23 dic 2019 – Mercoledì 18 dicembre è stato inaugurato il nuovo Turbo Store Specialized di Cicli Francesconi a Salvirola (CR): il primo store in Italia dedicato esclusivamente ai prodotti Specialized Turbo. È adiacente al negozio Cicli Francesconi, attività storica, dal 1958 punto di riferimento per i ciclisti del nord Italia; dal 2018 è sito in una location unica, una cascina settecentesca perfettamente ristrutturata.
Il nuovo Turbo Store è completamente dedicato a Turbo, brand Specialized delle bici elettriche, e nel negozio sono quindi esposte solo ebike: le mountain bike Turbo Levo e Turbo Kenevo, la nuova stradaleTurbo Creo SL, disponibile anche in versione gravel, e le bici del segmento Active, la Turbo Como e la Turbo Vado.
Ingegneria svizzera
I progetti dei nuovi modelli sono stati sviluppati a Cham in Svizzera, in una delle quattro divisioni di ricerca Specialized nel mondo, specializzata nell’elettrico. Queste bici nascono quindi in Europa, culla della bici elettrica, dove è nata e si sta evolvendo; gli Stati Uniti sono coinvolti per l’esperienza sul progetto del telaio e sul carbonio.
Nel caso della Turbo Creo però l’intero progetto è nato in Svizzera, dove, unico caso al mondo, è stato sviluppato l’intero sistema telaio, motore, circuito elettrico e batteria, a vantaggio della massima integrazione tra le parti.
Motore Specialized
Il motore SL delle nuove Turbo è quindi un progetto 100% Specialized, ed è costruito dall’azienda Mahle, di Stoccarda, Germania, uno dei maggiori fornitori del mondo di componenti per l’automotive (ovviamente Porsche compresa). È un motore molto compatto, senza cinghie, il più piccolo e leggero che c’è sul mercato, con fattore Q, cioè la distanza tra i pedali, molto basso. La casa dichiara che tutto il sistema motore, cablatura e batteria pesa un chilo in meno rispetto il concorrente più leggero, e offre il 30% di autonomia in più.
La batteria, interna al tubo centrale, ha una capacità 320 Wh, e assieme al Range Extender, una batteria supplementare di 160 Wh a forma di borraccia (che si alloggia appunto nel portaborraccia e si collega con un cavo alla presa di ricarica), assicura un’autonomia di 195 chilometri, dato indicativo che ovviamente dipende dall’uso che si fa dell’assistenza e dalle condizioni meteo. Il Range Extender permette di imbarcare la bici in aereo (la massima capacità ammessa è di 160 Wh), togliendo ovviamente la batteria interna.
La bici offre una posizione in sella paragonabile a quella di una pura stradale, ha geometrie simili a quelle della Tarmac, ed è molto agile. Pesa 12,2 kg e quando il motore si sgancia, cioè a velocità superiori di 25 km/h, oppure si spegne, permette di pedalare in modo molto simile a un’ottima stradale, guida compresa.
Le altre Turbo
Nel Turbo Store sono esposte le ultime Turbo, la Levo, la più famosa, ora completamente riprogettata da un gruppo di ingegneri svizzeri ed è più leggera e performante, cambiano il telaio, il motore, la batteria (l’autonomia cresce del 40%) e il software di gestione; la Kenevo, ebike da enduro, disponibile nella nuova versione Expert con forcella a doppia piastra e 180 millimetri di escursione, una bici molto divertente votata alla discesa (poi per risalire il motore dà una bella mano…).
Ci sono infine la Turbo Como e la Turbo Vado, che appartengono al segmento Active, bici per il turismo e il la mobilità urbana.
E se vai più forte di 25 km/h?
Per celebrare l’apertura di questo primo Turbo Store lo staff della Specialized Italia è partito da Milano, direzione Salvirola, in sella alle nuove eRoad bike Turbo Creo SL. L’app Mission Control, che gestisce l’elettronica delle Turbo, e funge anche da minicomputer, ha fatto segnare una media ben superiore ai 25 km/h, limite al quale il motore si stacca e non fornisce più assistenza. In questo giro è quindi servito a poco? Chiediamo a Marco Cislaghi, marketing manager Specialized: “In effetti ci ha aiutato solo in qualche occasione, nei pochi tratti in leggera salita, nelle uscite dalle rotonde, per il resto abbiamo pedalato. Tuttavia è stato interessante provarle così, perché abbiamo verificato che senza assistenza la bici non fa mancare nulla, è leggera, si guida come una normale stradale e il motore non si sente, non trascina. A luglio, alla presentazione stampa, invece ci è servito: eravamo a Cham, nei dintorni di Zurigo, e il percorso si snodava sulle colline della zona, salite mica da poco, alcuni chilometri e con rampe fino al 18%. In quel caso diciamo che si è fatto apprezzare…”.
Aldo Ballerini