Uno, due, tre giri e quella riga verde a dire del vantaggio e della generosità della partenza, poi il rosso che ha spaventato i tifosi ma non chi conosce Filippo Ganna: tutto previsto.
In pochi minuti Filippo Ganna ha iniziato a inanellare giri sempre più veloci, la media a salire, oltre i 55 di media, una volta recuperata la partenza da fermo, poi sempre più su, verso i 56 chilometri orari e poi oltre. Sempre di più. Il record sempre più suo e non solo il record moderno ma quello “assoluto”, nessuno così prima di lui, nemmeno con quelle biciclette poi diventata improvvisamente illegali per le bizze dell’UCI.
Il risultato di Filippo Ganna o mostruoso, fenomenale, fantastico: Record dell’Ora Filippo Ganna. Record assoluto a 56,792 chilomwetri
Top Ganna
Un trionfo, quello di Filippo Ganna a Grenchen che può avere diverse chiavi di lettura. Tanto per cominciare il record sull’Ora, per di più stabilito al livello del mare o quasi, dove tanti atleti sono andati a cercare l’altura per sfruttare l’aria più rarefatta per andare più forte. E poi l’abbattimento della barriera dei 57 chilometri orari, un numero mostruoso, stratosferico, inimmaginabile forse fino a un po’ di tempo fa.
Ganna, con questo record, rimette pure insieme quel pasticcio fatto dall’UCI che aveva dapprima approvato i record da Moser in poi, salvo ripensarci, in maniera colpevolmente tardiva, preoccupata dalla eccessiva tecnicizzazione di una prova che voleva riportare a un solo confronto tra capacità atletiche. Niente più biciclette avveniristiche quindi, dal 2000 un colpo di spugna riportò la storia del Record dell’Ora a al primato ottenuto da Merckx nel 1972 e a 49 chilometri orari.
Niente più Moser e il suo favoloso 51,151, ma neanche più Obree e la sua bicicletta tenuta insieme con pezzi di recupero (si parlò addirittura di una lavatrice), poi Indurain, Rominger e infine Boardman che primeggiò varie volte fino a ottenere un favoloso 56,375 ottenuto il 6 settembre 1996 e rimasto, fino a oggi come “Miglior prestazione umana sull’Ora” che è il nome che l’UCI ha dato per ricordare, in qualche modo, il lavoro fatto da quei pionieri.
Nel 2014 la marcia indietro dell’organo internazionale che capì l’errore fatto e, pur stabilendo certi limiti (la bicicletta deve comunque mantenere le sue forme principali, niente posizioni troppo protese in avanti e così via) aprì di nuovo la strada alla ricerca aerodinamica. In fondo il Record dell’Ora è affascinante proprio per la tecnologia che porta con sé. Proseguendo sulla strada della purezza si andava verso l’oblio. A chi interessava un Record dell’Ora che rischiava di distrarre corridori importanti dalla ben più remunerativa attività su strada (o, al limite, su pista) e nemmeno aveva l’appeal della tecnologia?
Tutto sbagliato, tutto da rifare avrebbe detto Bartali. E infatti si rifece tutto e col nuovo regolamento il record tornò ad avere interesse per le aziende e, di conseguenza, anche per gli atleti.
Ora Filippo Ganna da Verbania ha rimesso tutti d’accordo. La sua prestazione è superiore anche a quella “Miglior prestazione umana sull’Ora” che ancora svettava lì a dire che sì, però qualcuno era andato più forte pur pedalando su una bicicletta fuori regolamento.
Ed è un inno alla tecnologia. Lo abbiamo già scritto, comunque sarebbe andato, questo tentativo, Ganna avrà comunque il merito di aver aperto le porte a una nuova era.
E il Record dell’Ora, più che mai, torna a essere quel laboratorio di sviluppo tecnologico e fascino di uomini (e donne) che sembrano dei marziani ma, in fondo, sono solo dei ciclisti che fanno una fatica bestiale.
Tanto di cappello.
Quella rivoluzione della bicicletta iniziata con la stampa 3D da T°Red a Pinarello
Francesco Moser: ora sarà molto difficile battere il record di Filippo Ganna
8 ott 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside