Una settimana di Tour de France e ce ne sarebbe da raccontare per un paio di edizioni. Il giorno di riposo, come sempre, serve a rimettere a posto gli appunti sparsi di questi giorni. Fogli di carta, scritture digitali, capitava di scriverne ovunque perché in questo inizio di Tour de France è capitato di tutto e in ogni momento, solo una tappa, praticamente, con nulla da dire.
Tutto il resto è tattica.
A cominciare dalla fuga di ieri lasciata volutamente dilagare dalla Jumbo che probabilmente aveva capito come sarebbe andata a finire tra i due contendenti (ce ne sono altri?) nel finale. Meglio non lasciare abbuoni pericolosi allora.
Contano i corridori o conta la strada?
In questa settimana ci siamo posti la questione più volte con un paragone imprescindibile dal Giro d’Italia. Chiaro che con corridori che approfittano di ogni situazione per darsele le cose cambiano parecchio per lo spettacolo, complici anche i secondi di abbuono sparsi lungo il percorso che, soprattutto nella prima settimana, con classifica corta, possono valere un bel po’ nell’economia della corsa.
La battaglia è di conseguenza. Ma evidentemente, col senno di poi, a frenare troppa bellicosità al Giro è stata anche una cronometro finale molto impegnativa, pure spettacolare.
Piuttosto, se ancora ci fosse bisogno di conferme, l’arrivo del Puy de Dome ha dimostrato come finali in salite durissime non fanno aumentare lo spettacolo e nemmeno i distacchi. Pogacar, anzi, ha pure perso qualcosa del vantaggio accumulato nei metri prima su Vingagaard.
Campioni in Maglia Bianca
Se Vingegaard, dall’alto dei suoi ventisei anni è arrivato al giorno di riposo in maglia gialla, quella di Pogacar è saldamente bianca a fronte dei suoi 24 anni e certo sembra un controsenso qualificare come “giovane” uno che ha già vinto due Tour de France, due Lombardia, una Liegi, un Fiandre. Ma ce lo siamo già detto: è il nuovo ciclismo che ha saltato una generazione mandando quasi in pensione anticipata i corridori over 30 e anche il loro modo di correre. Che poi è quel che ci siamo trovati al Giro d’Italia e ci ha fatto borbottare perché non ci eravamo più abituati.
Invece qui si parla ancora di maglia bianca e chi non potrebbe più indossarla ne ha superato il limite da poco. La cosa più bella del trovarsi in una situazione piacevole è sapere che durerà.
E questi campioni ci faranno divertire ancora per un bel po’.
A cominciare dalle prossime due settimane che iniziano domani.