Un piccolo grande record quello fatto segnare lo scorso 29 maggio da Wilier Triestina: questa fornisce per la prima volta in uso un nuovo modello in versione di prototipo a un corridore sponsorizzato. E questi, dopo averla usata giusto un paio di volte in allenamento, ci gareggia e ci vince subito.
È successo alla Mercan’ Tour Classic e ne avevamo dato conto qui, quando il talento francese aveva alzato le braccia al cielo con quella Wilier “segreta ma non troppo”, appunto perché rifinita con una colorazione speciale, probabilmente per attirare volutamente la curiosità di fotografi e appassionati di tecnica.
Quella bici esce ufficialmente oggi ed ha un nome che in sé rimanda alle grandi sfide in salita, ancora meglio se con pendenza a doppia cifra o se preferite verticali, appunto.
![Wilier-Verticale-GroupamaFDJ-24-595 – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/Wilier-Verticale-GroupamaFDJ-24-595.jpg)
Noi di Cyclinside questa nuova Verticale SLR abbiamo già avuto il modo di provarla abbastanza a lungo, grazie alla disponibilità di Wilier che ce l’ha spedita quaranta giorni prima di questo 25 giugno 2024 in cui la bici esordisce ufficialmente.
Abbiamo provato una taglia M allestita con Shimano Dura-Ace e ruote Miche Kleos RD 36, che, comprensiva di portaborraccia (ma priva di pedali) ha fermato l’ago della bilancia alla cifra decisamente interessante di 6500 grammi.
Costo da… pro
Prezzo? 12.200 euro. È un prezzo importante, è ovvio, in linea con i costi attuali degli omologhi modelli delle Case concorrenti, appartenenti allo stesso segmento di mercato.
Ma delle considerazioni sul prezzo e soprattutto delle nostre prime impressioni d’uso parliamo più specificamente nel video su cui vi invitiamo a cliccare, nel quale riassumiamo i nostri feedback maturati dopo una quindicina di uscite svolte non solo su percorsi ricchi da salita.
![TESTJPG00000 – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/wilier-triestina-verticaleIMG_20240619_152442_00_034.jpg)
Qui, piuttosto, ci dedichiamo, ad una più approfondita descrizione tecnica di questa nuova superleggera di Casa Wilier.
La più leggera di sempre
Verticale è diretta erede della Zero SLR, bici che va decisamente a rimpiazzare al vertice della linea “Wilier”, affiancando la al top della collezione la Filante SLR, uscita nel 2021, che diversamente dalla Verticale SLR continua a rappresentare il riferimento nel segmento delle “polivalenti”, focalizzate (prima di tutto) sull’aerodinamica.
Dunque, i numeri di Verticale SLR colpiscono prima di tutto se si indaga sul dato del peso, con 720 grammi per un telaio verniciato in taglia M, ovvero circa 100 grammi in meno rispetto al precedente Zero SLR della stessa taglia. Ed è il telaio “disc” più leggero nella storia Wilier.
Ma, ed è il costruttore stesso che ci tiene a sottolinearlo, la rincorsa alla leggerezza qui è stata fatta con l’imperativo categorico di non sacrificare i requisiti imprescindibili per una bici destinata ai top rider; sicurezza rigidità e guidabilità:
«La leggerezza va governata. Fare un telaio leggero è relativamente semplice, ma farne uno leggero con performance e qualità di guida di altissimo livello richiede un’eredità forte». Ci ricorda Wilier nel documento che accompagna il lancio di questo nuovo modello.
Tre fattori per buttar giù il peso
Per risparmiare quei cento grammi e ottenere un fatidico “-10 per cento” nel confronto di peso con la o SLR la soluzione è stata triplice: accorgimenti sull’architettura tecnica di alcune parti di telaio, affinamento del processo di costruzione da stampo e infine un diverso impiego del “blend” di fibra a disposizione di Wilier.
I filamenti di origine sono sempre forniti dalla Toray, con un mix di fibre T800, T1100 e M46JB utilizzate e sovrapposte in maniera diversa sul frame, ma in questo caso il telaio finito prende corpo da diverse sagome (ben 400 in tutto) intrecciate e disposte in maniera diversa, funzionali alla diversa morfologia di alcune parti di cui diremo e breve e poi lavorate con un processo di compattazione interno delle fibre che ha ulteriormente affinato ciò che succedeva sulla precedente piattaforma 0 SLR.
