In base alla velocità della bicicletta il rapporto determina il ritmo della pedalata. Potremmo anche invertire i termini ma in bici, visto che il motore del movimento è il ciclista, è meglio vedere le cose dal suo punto di vista.
Il gesto atletico deve essere commisurato alle capacità individuali ma si deve comunque mantenere un ritmo di pedalata in grado di non affaticare eccessivamente i muscoli ma neppure di far salire eccessivamente il fiato. Un ritmo di pedalata non inferiore alle 70 rpm (pedalate al minuto) si può considerare il minimo assoluto sotto del quale la pedalata non è più efficace ma affatica eccessivamente la muscoltatura. Meglio cambiare rapporto allora. In linea di massima il ritmo non dovrebbe mai scendere al di sotto delle 80 rpm, si consideri che i corridori più agili arrivano a mantenere un ritmo costantemente al di sopra delle 100 rpm.
Andare in agilità permette di salvare i muscoli da un accumulo precoce di acido lattico. Ne trae dunque vantaggio la durata della prestazione. Si consideri pure che partire con un rapporto troppo duro rischia di mettere ko nei primi chilometri e un recupero successivo è pressoché impossibile. A parità di sviluppo metrico?
È inevitabile, specialmente con l’ampia possibilità di scelta che c’è oggi, che alcuni rapporti della bicicletta si possano in qualche modo “sovrapporre”. Con sovrapposizione intendiamo una sostanziale equivalenza di sviluppo metrico tra rapporti differenti. Si consideri, ad esempio che un 39 x 14 ed un 53 x 19 sviluppano rispettivamente 5,950 e 5,958 metri rispettivamente.
Come regolarsi?
Attriti meccanici
Sotto questo aspetto viene considerato il lavoro della catena. Perché questo sia ottimale si deve andare alla ricerca della combinazione che permetta alla catena di lavorare più in linea possibile. La catena è progettata per subire torsioni ma non bisogna esagerare. In linea di massima conviene escludere gli ultimi due rapporti del pacco pignoni opposti alle moltipliche.
Un’altra argomentazione riguarda la ricerca di rapporti di maggiore dimensione. Chi la sostiene afferma che quando la catena lavora sugli ingranaggi più grandi gli attriti interni delle maglie diminuiscono proprio perché il movimento è più ampio.
Le differenze di attrito appaiono abbastanza trascurabili, tuttavia, su lunghe percorrenze il valore può assumere dimensioni più importanti di quanto intuitivamente apparirebbe. Il numero dei componenti in gioco è elevato.
Va poi considerata anche la fisica delle leve.
La fisica della leva
Dal punto di vista fisico la pedivella è una leva di seconda categoria poiché la resistenza si trova tra il fulcro (il centro del movimento centrale) e la potenza (il punto dove insiste l’asse del pedale). Tra fulcro e punto in cui si trova la catena si ha quello che viene chiamato braccio di resistenza, mentre tra catena e asse del pedale si ha il braccio di potenza. Quando la catena si trova sull’ingranaggio più piccolo il braccio di potenza aumenta di quanto diminuisce il braccio di resistenza (rispetto all’utilizzo della guarnitura maggiore) e la leva diventa più efficace.
Detto questo sembrerebbe inconfutabile il vantaggio di un ingranaggio più piccolo (e quindi l’impiego di moltipliche compact, ad esempio), c’è però da considerare, a parità di sviluppo metrico, e quindi di velocità prodotta, la riduzione anche dell’ingranaggio posteriore e qui si ribalta la situazione riequlibrando, in sostanza il vantaggio ottenuto con la leva anteriore più favorevole.
Conclusione
Quando si pedala, in realtà, entrano in gioco anche altri fattori. Prima di tutto le condizioni fisiche del ciclista. Inutile andare a pescare nell’agilità quando il fiato è a corto mentre un ritmo più lento può aiutare a superare un momento di crisi. Si tratta di sensazioni che i ciclisti esperti conoscono bene ma avere un’idea di cosa succede tra ciclista e bicicletta aiuta sempre a migliorare le proprie prestazioni e l’allenamento.
Sempre molto soddisfacente!
Ho una bici elettrica Bottecchia ed una volta ho provato una bici senza motore che con mio stupore aveva quasi le prestazioni della mia elettrica ma non facevo per niente fatica a pedalare. Ora vorrei comprarne appunto una non elettrica, e mi sarebbe piaciuto comprare quella che provai, ma non ricordo il nome e modello. Qualcuno sa orientarmi con qualche dritta? Altrimenti mi sa che devo andare in un negozio e farmele provare tutte….. :) Grazie per le eventuali risposte.
Buongiorno volevo un consiglio .:
Devo fare la Spor full Media come affrontarla e che rapporti usare.
Ho 61 anni, faccio 15.000 km. anno, sono alto 160 c., peso 58 kg., vado in bici da 20 anni, ho fatto molte gran fondo tra cui Dolomiti media, 4 nocevoli ( 1 Lunga e 3 medie) etc.
Bici Colnago c 9 – Ruote Fulcrum nite – Durace 50×34 – 11×28 – pedivella 172,5