18 mar 2018 – Sanremo – Nel giorno di “San Vincenzo”, caratterizzato da un lampo nel quasi totale buio generale, diventa davvero difficile attribuire ai corridori dei voti che abbiano un qualche senso logico. Così, il primo sentimento sarebbe quello di dare il massimo dei giudizi al vincitore, e di bocciare tutti gli altri, rimandando ad altre occasioni una maggiore varietà nei voti.
Ma ci proviamo ugualmente. Perché in fondo troviamo divertente il giochino delle pagelle.
Dunque, dunque. Non possiamo che iniziare da Re Vincenzo Nibali: una sparata e via. Sul Poggio. Come ai bei vecchi tempi che sembravano perduti per sempre. Un’impresa non semplicemente storica, non semplicemente leggendaria, ma un qualcosa che va al di là e che resterà per sempre nella memoria. Al di là di quello a cui noi, umili suiveurs presunti esperti, lo ritenevamo capace. Al di là delle logiche del “questo è un uomo da corse a tappe e non potrà mai fare nulla di importante in quelle in linea, Lombardia e forse Liegi escluse”. Al di là della teoria secondo cui “il Poggio è una salita che non può più fare la differenza come accadeva un tempo”. Oggi Vincenzo è andato semplicemente “oltre”. Voto: 10 e lode, solo perché non credo esista nulla che vada, giustappunto, oltre.
Caleb Ewan: il primo dei battuti, ma anche il primo degli umani in questa che un giorno ricorderemo semplicemente come la giornata di “San Vincenzo”.Ma il piccolo-grande velocista di Sydney è giovane, ed ha il futuro dalla sua. Da rivedere, ma intanto bravo davvero. Voto 8.
Arnaud Demare: il velocista di Beauvais, vincitore dell’edizione del 2016, si dimostra anche oggi “Uomo da Sanremo”. Battuto da Ewan allo sprint, ma comunque ben presente nelle fasi cruciali della corsa. Chapeau. Voto 7,5.
Matteo Trentin: l’ultimo ad arrendersi a Nibali nel finale. Dà la caccia al messinese nella discesa del poggio e, quasi riesce a guastargli la festa. Riassorbito dalla pancia del gruppo non ha più energie per lo sprint. Dai Matteo che prima o poi questa potrebbe diventare davvero la tua corsa! Voto 7 +.
Alexander Kristoff: Il trionfatore dell’edizione del 2014 corre, come da copione, al coperto in attesa di sparare tutte le sue cartucce nello sprint finale. Che lo vede irrimediabilmente battuto sia da Caleb Ewan che da Demare. Voto 6. Di stima, ricordando i bei tempi che furono.
Peter Sagan: Era sicuramente l’uomo più pronosticato alla vigilia. L’uomo che tutti attendevano nel finale, dopo la beffa subita allo sprint lo scorso anno ad opera di Kwiatkowski. Il vero Sagan avrebbe risposto senza esitare alla sparata di Nibali sul Poggio, si sarebbe portato alle calcagna del Messinese e lo avrebbe beffato allo sprint. Già, il vero Sagan. Ma evidentemente quello di oggi era lontano parente del Campione del Mondo che conosciamo, e il sesto posto è per lui una magrissima consolazione. Deludente. Voto 4.
Michal Kwiatkowski: Il “contro favorito”, vincitore dell’edizione scorsa, mette alla frusta la squadra per lunghi tratti e corre da vero leader, salvo poi sparire completamente nella fase cruciali. Deludente pure lui. Anche più di Sagan. Voto 3, a lui ed alla sua Sky.
Gianni Moscon: Chi l’ha visto? Speriamo, caro Gianni, che tu ricompaia presto. Facciamo tra due-tre settimane al Fiandre e alla Roubaix. Da rivedere. Voto 4. Per ora.
Julian Alaphilippe: coinvolto in una caduta quando all’arrivo mancano ancora parecchi chilometri, il Francese non può essere presente nella battaglia finale che in caso contrario, probabilmente, lo avrebbe avuto per protagonista nelle fasi cruciali. Assente giustificato. Non giudicabile.
Marcel Kittel: si stacca ai piedi della Cipressa, prima ancora che la corsa entri nel vivo. Alcuni, con troppa fretta, lo avevano paragonato a grandi “predatori” tedeschi del passato come Degenkolb e Zabel (non scherziamo!), o ad altri velocisti puri che avevano saputo vincere la “Classicissima” (Cavendish, non scherziamo manco su questo!). Sarà la distanza, saranno le insidie pur apparentemente irrilevanti disseminate lungo il percorso, ma questa sembra ben lungi dall’essere la sua corsa. Bocciato senza appello. Voto 2.
Le pagelle, almeno per oggi, finiscono qui.
Andate in pace.
Lunga vita a “San Vincenzo da Messina”!
Amen.
Walter Panero
(https://quantastradaneimieisandali.wordpress.com)