1 mar 2019 – Una prestazione pazzesca quello degli australiani nell’inseguimento. Oltre alla medaglia portano a casa anche il record del mondo sui quattro chilometri abbassato di circa due secondi: un’enormità.
Ad oltre 63 chilometri orari di media hanno coperto i quattro chilometri in 3’48″012 e dalla squadra hanno fatto intuire che questa sia solo una marcia di avvicinamento alle Olimpiadi. Dove arriveranno ancora?
Intanto osserviamo il punto cui sono arrivati e diamo un’occhiata alla tecnologia utilizzata dalla squadra australiana. Biciclette da pista in fibra di carbonio naturalmente fornite da Argon 18, con profilo aerodinamico secondo le ultime tendenze (quindi con posteriori compatti e ribassati sul piantone). La rigidità deve essere la caratteristica principale su pista, il telaio deve aiutare gli atleti senza assorbirne energia e per questo motivo tutto è curato nei minimi dettagli. Compreso il cockpit modulare. Linee essenziali per assicurare la minima resistenza all’aria.
Un po’ di Italia c’è in queste biciclette che utilizzano le ruote a disco, naturalmente in fibra di carbonio, di Campagnolo.
Ma se la bicicletta gioca un ruolo fondamentale, altrettanto si può dire dell’abbigliamento: in fondo la massa rappresentata dal ciclista, al cospetto dell’aria, è preponderante rispetto alla stessa bicicletta.
Il body, realizzato dal Maglificio Santini, è il modello Viper (lo stesso in dotazione anche alla Trek Segafredo per le gare contro il tempo). Il taglio è essenziale sulla figura dell’atleta. Niente colletto e tessuto Artico nella parte superiore per dare la massima traspirabilità. La parte inferiore è in tessuto Thunderbike Power mentre la parte a contatto con la sella è in Lycra Monica (nome in omaggio ad una delle due sorelle Santini, titolari del marchio). Il fondo della gamba prevede un grip in silicone di sei centimetri per assicurare una stabilità totale sulla pelle e l’eliminazione di qualsiasi piega che potrebbe creare turbolenze.
Le maniche sono state realizzate con un tessuto altamente aerodinamico perché sono la parte più esposta al vento nella posizione a uovo tenuta dai corridori in bicicletta.
Roba da campioni del mondo insomma e perfetta per i loro fisici che, indovinate? Vestono le taglie più piccole della scala delle misure.
Redazione Cyclinside