25 giu 2019 – Uno dei valori portanti, quando si parla di ciclostoriche, è senza dubbio la promozione del territorio. Lo è da sempre, fin da quando L’Eroica ha spianato la strada a questo fenomeno che oggi sembra inarrestabile, anche se forse non a tutti è subito chiaro e passa magari in secondo piano rispetto ad aspetti più culturali o sportivi. Invece è proprio da un atto d’amore verso la parte d’Italia in cui se è nati e cresciuti che nascono le ciclostoriche più interessanti, più coinvolgenti, quelle in grado di attirare centinaia di persone per compiere il rituale di pedalare tutti insieme omaggiando il grande ciclismo che fu.
È questo senza dubbio il caso de La Via dei Carraresi che, pur essendo una neonata nel panorama delle ciclostoriche – è arrivata solo alla seconda edizione – ha saputo subito trovare una dimensione notevole, ritagliandosi un ruolo di tutto rispetto nel calendario di queste manifestazioni. La ragione di questo successo è dovuta a una serie di fattori, primo tra tutti – a nostro parere – la contagiosa passione di Alessio Stefano Berti, personaggio vulcanico come pochi e vero frontman, oggi, non solo de La Via dei Carraresi ma anche di tutto il movimento. Alessio ha saputo creare, in collaborazione con il suo team e l’amministrazione comunale di Cittadella, un evento che fosse una vera e propria adunata di tutti coloro che amano il mondo delle ciclostoriche. In molti, infatti, hanno potuto incontrare in questo fine settimana gli amici che da anni frequentano il circuito delle ciclostoriche, magari organizzandole in prima persona come nel caso de La Chianina o La Francescana, altri due eventi top che fanno della promozione territoriale e dell’orgoglio per le proprie radici un marchio di fabbrica.
Il primo obiettivo che La Via dei Carraresi ha sicuramente centrato, quindi, è stato quello di far stare bene chi ha deciso di prendervi parte, facendo trovare una città accogliente, con manifesti dedicati all’evento appesi sulle porte della città, sul municipio, persino con i messaggi sui display elettronici del comune. Una città che è stata vivacizzata da punti d’interesse, come la bellissima mostra curata dal museo Bicicleria di Mario Cionfoli alla Chiesa del Torresino, che è stata anche il luogo per un giocoso aperitivo, il sabato, durante il quale il pittore Miguel Soro ha dipinto dal vivo un quadro dedicato a Pedro Delgado.
Cittadella ha accolto i ciclostorici con il mercatino, con lo street food, con la musica in piazza, mettendo in piazza quei valori semplici e conviviali che sono il vero successo delle ciclostoriche e che fanno desiderare a tutti di tornare a rivivere, per qualche giorno, in un mondo più lento e a dimensione umana, come in una pedalata tra amici.
Ovviamente, un altro fattore del successo de La Via dei Carraresi è anche lo scenario in cui si svolge, caratterizzato dalla stupenda cinta muraria di Cittadella, da Bassano e il suo Ponte degli Alpini, dell’affascinante Marostica con la piazza degli scacchi, in cui quest’anno i ciclisti si sono fermati per qualche foto. E poi la salita della Rosina, che è stata punto di sosta e ristoro proprio in prossimità della chiesetta del ciclista, unico tratto impegnativo di 65 km, per il resto quasi sempre pianeggianti, che hanno permesso all’allegra truppa de La Via dei Carraresi di pedalare insieme senza doversi per forza spaccare le gambe affrontando dislivelli proibitivi. Altre manifestazioni, legittimamente, hanno puntato su altri aspetti. Qui a Cittadella, invece, la voglia di stare insieme, di divertirsi, di passare un bel fine settimana rilassante ha saputo conquistare tutti i partecipanti, come se fosse come un bellissimo spot a favore delle ciclostoriche e del meraviglioso mondo che sono in grado di raccontare.
Galleria fotografica
Alessandro Galli (fotografie di Milena Nesti e Giampaolo Trevisan )