27 apr 2020 – Tra le evoluzioni del ciclismo più importanti, discusse e poi irrinunciabili ci sono i pedali a sgancio rapido. Nella semplicità di un aggancio che offre sicurezza in caso di emergenza, si è rivelata anche fondamentale l’evoluzione di componenti e accessori.
La prima conseguenza dei pedali a sgancio rapido è stata un’evoluzione accelerata delle calzature. Si parla spesso di importanza della suola, ma la rivoluzione ha coinvolto principalmente la tomaia, la parte superiore della calzatura. Dai pedali a sgancio rapido in poi la tomaia non ha solo avuto il compito di avvolgere il piede, ma anche di contenerlo e sopportarne lo sforzo.
Riflessi importanti, però, ci sono stati anche e soprattutto nell’interfaccia con la bicicletta. La tacchetta si è trasformata da semplice appoggio sul pedale (concettualmente non diversa da come era prima quella che si fissava, bloccandosi, nei pedali a gabbietta) a interfaccia dinamica: ok la posizione, ma anche una libertà del piede di avere un minimo di rotazione e adattamento.
Evoluzione non da poco visto che con i primi pedali a sgancio rapido si lamentava proprio l’eccessivo bloccaggio del piede sul pedale.
L’approccio biomeccanico
Da qui in poi chi si è confrontato con la produzione di un sistema pedale e tacchette ha dovuto considerare diverse possibilità dal punto di vista biomeccanico ma anche dal punto di vista pratico: maggiore è la superficie di contatto con il pedale e migliore sarà la trasmissione della forza. Al tempo stesso la distanza tra asse del pedale e piede è da considerare per l’efficacia del gesto stesso del pedalare.
E quando si scende di bicicletta? L’ingombro e il materiale rigido possono portare a rendere scivoloso l’appoggio, meglio una copertura, oppure, come ha disposto Shimano: direttamente degli inserti nei punti di contatto col terreno. Utile per salvare la pausa caffè di metà percorso, suggeriscono da Shimano.
Forse non tutti sanno, però, che la casa orientale per il suo sistema SPD SL ha previsto tre tipologie diverse di tacchette con caratteristiche differenti. Perché se la posizione in bicicletta è una questione millimetrica e di precisione, non può che esserlo anche l’interfaccia tra ciclista e bicicletta.
Il movimento della tacchetta
L’aggancio fisso e granitico col pedale non piace a tutti. È questione anche di precisione del gesto della pedalata. Piccoli difetti possono richiedere micro aggiustamenti anche in corsa. Avere un po’ di gioco nell’aggancio col pedale può tornare utile per ridurre lo stress a carico delle articolazioni con una soluzione che permette sia a livello di efficienza biomeccanica che di comfort di avere una pedalata più proficua.
Per contro, per alcuni ciclisti, una certa libertà dell’appoggio può dare una sensazione di dispersione di energie se il piede si muove troppo. Ovviamente, dipende dalle caratteristiche del ciclista che possono differire anche di parecchio tra un atleta e l’altro.
La posizione neutra
Tacchetta libera minore importanza del posizionamento? No. Il fatto che il piede possa trovare la posizione più naturale durante la pedalata non significa che non si debba partire da una posizione ottimale sul pedale. La posizione neutra è quella con l’angolo di pedalata più efficiente e naturale e, ovviamente, non è uguale per tutti i ciclisti. Ovviamente, anche con tacchette che permettono una certa libertà al piede, è importante che la posizione neutra, quella biomeccanicamente ottimale, corrisponde al centro così da avere un gioco uniforme in tutte le possibilità.
Soluzione Shimano: tre tacchette
Ecco allora che per soddisfare tutti Shimano ha elaborato tre tipologie di tacchette che si interfacciano perfettamente con lo stesso sistema di pedali, ma restituiscono appoggi diversi e sensazioni “personalizzate” per ciascuno.
La casa orientale ha diversificato le tacchette per colorazione, per renderne immediata l’individuazione: giallo, rosso e blu contraddistinguono i modelli.
Tacchette SPD-SL rosse: 0 gradi
Shimano ha contraddistinto dal colore rosso le tacchette che tengono il piede fermo in posizione senza alcuna libertà angolare. Corrispondono, sostanzialmente, alla prima tipologia di tacchette che si videro con i pedali a sgancio rapido ma che non furono apprezzate, proprio per la rigidità assoluta, da tutti i ciclisti. Per chi le apprezza e non ha problemi di posizione e di pedalata con questa soluzione, sono irrinunciabili proprio per quella sensazione di solidità che restitiuiscono.
Tacchette SPD-SL gialle: 6 gradi
Probabilmente sono quelle più conosciute e diffuse sia tra gli amatori che tra gli atleti professionisti. La libertà angolare di sei gradi (tre in ciascuna direzione) è considerata dalla maggior parte degli atleti come la soluzione migliore e più confortevole per pedalare con efficacia e non incorrere in rischi da stress eccessivo delle articolazioni e dei legamenti.
Shimano lascia intendere che questa soluzione sia l’ideale anche per i neofiti che non sono sicurissimi della posizione ideale della tacchetta. In effetti la libertà che permettono consente al piede di compensare con naturalezza eventuali errori di montaggio delle tacchette.
Tacchette SPD-SL blu: 2 gradi
Si tratta della soluzione più recente immessa sul mercato da Shimano. Questa soluzione è una via di mezzo tra i due estremi appena descritti. Un grado di gioco in ogni direzione, due in totale, permettono di non avere la sensazione di costrizione dell’appoggio, ma lasciano comunque una presa molto decisa.
La scelta delle tacchette corrette, comunque e soprattutto per i neofiti, è consigliabile farla seguendo le indicazioni del negoziante se non, meglio ancora, di un biomeccanico.
Ulteriori informazioni: https://bike.shimano.com/
Redazione Cyclinside