6 lug 2019 – Certe volate sono più difficili di altre e questa prima del Tour de France aveva diversi elementi a complicare la situazione. La classifica finale, se possibile, spiega in parte quel che è successo: molta confusione.
Intanto c’era questo arrivo così difficile da interpretare. Il nostro Sonny Colbrelli ha confessato di essere uscito troppo presto e di essersi poi “spento” negli ultimi metri. Un errore in cui era facile da cadere visto l’arrivo nascosto dall’ultima semicurva e, soprattutto, un finale in leggera salita: al 4 per cento.
Non si tratta certo di una pendenza da definire l’arrivo “in salita”, ma certo complica parecchio le cose. Il traguardo è lì ma diventa lontanissimo, non arriva mai perché la strada è più dura da pedalare che in una volata normale, in pianura.
Poi è mancata una squadra in grado di prendere in mano la volata. Forse poteva esserlo – col senno di poi – la Jumbo Visma, ma il suo velocista di punta, Groenewegen, è caduto a un paio di chilometri dall’arrivo. La volata è andato a farla il suo ultimo uomo, quel Teunissen che stara baciando la sfortuna della squadra, visto che poi ha portato a casa la prima tappa e pure la maglia gialla.
I pericoli si sono visti per tutti gli ultimi chilometri, con sbandate e spinte. Negli ultimi 800 metri si vede addirittura un corridore mollare e lasciarsi sfilare non all’esterno del gruppo, ma nella parte più calda, sulla transenna. Gli altri hanno dovuto girargli intorno.
Peter Sagan, in tutto questo, non era messo male e infatti è uscito bene nonostante i ripetuti tentativi di disturbo di un corridore Cofidis: gomito, testa, ancora testa e gomito per tenere dietro l’ex campione del mondo. Va bene la spinta agonistica ma forse si è esagerato pure un po’. Tanto più che quel corridore, poi, si è sfilato non prendendo parte alla volata. Come a dire: disturbo Sagan finché posso e poi mollo la presa.
La Deceunink Quick Step ha perso per strada Viviani in una volata che lo ha visto rimanere troppo indietro e quindi intruppato in gomitate e spinte. Quando il suo ultimo uomo si è voltato e non l’ha visto si è, giustamente, tolto di mezzo scombinando i piani di Matthews, maglia rossa, che si trova al vento e deve partire. Troppo presto e infatti deve mollare sul più bello.
Ewan prova a dire la sua, è messo pure bene nel finale ma si deve arrendere a Teunissen e Sagan. Sul traguardo aggrappa comunque un buon terzo posto.
Redazione Cyclinside