Prendete due amici, entrambi con la passione per la bicicletta da corsa. Uno pedala regolarmente, l’altro no, esce quando può, senza regolarità. Ha pure un bel po’ di chili in più.
Ma vogliono uscire in bicicletta assieme.
La situazione è classica, l’abbiamo ridotta a due per semplicità, ma poi finisce sempre che ci si deve aspettare. E allora quello allenato, pur ripagato dalla compagnia, si annoia un po’. L’altro fa quel che può, magari si dispiace e cerca di recuperare il possibile, ma quella mezza pedalata in più, oltre le sue forze, rischia di mandarlo in crisi. Comunque di farlo soffrire da arrivare a fine giro sfinito o giù di lì.
E se si va fare una salita non ne parliamo. Uno aspetta, l’altro arranca. Quando raggiunge l’altro, quello più allenato si è pure riposato, aumentando la differenza. Lo ha aspettato ed è pronto a ripartire. L’altro ha il fiato corto, in affanno da chissà quanto.
Una strana storia
Bello uscire insieme ma così diventa un calvario.
Noi ci siamo messi nei panni di quei due amici, anzi, li abbiamo interpretati perfettamente e poi ne abbiamo parlato con Wilier Triestina, azienda che, nel suo catalogo, ha splendide biciclette da corsa ma anche delle ottime e-bike. Anzi: e-road, che sono quelle biciclette pensate per assomigliare il più possibile a una bici da corsa tradizionale ma col motore. Così da garantire al ciclista il divertimento della guida di una vera bicicletta da corsa, ma con un aiuto in salita così da non sfinirsi troppo.
Cos’è una e-road (e cosa non è)
Ecco, chiariamo una cosa: le e-road hanno batteria e motore che puntano alla leggerezza prima che alla prestazione. Si possono utilizzare senza problemi anche a motore spento (come è capitato a noi, trovate tutto nel video) perché il peso supera di poco quello di una normale bicicletta da corsa e quando ci si trova in pianura non ci vorrà poi troppo a stare a ruota e pedalare con gli altri compagni di uscita anche quando la velocità supera i fatidici 25 chilometri orari oltre i quali la legge obbliga a spegnere in automatico il motore per poter definire il mezzo “bicicletta” e non altro. Motori leggeri e batterie leggere hanno autonomia a potenza ridotti rispetto a biciclette più pesanti e nate per altri scopi. Ma hanno il pregio di supportare il ciclista in salita soprattutto, permettendogli di pedalare con un affaticamento relativo.
Sì, perché non pensiate che non si faccia fatica. Se ne fa eccome, soprattutto se si deve centellinare la batteria in vista di una dislivello importante.
Sul Monte Grappa
Da poco più di 200 metri sul livello del mare si arriva a quasi 1.800, la salita è importante e pure estrema per il nostro particolare test. Ma, proprio perché tale, perché non spingere la prova al limite? Il percorso affrontato lo visualizziamo in questo grafico:
La scelta delle biciclette: geometria “endurance”
Abbiamo scelto con Wilier Triestina due biciclette: una Granturismo SLR, come bicicletta tradizionale, e una Filante Hybrid per quella con motore. La prima montata Shimano Dura Ace Di2, l’altra con lo Sram Force eTap AXS. Confrontandoci con i responsabili della casa veneta non abbiamo scelto volutamente la Filante SLR, la bicicletta di vertice della gamma stradale perché diversa nella geometria rispetto alla Filante Hybrid. L’impostazione della Filante dotata di motore prevede una geometria più “endurance” e meno esasperata rispetto a una bicicletta destinata alle gare di altissimo livello. Logica, dunque, la differenza geometrica e la nostra scelta di conseguenza. Abbiamo puntato su due biciclette il più possibile simili tra loro come impostazioni di guida.
Com’è andata?
Il racconto dettagliato della nostra prova potete trovarlo nel video di questo articolo. Abbiamo pedalato per un bel po’ in salita ma anche per tanti chilometri in discesa in cui le biciclette erano da guidare con attenzione per l’alta velocità che si tendeva a raggiungere e anche per un fondo stradale non proprio ottimale (spesso con curve sporche di sassolini che non aiutavano nella tenuta).
Mentre il nostro ciclista più allenato sgambettava in salita con la Granturismo SLR, l’altro centellinava le energie con la Filante Hybrid. Sapevamo in partenza di avere messo nel mirino un dislivello eccessivo per la bicicletta e non avevamo a disposizione “l’extender”, ossia la batteria aggiuntiva che Wilier Triestina mette a disposizione da poter fissare al posto del secondo portaborraccia e in grado di dare autonomia in più. Speravamo non ci sarebbe servito, ma saremmo rimasti delusi.
Pur centellinando la batteria, infatti, tenendo il livello praticamente sempre al minimo, tranne qualche brevissimo tratto fatto con un po’ di esuberanza, la batteria è andata definitivamente sul rosso allarme che ancora non avevamo raggiunto la vetta e ha spento definitivamente il motore a circa un paio di chilometri dal “traguardo”.
Una tragedia? Nient’affatto.
Pur diventando improvvisamente pesante, siamo stati in grado di arrivare in cima stringendo un po’ i denti e senza neanche imprecare troppo. Anzi, a conti fatti abbiamo pure sfruttato bene la batteria accoppiando l’elettroncia del sistema Mahle direttamente al nostro Garmin Edge 840, così da poter avere una regolazione di fino della potenza erogata dal motore e un controllo migliore dell’elettronica di bordo.
Per discesa e pianura
Complice anche un errore di percorso in discesa (ma quando ce ne siamo accorti non valeva più la pena tornare indietro – in salita e con la batteria ormai esausta) abbiamo avuto modo di testare per bene la Filante Hybrid in discesa e in pianura.
Nelle curve più veloci il peso del motore posteriore si sente ovviamente, non è un problema ma occorre prenderci un po’ la mano rispetto a una bicicletta più leggera. Ottima e comoda la guida anche della Granturismo SLR.
In pianura, con la Filante Hybrid a motore spento siamo stati senza problemi a ruota del ciclista più allenato contenendone anche qualche allungo in leggera salita. Ma tanto la Filante Hybrid non è certo una bicicletta da usare in competizione.
Per saperne di più sulle biciclette utilizzate, oltre ai link indicati nell’articolo, ecco il sito ufficiale del produttore: https://wilier.com/
articolo e video realizzato da Guido P. Rubino (il ciclista non allenato) e Daniele Barausse (il ciclista allenato)