6- giu 2016 – La prima edizione dell’Ardita prende il via da Arezzo con due testimonial importanti, il vincitore del Giro d’Italia Gilberto Simoni e il campione “di casa” Daniele Bennati, ancora in convalescenza dopo la caduta alla Milano San Remo che gli è costata due vertebre e mezza stagione agonistica.
L’Ardita è una bella idea in un territorio decisamente fertile. E allora, oltre ai percorsi si è pensato di aggiungere un divertimento in più: una vera e propria cronoscalata con tanto di classifica finale. E i partecipanti l’hanno affrontata col giusto spirito.
Bennati stringe mani e saluta gli amici. Si diverte in mezzo ai tifosi di sempre e immortala quei momenti regalandosi dei selfie con Simoni. Niente gara per “Gibo” che pochi minuti prima della partenza sale in una Seicento Multipla perfettamente restaurata e da un occasionale megafono si inventa cronista. “Sta partendo l’edizione special del 99esimo Giro, sta partendo l’Ardita”, dice scherzando il campione trentino e poi aggiunge: “Cappellini, magliette, vendiamo il kit del Giro d’Italia, Offerta a 10 euro!”. L’Ardita inizia così tra momenti di svago.
Bennati è il primo a scattare non appena viene dato il via dal Prato e in discesa immortala il momento con un nuovo selfie. Dietro di lui una ottantina di concorrenti che non si sono tirati indietro alle prime gocce di pioggia del mattino.
Le manifestazioni storiche sono ricche di personaggi e anche l’Ardita ha i suoi tesori. Alessio Merli si presenta vestito da prete, con tonaca nera e cappello. E’ aretino doc e sfoggia una bici che risalte al 1915-1920 con la particolartà di avere una lanterna alimentata a candela. La luce è flebile, ma nel mondo del vintage quell’accessorio lì fa una gran figura.
Dalla Val Tiberina il ginecoloco Gabrio Spapperi, un volto noto a tanti. Lui organizza la “Brevetto del Monte Nerone” manifestazione che quest’anno si svolgerà il 7 luglio e che consiste nell’affrontare tre salite molto impegnative per ben 45 chilometri. Quantifica Spapperi: “E’ una gara molto dura e di solito si parte in non più di quaranta”.
Con una Mtb arancio si presenta Nicola Della Lunga. La sua bici è dotata di cavalletto e di portapacchi, decisamente non è alla moda. E confessa: “L’ho appena tirata fuori dalla cantina. E’ una Mtb storica, vinta venti anni fa alla lotteria”.
Dal mondo della Mtb l’“ardito” più giovane, Riccardo Burzi di Giovi. Ha 18 anni e gareggia per Cicli Taddei. In questa stagione ha già ottenuto quattro secondi posti. “Questa è la mia prima cicloturistica – dice – Bel percorso e buona organizzazione”.
L’“Ardita” si ferma quando si impenna la strada che porta verso Poti. Chi intende affrontare la cronoscalata si mette in fila e aspetta il suo turno, Si parte uno ad uno, ci vuole un po’ di pazienza, ma è comune il sentire che arrivare in cima sarà dura. Salire diventa impossibile in quella curva che si arrotola con pendenza al 15% su un tappeto di sterrato. Fa vittime tra cui Spapperi. Ma Simoni è a bordostrada e non esita ad aiutare gli “arditi” in difficoltà.
Il tempo migliore lo realizza Marco Decina, già alla partenza additato come il “favorito”, la “locomotiva”, l’uomo più in forma. Lui minimizza. “E’ da poco tempo che pratico ciclismo e questa è stata la mia prima gara vintage. Ho usato una bicicletta Moser che mi hanno prestato per l’occasione e per scalare Poti ho usato il 42×28”. Beh, mica un rapporto da pivelli! E alla fine confessa: “Conosco bene questa salita che faccio durante la settimana come allenamento”.
Il suo tempo è stato di tutto rispetto: per compiere i 7 chilometri di tornanti fino a Poti ha impiegato 28minuti e 53secondi. Nel recente Giro d’Italia il tempo migliore lo aveva segnato Giovanni Visconti con 18minuti e 50 secondi, ma il velocista tedesco André Greipel aveva impiegato 27minuti 24secondi.
L’“Ardita” si chiude festeggiando con buon vino e pasta al sugo. Soddisfatti gli organizzatori dell’“Associazione Arditi del Ciclismo”, società nata un anno fa con uno scopi precisi: rivalutare il territorio aretino e organizzare manifestazioni vintage. Spiega il presidente Massimiliano Refi: “Abbiamo presentato l’ “Ardita” lo scorso ottobre durante l’Eroica. Per noi aretini l’Alpe di Poti è un luogo sacro. È la nostra montagna incantata. Anni fa era un luogo di villeggiatura, c’era un hotel, si andava a prendere il fresco. Una volta quassù c’era una azienda per imbottigliamento dell’acqua. Adesso l’Hotel è stato chiuso, l’azienda non c’è più. Un dispiacere. L’Alpe di Poti non è un luogo che va abbandonato, ma valorizzato. Da qui di recente è passato il Giro d’Italia. Poti ha vissuto un momento di notorietà internazionale. Deve diventare un punto di riferimento per chi ama il ciclismo e i paesaggi mozzafiato”.
Classifica cronoscalata
1. Decina Marco Asd Arezzobici 28′ 53″
2. Burzi Riccardo Cicli Taddei 29′ 56″
3. Della Lunga Nicola Asd B-Team 30′ 49″
4. Severi Riccardo Asd Cavallino 31′ 17″
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Lorenza Cerbini