25 mag 2018 – Rivoluzione al Giro: crisi di Yates o bravura di Froome? Tutt’e due probabilmente per una situazione che ha visto la tappa scoppiettante e saltare definitivamente per aria sul colle delle Finestre, Cima Coppi di questa edizione.
Per Froome è un’impresa spettacolare, a prescindere da come finisca il Giro, a prescindere come vada domani. Gli altri avversari che si sgretolano, si difendono, si disperano, fanno quello che possono.
Ci voleva ed era stata programmata con attenzione dalla Sky, calcolando tutto al centimetro e dimostrando che anche il calcolo possa entusiasmare. E non può essere altrimenti per uno corridore che, pure calcolato, ha deciso di attaccare in maniera antica, lontanissimo dal traguardo, a più di ottanta chilometri dall’arrivo.
Yates intanto è naufragato, al punto che dopo il Colle delle Finestra si è smesso pure di calcolare il suo distacco, superiore già al quarto d’ora.
Difficoltà anche per Pozzovivo. Un diesel il lucano in questi giorni, ma anche lui in ritardo, seppure senza crolli. Riesce a limitare i danni, ma intanto si allontana dal podio del Giro d’Italia.
Crolla definitivamente anche Fabio Aru, che si ritira nella maniera più triste dal Giro d’Italia: nel buio totale. Un fondo da cui risalire e basta, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Froome e la cronometro: l’ha messa in questi termini il campione britannico per sfinire gli avversari. E dietro si guardano, litigano pure su chi deve tirare e intanto perdono tempo. Gambe che non ne hanno abbastanza, non quanto vorrebbero almeno.
Ora che succede? Domani c’è l’arrivo a Cervinia, tutt’altro che una passeggiata prima della passerella romana. Può ancora succedere di tutto e nulla è scontato. Difficile immaginare qualcosa, ma certo a questo punto, l’avversario principale di Froome può essere solo Dumoulin che si è difeso per tutta la tappa al meglio delle sue forze.
O al massimo l’UCI. E questo è certamente il primo avversario da sconfiggere al più presto. Che vinca o no questo Giro, Froome, ne è stato assolutamente protagonista e se dovesse uscire qualche squalifica tardiva, riguardante il Giro, per la questione solbutamolo (relativa alla Vuelta 2017) sarebbe un autogol imperdonabile per il ciclismo.
E anche per questo, Froome, sta diventando simpatico a tutti. Con quel suo italiano sempre più fluente e finalmente un sorriso che sa di serenità.
Il pubblico sulle strade del Giro d’Italia ha riconosciuto il campione più moderno che corso all’antica e ha conquistato la maglia rosa e tutto il pubblico. Per lui applausi e niente più prese in giro. Lui con la pedalata agile e quella posizione che fa discutere. Efficace e micidiale più che mai.
Viva il Giro, viva Froome.
Redazione Cyclinside