L’occasione di provarle è stata grazie ad un evento BCA, l’agenzia di comunicazione che organizza eventi stampa rivolti alle aziende della bike-industry: dunque, all’ultimo Bike Connection Agency Road Spring 2024 organizzato a Massa Marittima (Grosseto) uno dei brand presenti era Fulcrum, che aveva portato la sua linea di ruote di gamma alta e medio/alta destinate al mondo road e gravel.
In ambito road il modello più ghiotto per gli occhi (e i gusti) di chi scrive erano le Speed 25+, ruote a basso profilo uscite giusto lo scorso gennaio (ne avevamo parlato qui), appartenenti al segmento dei set superlight o se preferite da salita.
Leggetevi la nostra presentazione per le specifiche tecniche; intanto qui vi diciamo che su questa copia torneremo anche in un prossimo futuro, per un test di durata che faremo unendo impressioni, distanza e differenti condizioni d’uso.
Ma nel frattempo non potevamo risparmiarci dal darvi già qualche feedback su questo set che in Toscana abbiamo avuto il modo di provare su una Colnago V4Rs in misura 54 montata Shimano Dura-Ace e “gommata” con coperture tubeless Pirelli da 28 millimetri. Peso? 6.880 chili senza pedali, di cui 1.270 rappresentati appunto dalla coppia “nuda” di queste Fulcrum.
Si tratta di un peso molto contenuto, che sulla carta pone questo set come ottima opzione per i climber o in genere per chi mette la leggerezza in cima alle sue priorità.
Ma passiamo alle impressioni sui pedali.
Quella indiscutibile maneggevolezza in più
Una reattività alla forza impressa sui pedali da far paura, poi una sensazione di facilità e “agilità” assolute nel governare la bici: sono le impressioni che abbiamo percepito quasi all’istante su queste Speed 25+, giusto il tempo di avviarci per il nostro “giretto” di 30 chilometri circa e circa 400 metri di dislivello.
Sono le sensazioni di cui vi diciamo spesso anche a proposito di ruote dal profilo (poco) più alto rispetto ai 25.5 millimetri di queste Speed 25+. Ma in questa fattispecie l’altezza del cerchio in carbonio è di quelle davvero contenute, altezza che oggi è diventata quasi una rarità nel panorama dei set di livello destinati alle competizioni.
Relegate a una nicchia?
Sì, perché oggi il profilo più usato dai corridori in corsa si aggira tra i 35 e i 45 millimetri di altezza. Se questo accade è perché nel ciclismo superveloce dei nostri giorni l’aerodinamica diventa componente sempre più importante, la stessa che ha obbligato tante aziende che lavorano nel segmento premium a relegare le ruote a profilo basso quasi a nicchia di mercato, appunto.
È in fondo la stessa nicchia in cui si trova questa Speed 25+ visto che anche la gamma Fulcrum ha un’offerta importante di ruote di alta gamma dal profilo ben più alto rispetto a questa.
Ci domandiamo, però, se e quanto al ciclista amatoriale servano davvero altezze di cerchio superiori ai 40 millimetri circa; o se al contrario (come accade spesso) servano solo a fare più bella la “mise” della propria bicicletta…
Le alto profilo sono infatti ruote veloci, sono aerodinamiche e oggi sono anche molto leggere, ma non potranno mai essere al di sopra delle basso profilo in quanto a maneggevolezza e in quanto a facilità di conduzione con il vento. E questo anche al netto della maggiore facilità che i moderni cerchi ad alto profilo hanno nel gestire situazioni di vento laterale.
Sono requisiti essenziali, questi, per chi il ciclismo lo pratica in termini amatoriali e lo fa anche con un’alta componente competitiva, che però non avrà mai a che fare con le situazioni e le condizioni severe uniche del ciclismo “pro”.
Il cerchio è un tubeless ready secondo lo standard che Fulcrum chiama TwoWayFit (che in sintesi possiamo ricondurre alla famiglia dei cerchi hooked); la larghezza interna è di 21 millimetri. Vi sembra poco rispetto ad altre ruote concorrenti? A detta di Fulcrum e dei suoi tecnici incontrati in Toscana non è assolutamente così: 21 millimetri è il profilo migliore con cui il costruttore ha ottimizzato gli aspetti tecnici di un cerchio che deve essere prima di tutto leggero.
Questo non significa che Fulcrum non contempli canali più generosi, come ad esempio accade sui set della famiglia Speed, destinati alle competizioni su tutti i terreni (e che in quanto tali hanno un cerchio più alto e una canale più largo, da 23 millimetri).
