A quanto avete gonfiato le gomme della vostra bicicletta? Probabilmente troppo. Ve lo dice Pirelli e non certo sparando a caso. La casa italiana è tornata nel mondo del ciclismo forte della tecnologia accumulata nel mondo dei motori e non ha tralasciato alcun dettaglio.
Di recente, poi, grazie al lavoro fatto con la Mitchelton Scott, ha anche presentato un nuovo tubolare, elaborato proprio grazie ai feedback dei corridori.
Ma perché una gomma, copertoncino o tubolare che sia, possa rendere al meglio, è importante che sia utilizzata alla pressione corretta. Logico per chi viene dalla Formula 1 dove si spacca il capello in quattro e dove ogni dettaglio è analizzato in maniera maniacale. Avete mai guidato un’auto con le gomme troppo gonfie? Figuratevi una Formula 1: non si sta in strada. E perché la bicicletta dovrebbe essere diversa?
Eppure è quello che accade troppo spesso tra i cicloamatori ma, incredibile, anche tra i professionisti. Ce lo ha confermato Samuele Bressan, product manager di Pirelli per il settore ciclo.
«Inutile parlare di performance di una gomma se poi non la si usa alla pressione corretta – ci ha spiegato durante un incontro presso la sede di RMS Spa, che si occupa della distribuzione in Italia delle gomme Pirelli per bicicletta – si perdono le caratteristiche per cui sono state progettate. Ecco perché abbiamo fatto dei test specifici sulla questione e abbiamo anche elaborato una tabella che comprenda i nostri prodotti in modo da fornire una guida ai clienti finali».
Pirelli è andata anche oltre facendo un’analisi funzionale alla pressione delle gomme partendo dalla posizione in bicicletta. Uno strumento composto, sostanzialmente, da due bilance ha permesso di valutare la distribuzione del peso sulla bicicletta per regolarsi di conseguenza anche con la distribuzione della pressione delle gomme tra ruota anteriore e posteriore.
«Nelle nostre valutazioni fatte con i corridori professionisti – continua Bressan – ci siamo accorti come i professionisti spesso arrivino a una distribuzione ottimale del peso, anche 50 e 50 tra le due ruote. Diversa la situazione per gli amatori. In un test fatto alla Maratona delle Dolomiti abbiamo rilevato una media attorno a 40-60 per cento tra anteriore e posteriore. E bisogna tenerne conto.
«Ma c’è ancora di più: nella ricerca dell’ottimizzazione assoluta della pressione delle gomme andrebbe tenuto conto anche dello stile di guida del ciclista. Una posizione più o meno aggressiva, pensate anche al “tirare” le frenate, porta a maggiore o minore sollecitazione della gomma. E questo può essere quantificabile in differenze di 0,5 – 0,8 bar di pressione ottimale. Uno stile di guida come può essere quello di un Valverde, ad esempio, porta a una sollecitazione notevole dell’anteriore. Per avere una resa perfetta delle gomme, ad esempio, andrebbe tenuto conto anche di questo nel suo caso».
Lavorando con i corridori ma facendo rilievi anche sugli amatori, Pirelli ha messo a punto una tabella di riferimento per la pressione delle gomme e, ovviamente, sviluppata sui prodotti della casa italiana. Ve la proponiamo di seguito sottolineando come le pressioni di esercizio siano decisamente più contenute rispetto a quel che si vede (e che, per esperienza, abbiamo notato sia tra gli amatori ma anche tra i professionisti) normalmente nell’uso comune.
Cosa succede a gonfiare di più le gomme oltre le indicazioni del produttore? Se ne perde di qualità. Perché la gomma lavora ad una pressione per cui non è stata ottimizzata (che non vuol dire che possa scoppiare, la pressione massima indicata spesso sulle gomme è decisamente più elevata) e l’aderenza ne perde perché la gomma anziché aderire al terreno tende a rimbalzare, vibrando e quindi con minore attrito. Ma neanche se ne guadagna in scorrevolezza, come si pensa spesso erroneamente. Una pressione eccessiva non fa assorbire le rugosità della strada innescando una vibrazione che diventa dispersione di energia, quindi minore scorrevolezza.
Redazione Cyclinside
Sarà un caso ma io quando gonfio a pressioni più elevate rispeto al massimo indicato, sento la bici scorrere molto di più. E il cronometro mi dice che è vero.
Se gonfi troppo la gomma non “copia” il terreno. Anzi, rimbalza e perde aderenza. E rende meno.
Ma, ripeto, il cronometro mi da ragione e il cronometro non mente.