Impossibile negarlo: quello dello standard ruota/copertura è l’argomento tecnico ricorrente tra i ciclisti da strada. Ed è anche il più controverso.
Se, infatti, l’interfaccia tubeless-ready è stata sposata dalla stragrande maggioranza dei costruttori di ruote e pneumatici, meno uniformità c’è sulla modalità con cui i talloni della copertura si fissano sui fianchi, ovvero se con o senza “uncini” di ritenzione realizzati sui fianchi interni del cerchio. La seconda tipologia, la cosiddetta “hookless”, ha dato recentemente adito ad accesi dibattiti anche in seguito a incidenti verificati in corsa. I cerchi senza uncino sono finiti sotto processo, e assieme a loro tutti i produttori che negli ultimi hanno creduto e investito fortemente nello standard.
Vi rimandiamo a questo articolo per i dettagli del “polverone” sollevato a marzo 2024.
Cosa pensiamo noi
Cosa pensiamo noi a riquadro? Ribadiamo ciò che spesso abbiamo detto in occasione di test o presentazioni tecniche: ancor più che il tubeless con uncino, ovvero il cosiddetto “hooked”, la tipologia hookless richiede ancor più attenzioni e scrupolo nell’attenersi a quel doppio registro di indicazioni che da una parte riguarda le specifiche fornite dai produttori coinvolti (di ruote o di coperture), dall’altra concerne le indicazioni di compatibilità fornite dall’E.T.R.TO., che è l’organismo preposto all’emanazione di standard specifici sull’accoppiamento tra cerchi, gomme e valvole di una moltitudine di mezzi, inclusa la bicicletta.
Las tipologia tubeless hooked necessita di meno accortezze? Tutt’altro, ma se possibile con gli hookless le attenzioni devono essere maggiori, come minino perché meno ampio è il range di pressione utile.
Serve cultura tecnica
Il praticante ciclista dei nostri giorni, e nella fattispecie il praticante “evoluto” o che utilizza componentistica “premium”, deve capire che per fruire e per godere in pieno e in sicurezza delle caratteristiche tecniche dei materiali odierni servono attenzioni, cura e rigore nel rispettare le specifiche tecniche; sono attenzioni di gran lunga maggiori di quelle che applicavamo dieci, quindici anni fa.
Quanto detto è approccio che riguarda l’interfaccia delle nostre ruote “top”, riguarda gli impianti frenanti a disco, riguarda le coppia di serraggio e riguarda i sistemi trasmissione elettronici, giusto per citare i quattro aspetti tecnici “carichi” di tecnologia.
Che piaccia o meno, questo è il prezzo da pagare sulla strada di prestazioni che sono oggettivamente superiori a quelle di qualche anno fa.
La strada di Fulcrum
Ribadito questo, lo spunto di questo articolo ce l’hanno data Federico Gardin, Marco Franceschini e Nicola Canzian, i tre responsabili Fulcrum che abbiamo incontrato in occasione di un recente evento B.C.A. in Toscana, dove abbiamo potuto vedere e in certi casi provare davvero su strada (qui il nostro test con un paio di leggerissime Speed 25+) buona parte delle ruote di altissima gamma da strada e da gravel del marchio veneto: tutte queste sono accomunate dalla loro interfaccia hooked per il mondo strada e “minihook” per il mondo gravel. La seconda è una sorta di variante sul tema, con degli unici a metà strada tra hooked e hookless.
Hookless? No, per Fulcrum il cerchio senza uncino ha senso solo nel mondo mtb.
Le ragioni di una scelta
Prima, ma non per importanza, ragione che ha consigliato a Fulcrum ad evitare l’hookless sulle ruote road e gravel è una ragione pratica, legata alla necessità di garantire la massima compatibilità tra le loro ruote e gli pneumatici in commercio. «Ad oggi – spiega l’azienda veneta – la soluzione hookless non garantisce affatto una buona compatibilità. Per capire quali coperture possono essere montate su un cerchio hookless bisogna districarsi tra le tabelle di compatibilità specifiche dei vari produttori, e la possibilità di scelta è molto limitata».
La seconda, e ancor più rilevante, ragione ha a che fare con la sicurezza: ancora Fulcrum: «I cerchi hookless risultano sicuri solo a range di pressioni stabilite. Ciò che accade è che molti utenti sono ancora oggi inconsapevoli di questi range di pressioni e tendono a gonfiare più del dovuto. La soluzione hooked garantisce un livello di sicurezza massimo anche a chi dovesse incorrere in questo “errore”».
Ci sono poi questioni accessorie, che hanno corroborato la scelta tecnica e industriale di Fulcrum, ad esempio quella che vuole i cerchi hookless più performanti perché in grado di deformare meno il copertone e garantire di conseguenza migliore impronta a terra e migliore aerodinamica: «Secondo i nostri test, a parità di canale e dimensione dello pneumatico, la deformazione è irrilevante per poter influire su qualsiasi fattore di aerodinamica, di resistenza al rotolamento, di reattività e di comfort».
La questione produttiva ed economica
C’è infine un risvolto inerente gli aspetti produttivi ed economici a carico del produttore. È risaputo che gli stampi per la produzione di cerchi in carbonio sono tra le componenti più costose dell’intero processo produttivo di una ruota: Fulcrum realizza interamente in Italia gli stampi e tutta l’attrezzatura utilizzata nel processo produttivo. Questo non è un semplice elogio del Made in Italy, ma più che altro garanzia di pieno e continuo controllo del processo produttivo.
Ancora, diversamente dai costruttori che realizzano l’uncino attraverso la fresatura del materiale in eccesso, Fulcrum adotta speciali inserti per stampi che risolvono le complessità della fresatura e inoltre evitano che il taglio vivo della fresatura stessa possa danneggiare la qualità delle fibre di carbonio. «Grazie a questo accorgimento – spiega Fulcrum – siamo in grado di realizzare un prodotto di altissima qualità direttamente da stampo, senza il bisogno di rinunciare alle sue caratteristiche indispensabili».
Hookless nel mondo off-road
Motivazioni dimensionali, tecniche e non da ultimo funzionali, hanno invece consigliato a Fulcrum di aderire all’hookless solo in ambito di ruote mtb, perché è in questo ambito che il canale aumenta (sino a 28 millimetri implicando differenti processi di produzione del cerchio) e soprattutto è in questo ambito che le pressioni di esercizio abituali sono di gran lunga inferiori a quelle massime consentite dallo standard “senza uncino”.
Insomma, che quella di Fulcrum non sia una scelta controcorrente o peggio desueta lo conferma il mondo mtb. Diversamente, in ambito road, la scelta hooked è a detta di Fulcrum “la soluzione migliore in termini assoluti”.