di Maurizio Coccia
Dalle pagine del nostro sito ci occupiamo raramente del mondo mtb e dei nuovi modelli, ma quando la novità è di quelle forti non possiamo fare a meno di parlarne, se non altro perché – oltre al prodotto in sé – la new entry questa volta ha in sé anche dei cambiamenti che nel loro piccolo li possiamo definire epocali. Il piccolo mondo è quello del mountain biking XC, ovvero quello delle gare cross country a circuito che storicamente è sempre stato apparentato anche con il settore delle marathon e delle gare di lunga distanza. La novità, invece, è che uno dei big-brand dell’industria ciclo mondiale ha ricominciato ad investire seriamente nel settore delle mountain bike hardtail, o se preferite le front suspended, proprio quelle che taluni considerano quasi “morte”.
Credeteci, questa nuova Cannondale Scalpel HT farà loro cambiare idea, o quantomeno aggiusterà il tiro, rimescolerà un po’ le carte, anche perché – se di morte vogliamo proprio parlare – questa si intravede solo nel settore del cross country di assoluto vertice, nel cross country olimpico.
Dieci anni di XC
Proprio così: prima di parlare della nuova bici conviene allora fare un piccolo passo indietro: nel corso di quest’ultimo decennio la tendenza generale dell’XC è stata sempre più quella di votarsi a gare di breve durata ma con passaggi tecnici tosti, di quelli che mettono a dura prova le abilità di guida del rider, le sue braccia, prima di tutto il suo mezzo tecnico. È così che le care “vecchie” mtb front suspended, in gergo definite hardtail, hanno cominciato a lasciare spazio alle biammortizzate anche nel mondo del cross-country, esattamente come accade praticamente da sempre nel mondo delle discipline gravity del mountain biking, ovvero quelle limitrofe alla specialità della downhill.
Questo trend è stato così forte e marcato che nell’ultimo biennio è capitato più volte che sulla start line delle gare XC di World Cup o delle rassegne iridate la presenza di rider in sella a una hardtail si è ridotta al lumicino, talvolta a uno, due rider. Tutti gli altri sono stati letteralmente conquistati dall’indiscutibile maggiore capacità che le full – nel frattempo diventate leggerissime – da XC/mararthon hanno non solo nei passaggi più accidentati in discesa, ma anche nella loro capacità di rimanere incollate al terreno in salita, di conseguenza essere più performanti anche nelle ascese tecniche, con fiondo smosso.
Dai pro agli amatori
Fin qui i dati del mountain biking di assoluto vertice, quello delle gare di World Cup o delle rassegne a iridate. E il mondo amatoriale? No signori, apriamo bene gli occhi: nel mondo amatoriale delle granfondo, nel mondo amatoriale delle marathon o anche dei cross country di livello regionale i percorsi non sono certo quelli supertecnici su cui si cimentano i big mondiali del “Circus” di XC; i percorsi hanno contenuti tecnici relativamente difficoltosi, mancano i rock garden degli XC di Coppa e – laddove previsti – i salti hanno sempre la via alternativa che permette agli amatori di aggirarli. Il mondo amatoriale (agonistico) delle discipline veloci della mountain bike è – e probabilmente sarà per sempre – così; prima di tutto perché non puoi obbligare uno che la disciplina la pratica in modo amatoriale – e per di più molto spesso non è più giovanissimo – a fare i conti con percorsi scavezzacollo, con discese al limite del ribaltamento o salti che ti spingono lo stomaco in gola; da ultimo – ma non certo per importanza – il biker amatoriale generalmente non ha quelle possibilità economiche che gli consentono di dotarsi delle full da XC leggerissime che utilizzano i professionisti, ma che in quanto tali costano un patrimonio e che inoltre non possono non obbligare a interventi di manutenzione e cura maggiori data la loro maggiore complessità tecnica di una doppia ammortizzazione.
Ideale per amatori e non solo
Un’opzione ideale per tutti loro? Un’opzione ideale per loro potrebbe appunto essere questa nuova interessantissima bici che questa volta per presentarla abbiamo deciso di procedere al contrario: illustrare i pregi – ma anche i “difetti” – dei modelli a lei antagonisti, ma senza dimenticare di menzionare le peculiarità dei percorsi a cui è destinata.
Appunto, la nuovissima Scalpel HT che viene ufficializzata proprio oggi è una hardtail (HT sta evidentemente per “HardTail”) è una front che ha caratteristiche innovative, proprio quelle che possono fare al caso del cross country racer amatoriale, ma che non da ultimo si addicono anche al rider professionista che (al giorno d’oggi occasionalmente) può avere a che fare con circuiti che gli consigliano di scendere dalla full e salire in quella occasione in sella a una front proprio come quella che vi andiamo sinteticamente a descrivere.