A cosa ci riferiamo? Al fatto che nel processo di compattazione i controstampi che nella cosiddetta fase di curing spingono il carbonio sulle pareti interne dello stampo principale sono realizzati con polimeri espansi, che durante il processo di curing, si adattano “attivamente” ai materiali che si consolidano durante questo processo proprietario, che non a caso Wilier chiama Active Moulding.
Soluzioni inedite sul telaio
La “cura dimagrante” cui è stato oggetto il telaio ha riguardato anche particolari apparentemente piccoli, che in realtà sono tali solo se si considera che togliere peso su un telaio che già era estremamente leggero era cosa complessa; ancor più difficile è stato alleggerire senza incidere sulle qualità di resistenza di cui dicevamo prima.
Dunque, diversamente dalla 0 SLR, dove il sistema di fissaggio a scomparsa del reggisella agiva dall’alto verso il basso, ora la bussola che serra il tubo agisce diagonalmente e si gestisce dalla parte inferiore, nascosto alla vista. È un’estremizzazione estetica ma come dicevamo anche un’estremizzazione tecnica, studiata per risparmiare una manciata di grammi.
Degna di approfondimento anche la riprogettazione del supporto per il deragliatore anteriore; in questo caso, il componente non si fissa su un supporto fisso rivettato, ma piuttosto lo fa grazie ad un supporto riposizionabile, a sua volta fissato su un’anima in alluminio posta dentro la tubazione stessa.
Questo per ottenere un doppio vantaggio: garantire la continuità della fibra di carbonio evitando la “strozzatura” del tubo spesso connessa all’impegno dei rivetti e inoltre ampliare il range di compatibilità guarniture, che ora va dalle guarniture compact 50-34 fino ai più generosi plateau con corona grande da 56 denti, oggi utilizzate di frequente da tanti corridori di livello World Tour.
Ancora, il carro è studiato per alloggiare un forcellino posteriore portacambio di nuova generazione, con una sagoma studiata per impedire la rotazione e con una forma che aumenta non poco lo spazio tra telaio e catena, evitando eventuali punti di contatto tra le parti.
Rivisitati sono anche i perni passanti, anche questi oggetto di una cura dimagrante che ha limato qualche grammo (9 per l’esattezza).
Infine il reggisella. È ovviamente specifico per questo frame (come oggi accade per la maggior parte dei telai di questo livello e lignaggio): ha una forma a goccia e prevede due piccoli fori inediti nella parte alta posteriore. A cosa servono? Ad ospitare il numero di gara oppure ad installare una luce posteriore
Altra cosa al giorno d’oggi obbligata rispetto alla “nuova scuola” di condurre la bici da corsa: il reggisella è disponibile sia con il morsetto arretrato di 15 millimetri (ed è quello che abbiamo testato noi) oppure in versione con off-set pari a zero, soluzione molto apprezzata oggi dai pro rider.
La forcella
Ventiquattro grammi in meno il raffronto tra forcella della 0 SLR e quella di questa nuova Verticale SLR. Ma a proposito di forcella gli elementi migliorativi coinvolgono soprattutto l’aspetto strutturale, rivisto sostanzialmente rispetto al vecchio modello.
Tanto per cominciare, a livello estetico un occhio attento può presto accorgersi del profilo esterno asimmetrico tra stelo sinistro (più esile) e destro (più corposo), così disegnato per assecondare al meglio i carichi difformi cui li obbliga la forcella nel momento della frenata; per lo stesso motivo, inoltre, anche la porzione di stelo inferiore all’innesto del rotore è stata disegnata con un design sghembo, ovvero non rettilineo come succedeva sulla forcella della 0 SLR.
La novità che non si vede
Ma la novità strutturalmente più importante della forcella è quella che non si vede, relativa alla porzione che collega testa forcella e cannotto: per assicurare maggiore continuità possibile alle fibre di carbonio che formano questo pezzo monoscocca e per fare ancora meglio rispetto a quel che succedeva sulla 0 SLR, ora la base del cannotto ha un design che limita al massimo la soluzione di continuità tra testa e cannotto.
In pratica, la base del cannotto ha la classica forma conica che contraddistingue le moderne forcelle tapered, ma in questa fattispecie l’altezza del cono è decisamente maggiore, appunto per garantire la migliore continuità strutturale possibile. Questa architettura necessita di uno scorrimento inferiore ad-hoc, sempre da 1.1/4” come avviene per lo scorrimento alto, ma con un posizionamento più alto rispetto a quel che accade di solito.
Pesi nel dettaglio: ecco il confronto con la o SLR
Manubrio integrato di nuova generazione
La rassegna delle novità introdotte con la Verticale SLR finisce con il manubrio integrato, sviluppato contestualmente con questo telaio: c’è da dire che in questo caso di oltre ai contenuti tecnici, di interessante c’è soprattutto l’approccio a questo comparto della bici da corsa race che negli ultimi tempi sta conoscendo un’evoluzione che ci sentiamo di considerare epocale.
L’input, come spesso accade nel segmento delle bici da competizione, è arrivato dai corridori di alto livello, nella fattispecie da quelli del team Groupama FDJ. Dal 1 gennaio 2024 la squadra transalpina è sponsorizzata da Wilier, ma è già dalla scorsa estate che il team di David Gaudu e Stefan Küng sta collaborando attivamente e fattivamente con Wilier, per lo sviluppo e l’affinamento dei materiali.
Facciamo presente a tal proposito che anche l’Astana è l’altro big team del World Tour ad essere “targato” Wilier, ma la realtà dei fatti vuole che sia più la squadra dei blu ad essere collaborativa con Wilier a livello di sviluppo, piuttosto che la compagine kazaka.
Tant’è: lo sviluppo del nuovo integrato che si chiama V Bar declina in una modalità inedita ed esclusiva la preferenza odierna dei corridori ad utilizzare manubri relativamente stretti, seppur all’interno delle regole UCI.
I 37 cm rilevati (“esterno/esterno”) sulla parte alta del modello in nostro possesso lo testimoniano. Ma non finisce qui: la particolarità dell’interpretazione di Wilier è nella forma delle due “code” basse, che diversamente da tanti altri integrati similari con code provviste di flare (ovvero di una apertura delle parti basse rispetto alla linea passante per le estremità della parte alta), propone un’apertura quantificabile in 15 millimetri su ognuna delle due code (30 millimetri in tutto), per poi proseguire con due tratte terminali della piega che tornano ad essere parallele rispetto all’asse longitudinale della bici, e quindi non sono curve come invece accade su altri integrati “di nuova generazione” con forma flare.
Fin qui la particolarità più evidenti della curva, ovvero quella apprezzabili subito a occhio nudo; a queste si aggiungono però delle soluzioni inedite rispetto ai valori morfologici e angolari. Iniziamo da questi ultimi: rispetto allo 0 Bar, ovvero l’integrato di serie montato sulla Filante SLR, l’inclinazione che l’attacco produce rispetto all’asse del cannotto forcella è cambiato, è generalmente meno marcato* (DA VERIFICARE).
![Schermata 2024-06-21 alle 165602 – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/Schermata-2024-06-21-alle-165602.jpg)
Inoltre il drop e il reach delle sei misure previste si discostano non poco da altri integrati, o quantomeno si differenziano con i valori proposti sulla precedente integrato di Casa Wilier, quello 0 Bar montato di serie sulla Filante SLR. A proposito di 0 Bar: approfittiamo per dire che il nuovo integrato V Bar è perfettamente compatibile con la Filante SLR, e allo stesso modo lo 0 Bar si può montare sulla Verticale.
Decisamente diverso però è l’approccio morfologico proposto da questo nuovo integrato, anche questo frutto delle indicazioni dei pro rider uniti ad attente iterazioni e studi di Wilier per proporre la più ricca e ottimale combinazione dimensionale possibile nella interazione con le sei taglie di telaio previste.
Il grafico che segue sta a dimostrare proprio questo: la campitura prodotta tra l’asse delle ascisse e delle ordinate sta a rappresentare proprio tutte le possibili combinazioni telaio/manubrio per tutte le misure previste di entrambi: come vediamo manca la benché minima forma di sovrapposizione, o se preferite di posizioni multipole nelle combinazioni, questo a dimostrare che le possibilità di scelta a favore del corridore sono numerosissime oltre che ben ponderate.
