25 mag 2019 – Vedendo la tappa di oggi uno potrebbe solo invidiare la performance di Carapaz. O forse quella di Caruso, perché non sono proprio sicuro chi dei due sia andato più forte in termini di prestazione. Se Carapaz aveva la grinta di vedere davanti tappa e maglia, Caruso aveva da supportare Nibali. E come lo ha fatto oggi è memorabile.
Ma la cosa più invidiabile della tappa di oggi per me è stato il coraggio di Yates.
Vieni al Giro per vincere, e non hai la gamba giusta. Già questo può buttare giù di morale chiunque. Prendi una sonora legnata alla prima tappa seria, che ti butta praticamente fuori dai giochi per la vittoria. Ma non chini la testa e ci provi alla prima salita, da lontano, sperando che ti lascino andare. Così non è perché gli avversari ti temono ancora, non sanno se alla crono hai avuto solo una giornata storta o se davvero non è l’anno giusto, e nel dubbio ti vengono a riprendere. E poi ti staccano. Non molli e rientri. Uno normale qui si sarebbe messo il cuore in pace, avendo già fatto più di quello che la condizione concede. Ma mentre gli altri si guardano riparti per guadagnare una manciata di secondi. Chapeau. Magari a gambe non sarà il campione del 2018, ma a cuore è da primo premio.
Roglic non tira e questo fa imbestialire Nibali. Ma vuol semplicemente dire che Roglic teme Nibali e lo considera il favorito numero uno. E vuol dire che vuole batterlo sul piano psicologico perché teme il confronto diretto, fargli saltare i nervi, anche rispondendo in modo molto pacato alle provocazioni dei giornalisti.
È dura per Nibali ma è qui che deve tirare fuori la sua esperienza di vecchio campione. Non deve cadere nella trappola mentale di Roglic. Non è il primo favorito numero uno che si trova con l’antagonista a ruota che non vuole tirare. È storia vecchia del ciclismo. Si può solo risolvere in due modi: il primo è avere una gamba così superiore da non curarsi di chi si ha ruota, come hanno potuto fare in pochi nella storia. Il secondo è avere una forza mentale superiore. Quando Armstrong staccava Ullrich in salita lo faceva già prima di attaccare. Lo faceva saltare solo guardandolo negli occhi prima di scattare. Se per tutto il resto possiamo condannare Armstrong, possiamo solo ammirare la sua forza mentale in gara e la sua tattica. È su questo livello che deve mettersi ora Nibali, chiamato a un confronto da campione consumato contro un giovane sfrontato.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)