Delle caratteristiche tecniche ne avevamo parlato qui al momento di iniziare il test. E poco più di un mese dopo (e mille chilometri circa percorsi) torniamo sull’argomento per i nostri feedback: il nuovo Equipe RS Schtradivari S11 è il nuovo pinnacolo di Assos per quel che riguarda i pantaloncini da ciclismo “race”, destinati principalmente (ma non esclusivamente) agli agonisti.
In realtà, per certificarne le qualità basterebbe dire che prima di essere messo sul mercato questo “bibshort” è stato testato per oltre 180.000 chilometri dai pro della Tudor (e attualmente è utilizzato in corsa).
Aggiungiamo però la nostra modesta opinione e le impressioni, non fosse altro perché sono quelle di chi non ha certo le gambe di un ciclista professionista, ma propio per questo può aggiungere il feedback di un praticante comunque evoluto, ex agonista e magari con un approccio al pedale che più che alla performance assoluta bada soprattutto al compromesso tra prestazioni, comfort, funzionalità e anche durevolezza nel tempo. Sì, anche di durata nel tempo è lecito parlare per un pantalone che è in vendita al prezzo importante di 250 euro.
Ma per tutto questo cliccate però sul video per saperne di più.
Qui aggiungiamo i nostri giudizi didascalici, espressi in forma sintetica, che riassumono quelli che nostro avviso sono i dieci punti forti di questo bibshort supertecnico.
#1 – Il tessuto addosso
Il nuovo Type.911 compone la maggior parte del tessuto a contatto con la pelle. È un tessuto incredibilmente leggero e aderente al corpo. Il feeling è setoso, ma c’è anche grande elasticità bidirezionale
#2 – La traspirazione
La leggerezza e lo spessore minimo rendono il Type.911 anche estremamente traspirante. Si asciuga in modo estremamente veloce.
#3 – La vestibilità
I pannelli di tessuto seguono una nuova ingegnerizzazione (“cranKio Tec”) che riguarda il doppio fronte del tagli che li preforma e della disposizione/tipologia/lunghezza delle cuciture con cui sono assiemati. Il risultato è un pantalone che fascia il corpo senza costringerlo, e azzera la possibilità che possano verificarsi pericolose pieghe soprattutto nella più delicata zona addominale, sui fianchi e in genere in vita, dove il tessuto rimane sempre perfettamente “steso” a prescindere dalla posizione assunta in sella.
#4 – Il contenimento in zona genitale
È quello collaudato ed apprezzato dei pantaloncini “race” di Assos, ma se possibile è anche migliorato grazie al nuovo design dei pannelli che danno forma al fondello e alla nuova ingegnerizzazione della costruzione.
#5 – Il feeling a fondo gamba
Orlo a taglio vivo su tutta la circonferenza, ma generosa puntinatura siliconica interna solo nella porzione che interfaccia l’interno coscia. È un’ottima soluzione per avere libertà e comfort sul quadricipite e allo stesso tempo contenimento.
#6 – Il fondello
Spessore adeguato (al massimo 9 mm) rispetto ai canoni di un pantaloncino “race”, ma soprattutto rispetto alla tipologie e design dei numerosi pannelli che lo compongono. Il risultato è un fondello che impedisce che ci siano possibilità di frizioni interne, sormonti di materiale, pieghe a contatto con la zona genitale e del perineo. Questo sia nella marcia da seduto che in piedi.
#7 – L’orlo sull’addome
L’altezza è quella classica dei pantaloncini Assos: molto bassa rispetto a tanti altri bibshort, ideale per dare comfort, traspirazione …e per espletare in modo agevole i bisogni fisiologici.
#8 – Le bretelle
La larghezza ampia e la disposizione delle bretelle sono quelle collaudate di Assos. Si aggiunge una struttura estremamente traspirante delle bretelle anteriori, che facilitano la traspirazione.
#9 – La resistenza nel tempo
Prima di scrivere lo abbiamo usato (e lavato a mano) circa quindici volte: abbiamo il sentore che le resistenza delle parti e delle qualità dei tessuti ai lavaggi sia quella tipica dei pantaloncini Assos: estremamente longeva.
#10 – Grafiche e design
Probabilmente chi compra Assos cerca la sobrietà di un serioso design tutto nero. Anche in queso caso non sarà deluso. Ma in più qui c’è una fascia riflettente sul retro, che ovviamente ha importanti implicazioni legate alla sicurezza più che al design.
Ulteriori informazioni: Assos
Photocredits: Road Bike Connection Spring – Rupert Fowler