![Schermata 2024-06-21 alle 165624 – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/Schermata-2024-06-21-alle-165624.jpg)
![Schermata 2024-06-21 alle 165647 – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/Schermata-2024-06-21-alle-165647.jpg)
A proposito di manubrio, vale la pena aggiungere anche una, anzi due, novità strutturali: la più importante è quella relativa alla delicata zona di serraggio con il cannotto forcella: il tradizionale morsetto è architettato per ospitare una doppia bussola che si inserisce nella struttura monoscocca del componente, funzionale a risparmiare peso e soprattutto a distribuire al meglio le coppie di serraggio.
A corredare il tutto in senso estetico e funzionale c’è poi un inserto in gomma che garantisce un look pulito e che evita l’accesso di sporco e polvere.
La seconda novità tecnica apportata dal V Bar è inoltre un nuovo supporto ciclo computer, studiato ad hoc per questo componente: è sempre un alluminio, ma, diversamente che in passato, si fissa alla curva in modo integrato, tramite due fori passanti. Questo, ancora una volta, ha permesso di ottimizzare il peso.
A proposito di pesi: il V Bar ha un peso dichiarato di circa 310 grammi.
V Bar è disponibile nelle seguenti misure: due con larghezza 37/40 con attacchi da 90 e 100, quattro con larghezza 39/42 con attacchi da 110, 120, 130 e 150 mm.
![v bar wilier triestina – Cyclinside.it](https://cyclinside.it/wp-content/uploads/2024/06/v-bar-wilier-triestina.jpg)
A livello cromatico, le colorazioni disponibili della curva sono in alcuni casi (come quello della sgargiante versione Hulk Green che abbiamo testato) in tinta con il colore del telaio, realizzando in questo modo un risultato estetico molto elegante.
Verticale SLR: ecco i colori disponibili
Geometria rivista ma non troppo
Rimanendo sul frame-set e focalizzandoci sull’aspetto angolare e dimensionale, non ci sono modiche sostanziali nella configurazione geometrica rispetto alla 0 SLR (e anche alla Filante SLR).
Inclinazione di sterzo, assetto del carro e impostazione del tubo verticale sono quelle collaudate ed apprezzata da tempo dai tanti professionisti che nel corso degli ultimi anni hanno pedalato “Wilier”.
Semmai, l’innovazione geometrica apportata dalla Verticale è relativa alla progressione dei valori di stack e reach per le sei taglie prodotte: intendiamo dire che, sempre nel confronto con la Filante SLR, sulle sei misure di telaio i valori di reach sono stati leggermente compattati per le misure piccole XS e S; e allo stesso modo sono stato incrementati per le due misure grandi XL e XXL. Sulle misure intermedia M e L, invece, stack e reach sono sostanzialmente invariati.
Anche questa modifica è intervenuta grazie agli input congiunti generati dai feedback dei corridori e assieme a questo da un approfondito studio di Wilier, teso a trovare la soluzione migliore per adattarsi alle tipologia anatomica prevalente dei corridori odierni, a loro e alle loro rinnovate modalità di impugnare la curva manubrio della moderna bici da corsa.
Allestimenti e prezzi
Verticale SLR è disponibile al pubblico nei seguenti allestimenti:
- Campagnolo Super Record Wireless con ruote Miche Kleos RD 36, 13.440 euro
- Sram Red AXS con powermeter con ruote Miche Kleos RD 36, 13.000 euro
- Shimano Dura-Ace on powermeter con ruote Miche KLEOS RD 36: 13.000 euro
- Shimano Dura-Ace senza powemeter con ruote Miche Kleos RD 36, 12.200 euro
- Shimano Ultegra con ruote Miche Kleos 36: 9.900 euro
- Sram Force con Powermeter con ruote Miuche Kleos 36: 10.400 euro
- Sram Force AXS co ruote Miche Kleos 36; 9.900 euro
- Kit telaio (telaio, forcella, manubrio V Bar, luce posteriore, supporto ciclocomputer): 5.800 euro
Ulteriori informazioni: Wilier Triestina