sella/