Ha senso, per chi interpreta la bicicletta in maniera sportiva, depilarsi le gambe anche in inverno? Ce lo ha chiesto più di un lettore.
Se guardiamo i professionisti potremmo avere risposte anche contrastanti, e sì che, in genere, proprio i corridori sono usi avere sempre le gambe lisce anche sotto la calzamaglia perché comunque i massaggi si fanno e anche se non si corre la questione igienica può essere importante.
In contrasto a quanto detto potremmo ricordare il “solito” Peter Sagan che si presentò alle prime gare di stagione, qualche anno fa, con peli evidenti e non rasati da parecchio (ricordate? andò Nibali, scherzosamente, a regalargli un rasoio). Ma, appunto, si tratta di un’eccezione, come quella di Roglic più recente.
Per i corridori è ormai diventata un’abitudine, al punto da togliersi i peli anche solo per non sentirli tirare sotto la calzamaglia e tanto meno al vento per chi si va ad allenare in climi caldi (ma lì si va alle motivazioni “classiche” del depilarsi per andare in bicicletta di cui abbiamo detto in questa pagina). Ma, soprattutto, vale sempre la questione igienica che, in caso di caduta banale lascerebbe lascerebbe comunque i peli a raccogliere polvere rischiando di infettare anche una semplice escoriazione. E in inverno a volte si rischia di scivolare di più (e togliere un cerotto è comunque fastidioso con i peli).
Alcuni ciclisti poi, al posto della calzamaglia, preferiscono usare l’accoppiata pantaloncino invernale e gambali invernali così, appena fa un po’ più caldo, possono pedalare in maniera più confortevole e certamente non sarebbe il massimo mostrare i peli ritenuti antiestetici nel gesto ciclistico. Oltre per tutto quanto detto.
Se poi vi doveste chiamare Peter Sagan…