9 apr 2019 – Ma a quanto vanno questi professionisti? Prima di chiudere il capitolo Giro delle Fiandre ed aprire quello, altrettanto affascinante, della Parigi Roubaix (ma quanto ci piace la settimana santa del ciclismo!) vale la pena vedere un altro dettaglio della corsa vinta da Alberto Bettiol.
Durante la sua gara vittoriosa il corridore della EF ha utilizzato un prodotto Garmin che ha registrato i dati della sua corsa formidabile. A richiesta della stessa Garmin Alberto ha fatto la cosa più semplice: anziché condividere i dati elaborati dal computer ha fotografato, direttamente, il display dello strumento che era montato sulla sua Cannondale.
Prima sorpresa da parte degli appassionati: possibile che un corridore di quel livello si sia accontentato “solo” di un modello Edge 130 ? Pensando a un professionista sponsorizzato verrebbe da chiedersi perché, potendo scegliere, non abbia usato un top di gamma della casa americana invece di “accontentarsi” di un modello più basso di gamma (che, per la cronaca, è in vendita abbondantemente sotto i 200 euro). La risposta ci viene dalla stessa Garmin: “In queste occasioni spesso i corridori preferiscono strumenti più piccoli e leggeri che si configurano anche velocemente.
«C’è da dire comunque – aggiunge Matteo Bortesi, responsabile tecnico di Garmin che abbiamo interpellato proprio per farci raccontare qualcosa in più – che l’Edge 130 lo consideriamo un vero e proprio strumento racing, visto che si può interfacciare con tutti i sensori. Per i corridori spesso è comodo proprio in virtù del poco ingombro. Ad esempio è ideale nelle cronometro perché lo spazio nelle prolunghe è sempre ristretto ed è pure molto aerodinamico».
Come tipologia di prodotto, inoltre, è dotato di pulsanti tradizionali, velocissimi da azionare nelle situazioni di gara tipiche delle Classiche e lo schermo Mip (memory in pixel) ha un contrasto notevole che favorisce una consultazione immediata.
Poi vale la pena dare un’occhiata ai dati inviati da Bettiol. È davvero parecchia la potenza messa in campo da questo ragazzo che era partito che sembrava quasi esagerare: “Sto bene, posso dire la mia e non ho paura neanche dei grandi”. La dichiarazione della vigilia sembrava una sparata esagerata. A ben guardare è stata ancora più forte la sparata che gli ha regalato la vittoria. Tanto di cappello!
Redazione Cyclinside