Qui no: qui 21 millimetri è il canale migliore per esaltare le qualità native di questo set prima di tutto da scalata; e a detta di chi scrive, è stato senza dubbio impossible trovare difetti su questo set imputabili a una gola da 21 anziché da 23 millimetri…
A proposito di dimensioni, il cerchio delle Speed 25+ ha ospitato pneumatici tubeless ready Pirelli da 28 millimetri nominali, che gonfiati a 4.5/4.3 bar (ant/post) hanno prodotto una pancia che ha ecceduto di pochissimo i 27.6 millimetri di larghezza esterna del cerchio.
Raggi in carbonio? No, grazie
La moderna generazione di ruote di altissima gamma da corsa ha fatto un balzo tecnico/qualitativo notevole quando, da qualche tempo, i vari costruttori hanno esteso l’impiego del carbonio per realizzare non solo il cerchio, ma anche i raggi della ruota; e in molti casi pure il corpo mozzo (o anche le sole flange). Il set in questi casi ha guadagnato in prestazioni e non da ultimo in leggerezza.
Fulcrum no: Fulcrum con la sua Speed 25+ (che è a tutti gli effetti il modello più costoso in gamma), rimane fedele alla classica raggiata in acciaio; tutti gli elementi si interfacciano sul dorso del cerchio con la collaudata tecnologia MoMag, che permette sia di evitare la foratura della gola tubeless ready, sia di assegnare ai nippli la direzione migliore per stressare il meno possibile il carbonio del cerchio.
Si tratta di problematiche – ci hanno detto gli stessi responsabili Fulcrum incontrati in Toscana – decisamente più difficili da affrontare quando si deve innestare un raggio in carbonio su di un cerchio in carbonio. I carichi dinamici cui è soggetto un raggio possono creare tensioni pericolose nella zona di interfaccia del dorso in carbonio del cerchio. E questo sia quando la connessione tra raggio e dorso è diretta, sia quando c’è un nipple a interfacciare le due parti.
Ad oggi è soltanto questo il motivo che frena Fulcrum dall’adozione di raggi in carbonio sulle sue ruote top, è l’assenza di garanzie assolute di durevolezza e tenuta nel tempo nelle aree di contatto tra raggio e dorso del cerchio.
Manutenzione user friendly
Sulla falsariga di quanto appena detto a proposito dei raggi c’è anche il discorso del sistema di ingaggio trasmissione: l’architettura più usuale su tante ruote “top” del momento è quella che adotta un sistema ispirato al ratchet di DT Swiss, con una corona dentata che ingaggia la trasmissione su di una ghiera filettata posta in senso complanare al corpo del mozzo, non perpendicolare come accade con la classica architettura attraverso arpioni.
L’immediatezza dell’ingaggio e soprattutto l’interfaccia totale tra corona e ghiera sono i punti forti di questo standard che però ha anche dei punti a sfavore. Sono essenzialmente legati alla maggiore usurabilità soprattutto in quei casi in cui, per ragioni di riduzione di peso, diametri e sezioni delle parti destinate ad interfacciare sono ridotte.
Manutenere un ratchet molto usurato talvolta obbliga a sostituire tutto il corpo mozzo, con disagi non trascurabili per l’utente. È ancora una volta questa la ragione che ha indotto Fulcrum ad optare per il classico sistema di ingaggio ad arpioni (tre in tutto) sulle sue ruote top come questa Speed 25+.
Il problema dell’usura in questo caso è pressoché assente e, anche laddove si rendesse necessario, tutte le parti sono facilmente sostituibili.
Costo contenuto
Ultimo, ma non certo per importanza, il prezzo: le Speed 25+ hanno un prezzo che in termini assoluti possiamo definire “importante” (2.591 euro), ma un prezzo sicuramente competitivo rispetto a tante concorrenti, che magari fanno un uso più estensivo di carbonio o adottano tecnologie di nuova generazione.
Le Speed 25+ sono ruote che elevano al massimo grado standard qualitativi e architetture tecniche che potremo definire classiche; e lo fanno scegliendo il profilo del cerchio oggettivamente più facile da governare in tutte le possibili situazioni di guida della bici da corsa; sono ruote che, perché no, in determinate situazioni d’uso possono andar bene anche per il professionista, ad esempio nelle cronoscalate o nelle tappe con dislivello “estremo”; per queste e tutte le altre condizioni possibili, invece, un set del genere può essere perfetto per le esigenze (e per le tasche) del cicloamatore di livello.
Immagini: Mirorr Media Art, Roofowler.
Ulteriori informazioni: https://www.fulcrumwheels.com/it