1 mag 2017 – L’hanno chiamata “Nova”, perché in sé racchiude diversi concetti. L’hanno chiamata “Nova” perché il miglior modo per guardare al futuro è anche pensare al passato e i concetti, nella nuova edizione dell’Eroica partita da Buonconvento, sono tutti qui.
All’Eroica si è tornato a pedalare con le biciclette moderne. Si pedalava con ogni tipo di bici anche all’edizione di Gaiole in Chianti la “madre di tutte le Eroiche”, perché il senso era la riscoperta delle strade bianche del senese. Poi si iniziò a selezionare solo le biciclette vintage per iniziare a filtrare le richieste di partecipazione che diventavano troppe per poterci stare tutti assieme. Poi l’Eroica divenne L’Eroica e ora si ricomincia. Anzi no: si va avanti allargando il respiro.
Eccole qui al via. Più di seicento iscritti, quasi cinquecento partenti a questa prima edizione con una formula un po’ complicata ma molto apprezzata. Si parte tutti insieme con le ombre lunghe delle sette di mattina e il termometro a meno di cinque gradi. Si percorrono distanze diverse, tornando su verso Gaiole in Chianti. Sono 27 i chilometri per il giro corto, 89 per l’intermedio e 150 per il “lungo”, quello che ripercorre il tracciato originale dell’Eroica – pur partendo da Buonconvento – con sterrati, qualche aggiunta pure, e tutte le salite a cominciare dal Monte Sante Marie che arriva subito dopo Asciano.
La formula è quella solita: pedalare tutti insieme, la novità sono i tratti cronometrati. Proprio a partire dal Sante Marie ci sono quattro rilevatori di passaggio, tramite il chip consegnato a tutti i partecipanti, che prendono i tempi per la classifica finale. Finito il tratto cronometrato, che ognuno fa al ritmo che crede, si torna a pedalare ad andatura controllata o comunque tranquilla. La formula piace e anche i cicloamatori che puntano all’agonismo si fermano ai ristori che tanto, lì, il tempo non conta. E poi che Eroica sarebbe senza ristori? Si convincono tutti, pian piano lungo il percorso. Qualcuno tentenna un po’ poi allunga le mani su pane e olio, fette con marmellata e anche con Nutella. Occorre fermarsi per mettere il timbro sul foglio di viaggio per cui non si può far finta di niente e tirar dritti.
La selezione si fa lungo il percorso. Quello dell’Eroica non raggiunge vette di montagna ma è un saliscendi da Classica del Nord. Chi non dosa le energie perché gli han detto che è una gara si trova ben presto col fiato corto e la faccia bianca di fatica e di polvere. Qualcuno, più furbo, si risparmia, perché arrivare a Buonconvento significa solo la fine della prima fatica. La vera Eroica sono 206 chilometri di queste strade ma l’ultimo giro, quello di Montalcino, è gara vera cui accedono i primi del percorso da 150 chilometri.
Roba da gran pedalatori e agonisti veri. Chi si è qualificato per l’ultimo giro ha le gambe buone ma deve averle ancora più forti perché al pronti-via si va subito verso Castiglion del Bosco, la salita che porta a Montalcino. Il viale alberato è l’antipasto dei tornanti più duri, quelli dove sali di un piano a ogni curva. Col sole ormai caldo e la polvere che fa tossire. La selezione si fa subito e la gara in linea diventa subito corsa individuale con Aldo Pacini a far da bravo direttore di corsa che si stupisce pure: “mai visti dei cicloamatori così disciplinati, sarà lo spirito dell’Eroica, ma davvero tutti molto tranquilli”. E lui, fidatevi, di esperienza sulle spalle ne ha parecchia.
L’arrivo a Buonconvento vede i corridori come a una cronometro individuale: uno per volta e tutti soddisfatti. Nessuno a recriminare qualcosa e, come detto, in una gara amatoriale non è poco. Sarà la fatica, hanno comunque nelle gambe più di 200 chilometri, oppure i sali da recuperare (son tutti lì, sulle maglie attillate a disegnare strane fantasie) ma il clima è di tranquilla soddisfazione.
Una festa, alla fine, quella di un paese, Buonconvento, che ha partecipato in ogni modo. Dal festival dei giorni precedenti alle iniziative in piazza. C’è stato davvero di tutto in questo primo week end eroico che quasi dispiace che sia già lunedì, anche se è quello della Festa dei Lavoratori.
Ma qui ci si riposa poco. Domenica prossima è già Eroica Montalcino.
Guido P. Rubino