MAASTRICHT (NED) – Il via è da Maastricht ma per arrivare a Valkenburg ce ne vuole di strada. L’Amstel Gold Race si svolge tutta lì, su strade che si annodano su se stesse e intanto trovano una serie infinita di muri che a guardarne la fila, sulle guide stampate e incollate sulle biciclette dei corridori capisci perché gliele mettono tutte lì. Per leggere “finish” arrivi a metà del tubo superiore.
Strade da percorrere e ripercorrere che sono una manna per i tifosi e una comodità per gli addetti ai lavori. Le ammiraglie delle squadre ormai le conoscono e si muovono con abilità tra campi gialli e piste ciclabili.
Sul furgone messo gentilmente a disposizione da Ridley ci muoviamo più veloci che mai mentre va via la fuga col nostro Montaguti dentro. Una garanzia il ragazzo di Forlì, nella fuga che tiene fino all’ultimo passaggio sul Cauberg, prima dell’arrivo.
Le facce dei corridori si disegnano di fatica man mano che passano i chilometri. Davanti c’è vento, dietro si sta meglio ma le salite fanno la selezione da dietro prima che da davanti.
Bjorn è meglio di un navigatore GPS. «Lo vedi quel dosso lì? quando andavo a scuola e si tornava a casa prendevamo la rincorsa per saltare!» Le bici fanno parte del quotidiano e anche del modo di seguire le corse. Forse anche per questo c’è un traffico più composto nei centri abitati che attraversiamo.
Intanto indica un’altra strada a Filip, il nostro “driver” per oggi. Una carriere alle spalle e un’abilità nel guidare il furgone, manco fosse un’auto sportiva. Sarebbe un ottimo pilota d’ammiraglia.
Un altro taglio e un’altra strada. L’aria è fredda e i corridori tengono le maniche lunghe anche se il sole sembra promettere bene. In realtà le previsioni sono alla “può succedere di tutto” e infatti piove pure. Le facce all’arrivo saranno sporche di fango.
Intanto l’elicottero segnala il sopraggiungere del gruppo assieme al boato dei tifosi che fa la ola anticpandone la scia.
Colori d’Olanda che si fa bella alla primavera, signore che aspettano affacciate in finestra e tifosi col camper venuti qui da ieri. Li abbiamo visti già belli posizionati durante l’evento per amatori (di cui abbiamo parlato qui). Tanti ad applaudire, ovunque. Anche loro si spostano di corsa da un punto all’altro, anche se il nostro Bjorn li batte tutti. Alla fine, nel traffico di uscita da Valkenburg indica la scorciatoia. Questa la sa solo lui. Ma non è troppo stretta questa strada per passarci con un “van”?
«Don’t worry, let’s go straight!»
Alla via così, signor Sulu. E Filip scatta ancora una volta.
Noi siamo a posto così. Nella macchina fotografica abbiamo la faccia felice di Enrico Gasparotto che si è sciolto in un abbraccio e in una commozione dopo l’arrivo. C’è anche il terzo posto di Sonny Colbrelli e poi Ulissi e Visconti nei dieci.
Viene voglia di rifarla ancora l’Amstel di oggi. Anche solo guardando le foto:
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Guido P. Rubino, 19 apr 2016