26 mag 2018 – È il momento di tirare una riga e cominciare a fare i conti. Abbiamo visto il Giro d’Italia più bello degli ultimi anni. Quanti? Fate voi, che a fare nomi c’è il rischio di arrivare ai campioni assoluti, quelli che hanno fatto l’epica del ciclismo.
Sarà che scriviamo queste parole direttamente dall’Eroica Montalcino, mentre ci siamo goduti una tappa commentata da Gianbattista Baronchelli, quello dei dodici secondi dietro a Eddy Merckx, roba da fare impallidire i 46 secondi di Froome su Dumoulin.
Il Giro d’Italia bello è stato fatto dai britannici, ci pensate? Stile antico per giunta, quello che appassiona i sudditi di sua maestà che cercano voracemente i racconti di ciclismo e le maglie di lana che sono lo spessore di uno sport che coinvolge.
Alla fine sono stati un tandem perfetto Simon Yates e Chris Froome, così diversi e così britannici nel loro modo di porsi rispetto al pubblico. Eppure così bravi a interpretare un ciclismo che sa di altri tempi, e se ripetiamo questo concetto, abbiate pazienza: è perché continuiamo a stupircene.
Fantasia e sfrontatezza, campioni che gettano sulla strada tutte le loro energie e calcolano poco. Ci sono apparsi così e tanti saluti ai misuratori di potenza. Sappiamo che Froome è un cultore della potenza e difficilmente se ne sarà privato, ma poi ha fatto quell’attacco…
Questo Giro d’Italia ha dimostrato anche che per vedere lo spettacolo ci vogliono, sì, i corridori di fantasia, ma anche un percorso che non permette di tirare il fiato, e queste tre tappe di fila avrebbero tirato fuori lo spettacolo anche senza Froome.
Ecco, questione Froome e della sua presenza al Giro rimane un tema caldo. Sull’onda dell’entusiasmo per lo spettacolo di cui abbiamo goduto ci piacerebbe dimenticarcene, ma Froome è un corridore che è arrivato al Giro con un punto interrogativo troppo grande. Un altro corridore, in un’altra squadra, probabilmente a questo Giro non sarebbe stato fatto partire e adesso sappiamo che spettacolo avremmo perduto.
Il Giro d’Italia si è preso la sua rivincita. A dispetto anche dei velocisti che hanno preferito il Giro di California. Soprattutto a dispetto del Tour de France.
La corsa francese resterà pure quella con maggiore visibilità, ma lo spettacolo di questo Giro non sarà facile da superare.
E non è ancora finita. C’è ancora lo spettacolo della tappa di Roma da godere.
Come faremo lunedì?
Guido P. Rubino