C’è un momento in cui “decidi” di staccarti. Potresti resistere un altro niente oppure aver già ceduto prima. Invece è lì, confluisce tutto lì. Fine.
Come il chiodo che tiene il quadro e a un certo punto si arrende e lo lascia cadere. Chissà se anche lui pensa, se resiste. È quel momento che rimandi, che speri, che chiudi gli occhi per un attimo, per risvegliarti, poi guardi la ruota che hai davanti e decidi di dare un’altra pedalata, poi ancora.
Poi basta.
Quando lasci andare pensi subito che avresti potuto resistere, magari altre due pedalate e invece guarda che figura. Pensi ancora che quattro o cinque metri più avanti sarebbe potuto accadere il miracolo.
Ma c’è un attimo in cui la testa ti dice ok, oggi finisci qui. È già molto più avanti di quanto ti ha detto il corpo. Ah sì, le gambe avrebbero mollato prima, mandando segnali chiari alla testa che li ha rifiutati. Perché il campione sa andare oltre la fatica e quel rosso fisso che dice il computer di bordo, quello che ti guarda dentro.
Ma chi me l’ha fatto fare di essere ciclista? Avrei potuto essere sul divano di casa a vedere la fatica. È solo un attimo e ti viene quasi da ridere, hai vinto due Tour de France, ne hai sfiorato un terzo e pensa come sei messo se il corpo ti suggerisce una cosa del genere.
Però sei lì, a guardare quell’ultima bava immaginaria che ti teneva appeso alla ruota della maglia gialla, scomparsa, svanita dietro alla curva anche quella.
E allora hai sentito all’improvviso tutta la fatica di quella salita e di tutte quelle che hai già fatto. La bicicletta che tira indietro, mentre tu vorresti andare avanti anche solo per disperazione. Pensi di fermarti a bordo strada, su un paracarro a guardare la corsa, a diventare pubblico, che tanto non è più roba tua e chissenefrega pure del secondo posto. Eri partito per vincere e sapevi come fare.
Invece ti sei staccato. Ti chiamavano marziano ma hai ancora la maglia bianca dei giovani.
Oggi hai detto di essere umano come tutti gli altri.
Ci hai pensato in quei chilometri che non passavano mai, in quei metri che allungavano i minuti, che discorsi che si erano fatti. Roba da ridere davvero, guardatemi come sono ridotto.
Vi pare che sarei stato qui?
Sono finito, sono morto.
🎙 Team radio zapping – stage 17
🎧 The moment Tadej Pogacar said he was "dead and gone", the elation from @AG2RCITROENTEAM… Enjoy today's zapping.
🎧 L'instant où Tadej Pogacar s'est avoué vaincu, l'allégresse dans la voiture @AG2RCITROENTEAM, c'est maintenant !#TDF2023 pic.twitter.com/E0v6x0C7k3
— Tour de France™ (@LeTour) July 19, 2023