5 set 2016 – Alle 17.00 di ieri si è chiusa la venticinquesima edizione di Eurobike, la fiera della bicicletta che si svolge, ormai tradizionalmente alla fine di agosto, spesso rubando qualche giorno a settembre, sulle rive del lago di Costanza, a Friedrichshafen, in Germania, a un passo da Svizzera e Austria. Delle 25 edizioni sono le ultime 15 ad aver preso il sopravvento, via via, su tutte le altre fiere europee e diventando probabilmente l’esposizione più grande del mondo della bicicletta.
Eurobike ha seguito in pieno l’andamento della bicicletta moderna. Nata inizialmente come fiera della mountain bike e rivolta esclusivamente al mercato tedesco, si è andata via via ampliando fino a raggiungere un pareggio, o quasi, con la bicicletta da corsa. E oggi?
È cambiata profondamente ed è un segno non solo per la fiera, ma per tutto il mercato. Decisamente meno del solito le biciclette da corsa, molte di più le mountain bike, ma l’interesse si è spostato verso modelli che vanno a cercare le persone a casa per vincere la pigrizia: pedalate ovunque e in qualsiasi modo, ma pedalate. È questo il messaggio passato dall’edizione 2016 di Eurobike.
Attenzione, non è da interpretare come un “non sappiamo più che inventarci” da parte delle aziende. A dire il vero di fantasia se n’è vista molta, e pure di idee e c’è voglia di assecondare la voglia crescente di andare in bicicletta. È proprio per questo, anzi, che sono state trascurate alcune tipologie di biciclette. E quelle da corsa, spesso, erano in acciaio, per cultori oltre che nel preponderante composito di fibra di carbonio. Sentenza forse definitiva, invece, per le fat bike, riescono a galleggiare sulla sabbia e sulla neve ma molto meno sul mercato: troppo strane e troppo costose per togliersi uno sfizio seppur divertente.
Crisi della bicicletta da corsa allora? Nient’affatto, perché il mercato è più vivo che mai, almeno nell’alta gamma, ma se si scopre di poter pedalare in modalità mista ci sono ancora più possibilità e allora chi si appassiona alla bicicletta vuole fare di tutto, con buona pace degli estremisti di una o un’altra filosofia. Molte bici sono delle vere ibride, poco importa se le chiamano ciclocross o nel più accattivante e moderno “gravel”. La sostanza cambia poco se non per la tecnologia che portano con sé, decisamente elevata.
L’allargarsi delle gomme va in questa direzione. Anche l’arrivo dei freni a disco, perché no? E sì, ci dobbiamo abituare al concetto dei freni a disco, ma tranquilli, non verranno imposti a nessuno: c’è ancora tanto mercato per i “caliper” che proprio non sembrano al tramonto. Non a breve almeno e le biciclette non si svaluteranno per questo.
Sale, anzi, esplode il mercato delle biciclette a pedalata assistita e sempre più integrate. In alcuni casi assomigliano a dei veri e propri motorini ed è proprio a quel mercato che stanno puntando. In città la pedalata assistita è la vera possibilità della mobilità urbana alternativa ai motori a combustione. E se funziona così in una parte sempre più consistente d’Europa potete scommetterci che sarà pure da noi la stessa direzione.
Integrazione non è solo un concetto caro alle biciclette da corsa più tecnologiche che ormai inglobano in un’unica linea aerodinamica componenti e accessori, ma diventa un’idea trasversale di un modo di pedalare che non si risolve più nella domanda “fai strada o mountain bike?”.
La risposta può essere: faccio tutto ma senza esagerare. Magari basta cambiare le gomme col modello e la sezione giusta, per trasformare avere una bicicletta da corsa o una per fuoristrada. E magari si va pure in salita senza faticare con la pedalata assistita.
Il mondo della bici apprezza, anche se in questa edizione della fiera tedesca i visitatori professionali sono stati di meno per ammissione stessa dell’ente fiera, ma è aumentato il pubblico, proprio perché c’era un giorno in più a disposizione, anche se l’impressione era di meno gente va considerata la diluizione per un giorno in più aggiunto con la domenica, quello che negli altri anni serviva per disallestire gli stand.
La formula scelta dell’edizione 2016 di Eurobike è stata “facciamo tutto insieme”: esposizione e prove bici (fino all’anno scorso c’era il demo day ad anticipare l’apertura dei padiglioni). Forse anche troppo per un evento così grande. Enorme proprio per estensione superficiale. A percorrerla tutta la fiera ci vuole già una giornata per avere un’idea generale. Pedalarci pure significa allungare la visita di un giorno con costi, per il pubblico, non proprio bassi, oppure perdersi qualcosa.
C’è sempre quella posizione geografica di Friedrichshafen, poi, a far discutere. Un posto lontano da tutto e con collegamenti decisamente più scomodi di altre zone europee che sarebbero apprezzate molto di più per praticità. Poi occorre sempre riconoscere la bravura dei tedeschi nel sapersi organizzare a parare una quantità di traffico mostruosa per la gente che arriva in fiera (il primo giorno di apertura agli operatori attorno alla fiera si è creato un ingorgo unico).
Cambio di data? C’è sempre qualcuno che vorrebbe anticipare l’evento. Tanto che sembrava dato per certo l’anticipo a fine luglio per il prossimo anno, ma per ora è stata riconfermata la fine di agosto (dal 29 al 3 settembre, sempre con i due giorni finali di apertura al pubblico). Ora si dice cheperò nel 2018… chissà. Difficile mettere d’accordo tante teste anche in Germania. Specie se concorrenti tra loro a costo di farsi un dispetto pur di vedere in difficoltà il “nemico”.
Intanto noi abbiamo scaricato tutte le foto e le stiamo riordinando. Molto avete già visto ma tanto abbiamo ancora da mostrarvi. Restate sintonizzati sul nostro “Speciale Fiere“.
Guido P. Rubino