3 lug 2016 – Mentre il sole prova a farsi spazio tra le Dolomiti senza troppo successo i ciclisti si preparano all’evento. Sì, perché andare su e giù per le montagne in uno spettacolo naturale nelle strade chiuse completamente al traffico è qualcosa che sa di evento e di impresa, ancora prima di partire. Davanti c’è una giornata pazzesca e al via un serpente sempre più lungo abbraccerà le montagne più belle tra la storia del ciclismo e le piccole e grandi imprese personali. La Maratona delle Dolomiti è l’evento che unisce 65 nazioni e quasi cinquemila ciclisti. Tanti sono al via alle 6.30 di mattina.
Tutti uguali eppure tutti diversi a vivere ognuno la sua storia. Perché la Maratona delle Dolomiti è, già al via, il traguardo di un percorso. Si parte da soli, oppure in compagnia e sul traguardo si entrerà nel mito, perché solo arrivare alla fine, qui, vuol dire avere gambe buone e tanta forza anche nella testa.
Pronti via e non ce n’è per nessuno. Ci saranno da seguire i corridori anche in diretta tv con il collegamento incredibile messo in piedi dalla Rai, cosa chiedere di più? È l’unica manifestazione amatoriale che può contare su una copertura televisiva di questa portata. Basterà solo accorgersi che qui, la corsa, è nelle retrovie, dove si raccontano le storie più che davanti dove si fa finte di esser corridori anche a costo di figuracce. I corridori, quelli veri, sono un po’ più a nord e si giocano il Tour de France e sono i nomi che conoscono tutti e fanno bene al ciclismo. Sarebbe bello vedere anche quelli dietro nella diretta tv che a vedere i primi di una corsa amatoriale, davvero, a chi interessa?
GR