Ecco la bicicletta che proveremo
Lo facciamo, non prima di ricordarvi che la nuova Scalpel HT abbiamo avuto la fortuna di riceverla in prova direttamente da Cannondale Europa: vi sapremo dire e dare i nostri feedback tra qualche settimana, ma ovviamente saranno i feedback di un vero rider “amatoriale”….
Geometria ispirata al trail biking
La nuova Scalpel HT è una front suspended in leggerissimo carbonio (peso di soli 9.4 chili per l’allestimento al top) che rivoluziona il modo di intendere la geometria di una bici da cross country: è sufficiente confrontarla con la sua progenitrice Cannondale F-SI (ovvero un modello che nell’ultimo decennio ha fatto “scuola” nel mondo dell’XC) per capire quanto la nuova bici sia cambiata dal punto di vista di angoli e dimensioni dei tubi; dunque, via agli angoli di sterzo “chiusi” che hanno contraddistinto per anni il genere e spazio a angoli più aperti (solo 66.6°), che aumentano il trail che la ruota proietta a terra e che di conseguenza aumentano le capacità del mezzo di superare con disinvoltura i passaggi tecnici e farlo a velocità sostenute. Il reach del telaio – da parte sua – sovradimensiona leggermente, sempre per ottenere maggiore stabilità di guida ad alte velocità e tenuta sui fondi accidentati; il sovradimensionamento in lunghezza viene poi compensato dall’impiego di un attacco manubrio compatto, che riporta il cockpit di guida in una stazione ottimale dal punto di vista ergonomico. Infine, l’angolo del tubo verticale, si fa più “in piedi”, centralizza la seduta del biker (e gli consente di distribuire bene il peso tra avantreno e carro) e di conseguenza gestire meglio i rapidissimi e frequentissimi cambiamenti di condizione del fondo che caratterizzano il mountain biking xc moderno.
Lunga escursione
Si tratta in pratica di un assetto geometrico che tanto si ispira ai dettami dimensionali e angolari delle bici da trail biking o anche da enduro, si tratta di un assetto geometrico che molto “copia” dalla Scalpel, la full di Casa Cannondale lanciata poco più di un anno fa, e che noi di Cyclinside avevamo provato qui: da questa, appunto, la Scalpel HT riprende anche l’escursione della forcella, la rinomata Lefty di Cannondale, che sulle versioni di vertice è in questo caso la medesima utilizzata sulla full da XC di Cannondale, appunto la Scalpel : spazio allora al modello Ocho in versione Carbon, con 110 millimetri di escursione che volendo possono essere anche convertiti a 120 (senza perdere la garanzia), lavorando sul modulo che questa sfiziosissima forcella monostelo con scorrimento su rulli utilizza al suo interno.
Telaio superlight
Per tornare al telaio vale la pena di menzionare il volume supercompatto che caratterizza il carro posteriore oltre al fatto che nella versione di vertice con cui è prodotto (la Hi-Mod) il peso dichiarato per la taglia L è di soli 895 grammi. Millesettanta sono invece i grammi di peso del telaio Scalpel HT in versione Carbon, ovvero quello con modulo del carbonio leggermente inferiore (e costo anche).
A proposito di costi, la Scalpel HT è proposta in quattro allestimenti, che compongono un intervallo di prezzo compreso tra i 6999 euro della variante al top che andremo a provare ai 2499 euro dell’allestimento di primo prezzo. Taglie? In tutto quattro, dalla S alla XL.
Gli allestimenti
Scalpel HT Hi-MOD 1: telaio Hi-Mod, forcella Lefty Ocho Carbon 110/120 mm, ruote HollowGram 25, guarnitura HollowGram BB30 34 denti, trasmissione Shimano XT. Prezzo: 6999 euro.
Scalpel HT Carbon 2: telaio Carbon, forcella Left Ocho 100 mm, ruote Stan’s NoTubes Crest, guarnitura HollowGram BB30 34 denti, trasmissione Shimano XT. Prezzo: 4499 euro.
Scalpel HT Carbon 3: telaio Carbon, forcella Rock Shox Sid SL 100 mm, ruote Stan’s NoTubes Crest, trasmissione Shimano XT/SLX. Prezzo: 3299 euro.
Scalpel HT Carbon 4: telaio Carbon, forcella Rock Shox Sid SL 100 mm, ruote WTB STX, trasmissione Shimano Deore/XT/MT501. Prezzo: 2499 euro.
Ulteriori informazioni: Cannondale
9 nov 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside