Per un attimo, solo per un attimo. Settantacinque metri in meno e Valverde da leggenda sarebbe diventato ancora di più. Cosa c’è oltre a “leggenda” per definire uno che la Freccia l’ha dominata? E poi si presenta così a quasi 42 anni a mettersi dietro i favoriti. Tutti, tranne Teuns che festeggia meritatamente. Terzo Vlasov.
“Tanto alla fine c’è il Muro di Huy”. La Freccia Vallone si potrebbe riassumere così. Con quell’esame così duro, al traguardo, i favoriti si tengono lontani da fughe a spreco di energie lasciando spazio a predoni e corsari, che tanto poi vengono risucchiati, irrimediabilmente, nel finale dai gregari che vengono portati lì proprio per questo. E alla fine rischia di essere una storia che si ripete. Dopo lo spettacolo della Roubaix forse ci voleva pure una “tappa di trasferimento”, ma è una definizione che si addice alle gare a tappe, non a una classica dello spessore della Freccia.
Ferron e Carr sono gli ultimi rimasti di un’avventura durata più di 150 chilometri, prima dell’ultimo tentativo di Vansevenant e Kragh Andersen. Maglie in mostra e sfilata pubblicitaria che va bene pure così per i primi, sogni di gloria per gli ultimi due. Ma altro che sfilata, qui si tratta di fatica vera, come sempre in bicicletta e anche a dispetto di un percorso che sacrifica lo spettacolo. Che poi nel finale la selezione c’è pure, prima del muro finale, ma da dietro. Segno che non sono certo andati a spasso.
L’ultimo esame, quindi, è il Muro di Huy, con la Movistar davanti per un leggendario Valverde che ci spera, fino a una manciata di metri dal traguardo. Ma in salita.
E intanto ancora Marta Cavalli, nella gara femminile, ha regalato la vittoria all’Italia un’altra volta.
E ora Liegi Bastogne Liegi.
20 apr 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside