24 set 2018 – Qualcuno è salito a piedi, con pazienza, come San Francesco per le sue strade, qualcuno a pedali, stringendo i denti senza mollare, come Gino Bartali, scattando pure sullo strappo di Montefalco, come Massimiliano Gentili, ex professionista e ora in forza a Cicli Clementi, base tecnica de La Francescana.
Qualcun altro se l’è presa comoda, magari fermandosi un po’ di più col bicchiere in mano, che qui da assaggiare ce n’è.
Dalla cantina Caprai a quella della famiglia Lunelli, sotto il Carapace di Arnaldo Pomodoro. La Francescana è gusto e cultura.
È una ciclostorica e coinvolge il territorio. Anzi, è cercata dal territorio tanto che alla fine ci sono tanti di quei ristori che a qualcuno viene il dubbio di tagliare il traguardo più pesante della partenza.
Il via dalla piazza centrale di Foligno, quella dove San Francesco si spogliò delle sue vesti per dedicarsi ai poveri, si è pedalato su due percorsi, da 35 o 75 chilometri per dare modo a tutti di vedere un territorio di colline dolci, poche salite e parecchi sterrati. Strade bianche di una volta, senza buche e perfette per pedalarci anche con biciclette dei primi del Novecento.
Collezionisti e appassionati nel mercatino che in piazza che incontra il sabato del villaggio, tanto da avere clienti non tra i ciclisti, ma da tutto il passeggio e la vita di cui si anima Foligno nel fine settimana di un inizio autunno che sa ancora d’estate.
La formula vincente: cambiare sempre
La Francescana è ciclismo eroico con una formula che la fa sempre nuova. Ci sono tanti paesi e strade da toccare e ogni anno si cambia qualcosa. Trevi, Spello, Bevagna, Assisi, sono solo luoghi e vie che si alternano di anno in anno, tanto che in quattro edizioni i partecipanti hanno potuto godere di strade sempre diverse e posti da visitare che fanno venire ancora più voglia di tornare di volta in volta. Non è “il solito giro”, pur bellissimo, a ogni edizione c’è qualcosa da scoprire di diverso, sia come percorso che come punti di sosta. Curiosità culturali ed enogastronomiche, visto che ogni località ha qualcosa da offrire e non c’è un ristoro con le stesse cose degli altri.
Un lavoro certosino di attenzione assoluta quello fatto da Giada Bollati e Luca Radi, in prima linea nel trovare idee e con un gruppo che pare funzionare proprio come un orologio.
«Qui in Umbria, tra cultura e paesaggio c’è tantissimo da vedere – racconta la Bollati – e per riuscire a coprire tutto non basterebbe il doppio della strada, ecco perché abbiamo pensato questa formula che ci rinnova ogni anno».
Che poi il pedalare della Francescana, ultima tappa del Giro d’Italia d’Epoca edizione 2018, è un andare tranquillo e a passo turistico. Quando si arriva al ristori ci si ferma e si aspettano pure gli altri, ricompattando un po’ il gruppo. Su qualche tratto si può spingere quanto si vuole, ma poi c’è da alzare gli occhi e guardarsi intorno. Ad andare a testa bassa sarebbe un peccato.
I partecipanti, il territorio da coinvolgere
La Francescana funziona bene per il territorio fortunato e, soprattutto, per un’organizzazione che non sbaglia un colpo. I commenti solo positivi all’arrivo sono tutt’altro che scontati. La formula piace ed esalta il territorio. E se il numero dei partecipanti, rispetto allo scorso anno, è passato da 300 a quasi 500, un motivo c’è. Da quest’anno, poi, tra gli sponsor è comparso anche un marchio storico come Campagnolo. Unico nell’ambiente e che, fino ad ora, ha seguito solo L’Eroica, tanto per capirci sul livello dell’evento. Una mostra speciale, organizzata a Foligno, era proprio dedicata al marchio vicentino, con alcune chicche da collezionisti davvero interessanti e difficili da trovare altrove.
Si parte che già viene voglia di tornare. Tra qualche settimana c’è L’Eroica, un po’ più in là, in Toscana e a pedalare tra i “francescani” c’era anche patron Brocci.
Qualcuno dice che le ciclostoriche italiane siano troppe ed ha ragione. Il movimento vintage è composto da appassionati che pedalano soprattutto con biciclette moderne e a cui piace, saltuariamente, guardare al passato. Non sono tantissimi quelli che seguono tutte le pedalate vintage e la selezione è naturale e sarà inevitabile. Resteranno le eccellenze. E la Francescana conosce bene la strada della qualità.
Galleria Fotografica
Guido P. Rubino