Tappa con un dislivello di tutto rispetto, distribuito abbastanza uniformemente, che richiede quindi una certa dose di energia, anche per chi “soffre dal divano”, no? e quindi andiamo di carboidrati e grassi, anche perché si parte dalla patria della dieta mediterranea: Venosa la bella, uno scrigno di tesori, di storia e di sapori, nel cuore della Basilicata. E questa partenza noi la dedichiamo a Quinto Orazio Flacco, che proprio lì è nato e vissuto, e come sappiamo era un grande estimatore del vino che vi si produce: l’Aglianico del Vulture e lo celebriamo con uno dei suoi piatti preferiti. Mentre l’arrivo sarà sul Lago Laceno, una località dall’aspetto (e altitudini) alpine, e quindi ci ci concediamo i suoi rinomati formaggi un ottimo reintegro dopo lo sforzo, non trovate?
Partenza: Venosa
LAGANE E CECI. Una ricetta antica, piatto citato appunto da Quinto Orazio Flacco, sostanziosa e saporita e vegana. Innanzitutto facciamo le lagane, impastando semola di grano duro e acqua a temperatura ambiente. Le lagane, sono delle lasagne, solo più sottili e larghe, che devono bollire giusto il tempo di buttarle in acqua, pochi secondi e via. nel frattempo, abbiamo messo i ceci a mollo per parecchio, li abbiamo bolliti, quindi li abbiamo aggiunti in una casseruola con olio aglio e peperoncino fresco già rosolati, insaporiti con timo e finiti con passata di pomodoro, come si dice, quanto basta. e le gustiamo caldissime, e facciamo un brindisi al sommo poeta con il suo vino preferito. l’aglianico del Vulture.
Arrivo: Lago di Laceno
DEGUSTAZIONE DI FORMAGGI
È proprio vero, quando si arriva pare essere sulle Alpi, il paesaggio, le vette…ma tornando a noi, il segreto pare sia il latte di montagna, che dà ai formaggi un sapore più deciso e unico… e quindi assaporiamoli questi formaggi, che ce li siamo meritati: iniziamo con una ricotta fresca e delicata, continuiamo con quella secca, magari al peperoncino, per aggiungere un tocco di sfida proseguiamo con dell’ ottimo caciocavallo podolico. Chiudiamo in bellezza con una teoria di pecorini, tenendoci per il gran finale con quello al tartufo nero, anch’esso una perla locale.
Per i vini, possiamo sbizzarrirci attingendo alla ricchissima cantina irpina, cosa ne dite di un greco di tufo, per esempio?