6 mag 2018 – Un deserto da attraversare ed è normale che non ci sia pubblico. Però c’era il vento e questa tappa, per chi cercava lo spettacolo, è stata un’occasione persa. L’unico ventaglio che s’è visto è stato quello della signora annoiata davanti alla tv che ha acceso sul Giro d’Italia per scoprire che la corsa rosa è ancora in Israele.
Ultima tappa oltre confine e finale scontato, da velocisti. Una fuga a tre con l’instancabile Boivin della Israel Cycling Academy che dopo la fuga di ieri ci ha rifatto anche oggi, ubbidiente faticatore a far vedere i colori israeliani e a dire che quella formazione, al Giro, non ci sta per caso. Con lui, in fuga, Barbin, bella maglia azzurra degli scalatori confermata anche nella salita di oggi (secondo al GPM), della Bardiani CSF e poi Frapporti della Androni Giocattoli. Praticamente tutte le squadre presenti al Giro con la wild card, il permesso speciale concesso dagli organizzatori oltre alle squadre che partecipano di diritto.
Mancava solo la Wilier Triestina Selle Italia ma si trattava di un’assenza giustificata. Nella seconda tappa per velocisti (di così facili ne sono segnalate solo altre due, quindi meglio darsi da fare) tutta la squadra rosso gialla era attorno a Jakub Mareczko, il velocista che ieri ha chiuso al secondo posto dietro a Viviani e pure con un gesto di stizza che chissà, fosse partito venti metri dopo…
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Il gruppo che fa tira e molla con la fuga, lasciando riprendere vantaggio quando la foga rischiava di farla morire troppo presto e poi recupero finale ai meno sei.
Finale scontato nonostante le invocazioni a quel che sarebbe potuto succedere. Oltre ai ventagli qualcuno aveva sognato anche un numero di Campenaerts. Il corridore belga è in classifica a tre secondi dalla Maglia Rosa e le sue caratteristiche da finisseur potevano essere spese in un tentativo di assalto che non si è visto.
Bene così, bene soprattutto per i velocisti che se la sono giocata come da previsione più facile. Il finale a tutta, però ha giocato un brutto scherzo in fondo al gruppo lasciando attardato qualche corridore tra cui Nicolò Bonifazio che non ha potuto provare a migliorare il quarto posto della prima volata.
L’emozione, come prevedibile, è tutta negli ultimi chilometri. Stavolta la Quick Step si è schierata bene negli ultimi cinque chilometri dando una tirata unica a pazzesca che ha sfilacciato il gruppo e messo in difficoltà tutti gli altri.
Finale a mille con Viviani che lascia la ruota dei sui per battezzare quella di Bennet. Scelta giusta che lo porta quasi sulle transenne ma poi saltando di forza Bennet (con cui c’è stato anche un contatto piuttosto duro). Viviani primo, secondo Modolo e poi Bennet.