Innovazione tecnologica e innovazione nel ciclismo. Argomenti che valgono nel ciclismo (e sappiamo quanto!) come in chi fa impresa, nelle aziende. Però ci vuole il giusto miscuglio di cose e ne hanno parlato due ciclisti imprenditori come Ivan Basso e Alberto Contador. Il palco scelto è stato all’interno di Elmec, azienda che si occupa proprio di innovazione digitale per le aziende. Esempi diversi che si intersecano.
Basso e Contador si sono raccontati, dai primi scambi di vedute negli alberghi delle corse, mentre si avvicinavano alla fine della carriera, alle idee per una bicicletta che fosse il concentrato di tutte le esperienze in sella. Una testimonianza da campioni ma anche da imprenditori che hanno investito sui giovani della Funaciòn Alberto Contador per trasmettere valori ma anche per pensare a un investimento a lungo termine, cosa sempre più difficile quando i risultati in termini economici sono richiesti con sempre maggiore immediatezza.
«E allora occorre conoscere bene i propri obiettivi – ha spiegato Ivan Basso nella conferenza stampa – osservare il cambiamento e riuscirlo a prevedere diventa fondamentale per muoversi bene e, ovviamente, la tecnologia aiuta in questo senso, dalla preparazione degli atleti al contatto continuo che c’è tra di noi sfruttando anche gli strumenti tecnologici di cui disponiamo.
«Conta anche l’esperienza – ha fatto eco Alberto Contador – 20 e 15 anni nel ciclismo, lui ed io, ci hanno permesso di capire come volevamo la bicicletta perfetta per le nostre idee. Un mezzo da far nascere nel tempo e da preparare per i corridori al momento giusto: mi capitava di avere la bici del Tour a pochi giorni dall’inizio della corsa e non sempre questo era positivo.
«Però siamo anche in un mondo di cambiamenti rapidi cui è importante adattarsi rapidamente – ha proseguito lo spagnolo – dai materiali ai metodi di allenamento i cambiamenti sono tanti e non devono spaventare».
E poi c’è l’attenzione al personale e all’immagine che si dà di sé. Bellissimo, in questo senso, il discorso fatto da Ivan Basso che vuole riportare il ciclismo tra la gente (pandemia permettendo) con un contatto diretto tra corridori e pubblico. Un passaggio molto apprezzato soprattutto in un momento in cui molte squadre stanno prendendo il passo di un distacco sempre maggiore, stile Formula 1, che rischia di togliere al ciclismo l’umanità di cui è fatto. Ecco uno stralcio del suo intervento:
3 apr 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside (GPR)