15 lug 2019 – Come si fa a dire che Peter Sagan sia finito? A ogni “mancata vittoria” del campione slovacco riparte la critica. È vero: è meno dirompente di altre occasioni, ma da qui a darlo per “calante” ce ne passa. Basterebbe ricordare che il leader della classifica a punti (229 punti, il secondo, Matthews, è a 167, Viviani a 153), con una maglia verde, quindi. indossata piuttosto saldamente.
Non sarà dirompente ma è sempre lì. Ha vinto una tappa, vi sembra poco?
Ci tornano in mente le parole del suo manager, Giovanni Lombardi: “La sua “condanna” è che parte sempre da favorito” ci disse una volta sorridendo. È così: quando c’è Peter Sagan sull’arrivo è logico aspettarselo, ci ha abituati bene.
Anche oggi, in effetti, poteva essere la sua tappa. Quell’arrivo col finale in leggera salita poteva essere perfetto per scaricare la sua potenza. Invece è arrivato “solo” quinto. Non ne aveva?
In realtà l’errore di Sagan, oggi, è stato forse rimanere un po’ indietro nel momento decisivo. Ma probabilmente, valutando l’arrivo, non era nemmeno una scelta così sbagliata. Però quando ha provato a partire ha preso una spallata, certamente fortuita, di Richeze che stava lanciando Viviani. L’italiano, poi, ha proseguito dall’altra parte e Richeze, poco dopo, si è fermato.
A quel punto Sagan ha provato a uscire e ha fatto pure una bella rimonta rispetto ai primi arrivando, di fatto, molto vicino. Fosse uscito prima? No, ha vinto Van Aert e con pieno merito davanti a uno attonito Viviani che era sembrato crederci proprio.
Redazione Cyclinside