12 ott 2019 – A Roma, è un dato di fatto, diventa tutto più complicato, nello sport e soprattutto se si parla di ciclismo. Perché se per il calcio (nessuna sorpresa) una soluzione si riesce a trovare sempre (non fosse altro per tenere buoni tanti potenziali elettori), quando di mezzo c’è il ciclismo – non importa a che livello – ci scappa la figuraccia.
Peccato per la capitale, vittima di invidie, dispetti, paure, rivincite e chissà. E a farne le spese, alla fine, è il pubblico.
È successo così nell’ultima tappa del Giro d’Italia, nel 2018, quando i corridori si aggrapparono alla scusa delle buche e neutralizzarono una tappa che, per conformazione e altimetria prometteva di essere tutt’altro che una passerella finale.
Figuraccia più organizzativa per il Gran Premio Liberazione finito proprio nel 2019 dopo anni di agonie e salvataggi all’ultimo minuto. Niente deus ex machina, quest’anno, per quello che era definito come “il mondiale di primavera” dei dilettanti, oggi Under 23.
Ora a segnare il passo è la Granfondo Campagnolo Roma giunta, a due giorni dalla manifestazione per scoprire che mancano i permessi di passaggio in alcuni comuni. Risultato: percorso castrato, niente percorso lungo ma solo quello da 65 chilometri. Un disastro senza troppi giri di parole. Il miracolo dei ciclisti che si fanno largo nel traffico della capitale, fermato di proposito, e nei Castelli Romani, oggi diventa un abisso infernale per immagine e comunicazione.
Come fai a spiegare che mancano i permessi a tre giorni dal via? Può succedere in una gara per Giovanissimi (e già non è cosa normale – anche se a Roma succede anche questo, lo sappiamo) ma non per un evento internazionale con migliaia di ciclisti pronti. Molti di questi provenienti dall’estero con tanti soldi spesi per il viaggio, il pernottamento e così via. Un tamtam che ha già fatto il giro del mondo e pochi a “capire” una situazione francamente incredibile. Non ci sono eventi di forza maggiore e tutto quel che può accadere nei paesi dei Castelli Romani che all’improvviso hanno negato i permessi, era conosciuto da tempo.
Uno scivolone che diventa politico oltre che sportivo. L’immagine di Roma (e dintorni), ancora una volta, ne risulta danneggiata pesantemente. Partenza presto, 65 chilometri a tutta e dalle nove e mezza di mattina sarà finito tutto per molti ciclisti. Per fortuna, ecco, siamo a Roma e ci sarà da fare tanto, magari passeggiarla in bicicletta come si deve.
Ora inizierà il rimpallo di responsabilità (è già iniziato a dire il vero). Ognuno con le sue ragioni, piccolezze macropersonali o individuali. Conta poco a questo punto. Come visto, il risultato è un peccato. Per non dire altro. Ma attenzione, anche, ad andare dietro a voci e insinuazioni.
I comuni che hanno negato il permesso, certo, non si sono fatti un favore (davvero il problema è una beatificazione?) e forse neanche capiranno mai che quello che perdono è più di quanto hanno negato.
Ci resta comunque una bella giornata da passare insieme, un po’ concentrata sì, ma comunque in un paesaggio meraviglioso.
I nuovi responsabili della Granfondo Campagnolo Roma dovranno rivedere un po’ di cose (Infront è organizzatrice di eventi di grande pregio) a cominciare dal fatto che se hai a che fare con Roma non basta pensare che si tratta di meccanismi già collaudati, ma che ogni anno va affrontato quasi come se fosse una cosa nuova. Nelle precedenti edizioni i “vecchi” organizzatori facevano così ed erano certamente meglio introdotti nel tessuto sociale e politico per parare colpi e dispetti (con amministrazione di colore politico molto diverso, in questi anni). Bisogna ripartire da lì e ce la si può ancora fare.
Il resto ve lo racconteremo da domani in poi, perché a pedalare e a godere di Roma, sia dal punto di vista sportivo che culturale, noi ci saremo. Con l’intenzione di divertirci.
GR
Ho fatto la prima gf campagnolo Roma e già si capiva che era una porcata alla romana ho preso insulti da moto della giuria(levatevi dalle p io ho fatto il giro d’italia) ad ogni incrocio gli automobilisti impiegavano contro i ciclisti(e i poveri addetti) all’arrivo gli improperi di ciclisti con grande esperienza(Dolomiti, 9 chili…) si sprecavano il pasta party era immangiabile oggi ne segnamo la morte definitiva
Uno che si firma Anonimo infuriato e scrive un commento così lascia pensare però…
Io invece mai più.
Fino all 8 ottobre che già sapevano la situazione, hanno riaperto le iscrizioni per prendere ancora soldi. Malafede ed interessi, altro che sport.
Ex granfondista, abito a Roma proprio sui primi km del percorso, e non capivo come mai già alle 0930 vedevo ciclisti sulla via del ritorno. Roma è uno scenario incomparabile al mondo, ma è una città piena di problemi ( e mi domando quanti avranno forato nei primi km, costellati di buche e tombini slivellati ). Roma è una città ormai automobiledipendente, la domenica in decine di migliaia si muovono verso i Castelli, che spesso hanno una sola strada di transito, e chiuderla significa bloccare in casa troppa gente.
la Campagnolo Roma è una sorta di miracolo, ma il diniego dei permessi a tre giorni dalla partenza è qualcosa di quasi sospetto, e merita qualche spiegazione al più presto. Per la mia città è l’ennesima figuraccia, e purtroppo non ci faccio neanche più caso.
L’organizzazione ha fatto passare il messaggio del diniego dei permessi a pochi giorni dall’evento ma non è così: il permesso di qualche comune non c’è mai stato ed è cosa ben diversa. Un’organizzazione seria chiede le necessaroe autorizzazioni mesi e mesi prima, ne sollecita il rilascio e in caso di mancato rilascio in tempi congrui trova soluzioni alternative o, nel peggiore dei casi, annulla l’evento. Non raccoglie iscrizioni fino all’ultimo giorno ben sapendo quale sarebbe stato l’epilogo.